Voucher, ritorno con fiducia Ma la sinistra salva il governo
La beffa Oggi in Senato si vota la manovrina correttiva con la norma che reintroduce i buoni lavoro. Sabato il fronte del No in piazza con la Cgil
La nuova versione dei voucher sta per fare l'esordio nel nostro mercato del lavoro. Salvo clamorosi colpi di scena, il decreto sulla manovrina, contenente l'emendamento che fa nascere i “PrestO”, otterrà oggi al Senato una fiducia, probabilmente risicata.
I BERSANIANIdi Articolo Uno Mdp avevano promesso, con Arturo Scotto, di far cadere il governo in caso di reintroduzione, in qualsiasi forma, dei ticket utilizzabili dalle imprese. Poi hanno cambiato idea: usciranno dall'aula, come ha spiegato la capogruppo Cecilia Guerra. Se si astenessero sarebbero per regolamento conteggiati come voti contrari e metterebbero in difficoltà l'esecutivo. La diserzione, invece, sarà un modo per non far mancare l'appoggio esterno a Paolo Gentiloni e contemporaneamente strizzare l'occhio alla Cgil. Tra Mdp e il sindacato rosso, infatti, sono in atto prove di stretta collaborazione. Il capogruppo di Articolo Uno alla Camera, Francesco Laforgia, ha presentato una proposta alternativa sui voucher, di fatto copiando e incollando quella contenuta nella Carta dei diritti redatta dalla Cgil. I buoni sarebbero da 10 euro lordi, ma limitati a disoccupati, studenti e pensionati, e ai soli lavori domestici e alle manifestazioni. Quelli che ot- terranno oggi il disco verde a Palazzo Madama sono diversi: saranno telematici e, per le imprese, non potranno prevedere retribuzioni nette inferiori a 9 euro l'ora. A questi andranno aggiunti i contributi (24% del lordo) più una piccola quota per assicurazione e costi di servizio. Il limite sia per il datore sia per il lavoratore sarà di 5 mila euro annui. Potranno usarli tutte le imprese (un paio i settori esclusi) con meno di cinque dipendenti a tempo indeterminato: il 90% del totale. Sulla tracciabilità è stato previsto un metodo che favorirà i furbi: la prestazione dovrà essere comunicata preventivamente, ma la si potrà cancellare nei tre giorni successivi. Se non arrivano i controlli, via libera al pagamento in nero. Resta l'eredità dei vecchi difetti dei voucher: niente ferie, maternità, permessi e sussidi di disoccupazione.
A ringraziare sono le imprese, in particolare quelle del turismo e della ristorazione che – in vista dell'estate - erano in pressing. La Cgil invece prepara la battaglia. Sabato a Roma manifesterà contro il colpo di mano del governo. Oltre ad Articolo Uno, ci saranno Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni, anche lui spesso al fianco del sindacato durante le iniziative degli ultimi mesi, e Campo Progressista di Giuliano Pisapia: “Inutile questo ennesimo scontro tra politica e mondo del lavoro”, ha detto Marco Furfaro, aderente al movimento dell'ex sindaco di Milano. Al corteo si unirà pure l'associazione Libertà e Giustizia. A essere contestato non è solo il merito della legge – uno strumento comodo per le imprese ma che priva di diritti i lavoratori – ma anche il metodo: un emendamento che fa rivivere, almeno in parte, una normativa abrogata a marzo per decreto con l'unico scopo di evitare il referendum.
TRA L'ALTRO, i “PrestO” sono spuntati da un giorno all'altro, senza confronto con i sindacati; a fare da cavallo di Troia dell'emendamento è stata la manovrina da 3,4 miliardi di euro. Un intervento, concordato con Bruxelles, che riduce il deficit dello 0,2% di Pil. Tra le misure contenute, quelle più corpose sono quelle fiscali: lo split payment, la “scissione” del pagamento Iva oggi applicato nei rapporti tra privati e pubblica amministrazione, viene allargato alle partecipate pubbliche e a 40 società quotate nel Ftse Mib; salgono le accise sulle sigarette; diventano più stringenti i pignoramenti immobiliari dei grandi evasori. Le imprese di internet potranno stringere
Arriva l’aiutino
Mdp aveva promesso di far cadere Gentiloni, invece uscirà dall’aula Appoggio anche di Fi
accordi preventivi con l'Agenzia delle Entrate (non è una vera e propria web-tax). Cambiano le modalità di riscossione delle tasse per gli affitti brevi di case vacanze: saranno i gestori di siti come AirBnb a dover comunicare i contratti. La maggioranza dovrebbe quindi tenere, grazie alla desistenza di Articolo Uno e qualche defezione che – secondo i rumors – si registreranno tra i banchi di Forza Italia.