Massoneria, prove di trasparenza: una legge per vietarla ai parlamentari
La proposta estesa a dipendenti pubblici e pm
Vietato
ai parlamentari, a tutti i dipendenti pubblici, ai magistrati, alle forze di polizia, ai militari di essere massoni o di appartenere ad associazioni simili che prevedono vincoli gerarchici e obbedienza, in violazione degli articoli 97, 98 e 101 della Costituzione. Per tutte queste categorie corre anche l’obbligo di dichiarare la propria appartenenza a una loggia, pena la perdita del posto. Dopo “l’autocertificazione”, obbligatoria la rinuncia a essere massone. È la proposta di legge, presentata ieri alla Camera dal vicepresidente della Commissione antimafia Claudio Fava (Mdp) e da Francesco Laforgia, capogruppo di Mdp a Montecitorio.
Una grossa novità se si pensa che la legge Anselmi vieta espres- samente solo l’iscrizione a logge segrete come fu la P2 di Licio Gelli. “C’è un vuoto normativo, ha spiegato Fava, che ci portiamo dietro da oltre 35 anni e che comporta un conflitto palese con alcune norme della Costituzione: è evidente, infatti, che se una persona è affiliata a logge massoniche e al contempo è un dipendente pubblico - tanto più se ricopre un incarico pubblico - giura fedeltà alla propria loggia pur essendo un servitore delle Stato. Un parlamentare è tenuto a dichiarare se compra una 500, penso che deve dichiarare se è massone. Crediamo sia questo un punto di verità che il Parlamento deve alla collettività”. Un’iniziativa che è stata presa anche in seguito a ll ’ allarme lanciato da alcune procure del Sud: Palermo, Catania, Trapani e Reggio Calabria: lì, ha spiegato Fava “c'è una realtà di adesione alla massoneria che sfugge a ogni controllo, per esempio con le logge coperte o con ‘i fratelli all’orecchio’. La sensazione è che ci siano propaggini che si spingono nel Parlamento e non mi stupirei se anche in Commissione Anti- mafia ve ne fosse qualcuno”. Chiediamo qualche particolare che si possa rivelare: “Ci sono pm che stanno indagando su settori della massoneria utilizzati da mafiosi per farne una sorta di potere parallelo più importante della mafia, dove confluiscono interessi leciti e illeciti si politici, amministratori pubblici e colletti bianchi”. Non esiste neppure un codice di autoregolamentazione dei partiti che vieti l’affiliazione alla massoneria, anche se si riempiono la bocca con la parola “trasparenza”. Ora vedremo se si adopereranno perché questa proposta diventi legge. Anche se si andrà va al voto anticipato i tempi ci sono. Basta volerlo.