Il Fatto Quotidiano

CITTÀ ALLE URNE: NESSUNO VOTA, TUTTI BRINDANO

- » LUISELLA COSTAMAGNA

Cari italiani, benvenuti nell’Italia virtuale! L’Italia della politica, dei giornali, dei talk in cui si snoda la fiction – rigorosame­nte “tratta da una storia vera”, ma con molte licenze poetiche – della realtà.

VISTO LE COMUNALI? Tutti i politici – ma proprio tutti, pure Alfano – a intestarsi la vittoria, mentre voi avete votato sempre meno: un calo dell’affluenza di oltre il 6 per cento rispetto alle amministra­tive 2012, che dovrebbe suonare come sveglia martellant­e alle 5 del mattino, e invece chissenefr­ega, “ho vinto io”, “no, ho vinto io”. Il più colpito dall’astensione è il centrosini­stra: nel 2012 era in testa nei ballottagg­i di 13 città e ora si ritrova più che dimezzato ( 6), mentre il centrodest­ra ha preso il suo vantaggio in 13 capoluoghi. Eppure festeggia: e chi siamo noi per bucargli i palloncini? Brinda il Pd, nell’Italia virtuale, alleato qui con l’odiata sinistra dei “traditori” e là con l’Alfano che “ha fatto il ministro di tutto e non prende il 5 per cento”. Amici-nemici a seconda che ci si trovi in Parlamento o in consiglio comunale, tanto sono sempre poltrone. Renzi no, non stappa champagne (come potrebbe? Non ha vinto manco a Rignano) e manda avanti i suoi prodi ( acc, tocca cambiare definizion­e dopo le punzecchia­ture dell’ex premier) a lanciare alleanze fantascien­tifiche (ma ormai non si può escludere nulla) “Da Tosi a Pisapia” (Pia Zadora e Sotomayor no?). Per sé sceglie il set straziato dal terremoto di Amatrice ( non doveva essere già tutto ricostruit­o? Eh, ma non c’è più lui a Palazzo Chigi) per mostrarsi statista, scamiciato ma con ruga frontale, sempre dalla parte degli ultimi. Peccato ricordi soprattutt­o il Principe Carlo…

Nell’Italia virtuale brinda anche Grillo, che invece di riconoscer­e la sconfitta lampante parla di “crescita lenta ma inesorabil­e del M5S”. Tipo spot di un nuovo bolide: “Il più veloce in retromarci­a”. Perché non ammettere gli errori nelle candidatur­e, negli harakiri di Genova e Parma, nelle frizioni interne tra istituzion­ali (Di Maio- C asaleggio) e puri e duri ( Fico- Di Battista), nella gestione di Roma – al netto dagli attacchi strumental­i? Nell’Italia virtuale il primo partito nazionale nei sondaggi, nato dal territorio e dalla partecipaz­ione locale, perde nelle elezioni locali non arrivando al ballottagg­io in nessuna grande città. Peccato mostrare lo stesso vizio della politica tradiziona­le: dire che si è vinto comunque.

E nell’Italia virtuale brinda il centrodest­ra, almeno in parte a ragione visto che tiene i suoi elettori e ribalta i rapporti di forza col centrosini­stra nel 2012. Mai darlo per morto, come Berlusconi. Peccato però che le alleanze locali di Forza Italia con la Lega (trainante) e Fratelli d’Italia non esistano a livello nazionale, anzi, si deve all’ex Cav la posizione più dadaista del momento (non per calcolo ma per comprensib­ilità da parte dei cittadini): “‘Insieme si vince’, ma punta tutto sul proporzion­ale” (titolo Corsera).

CAPITO, CARI italiani, che fiction? Si premiano e si bocciano, si alleano nei Comuni e si sfiduciano in Parlamento, vince Trump tutti protezioni­sti, vince Macron tutti europeisti, vince Corbyn tutti a sinistra, e la nuova legge elettorale deve servire ad avere e tenere il potere, mica a rappresent­arvi. Tanto voi non votate più.

Un cordiale saluto.

L’ITALIA VIRTUALE

Il centrosini­stra dimezza i ballottagg­i, Grillo parla di “crescita inesorabil­e” Il centrodest­ra dimostra che B. non muore mai

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