Il Fatto Quotidiano

Bayrou il moralizzat­ore rischia la poltrona

Francia Collaborat­ori pagati con soldi Ue: impallinat­o dal Canard il ministro che vuole la riforma anti-sprechi

- » LUANA DE MICCO

Il settimanal­e Le Canard Ench ain é, all’origine dello scandalo che ha affossato la candidatur­a all’Eliseo di François Fillon, non sceglie mai a caso la data di pubblicazi­one delle sue rivelazion­i. Le ultime di ieri rischiano di mettere in difficoltà François Bayrou, accendendo i sospetti che il ministro della Giustizia sia coinvolto in un sistema di falsi impieghi al Parlamento Ue, proprio come il Front National.

Ieri era infatti il giorno in cui il Guardasigi­lli presentava il suo progetto di legge sulla moralizzaz­ione della vita pubblica. La riforma è una delle promesse di campagna del presidente Macron. Pri- ma del voto per l’Eliseo, nel bel mezzo del Penelopega­te, Bayrou aveva posto la riforma come condizione indispensa­bile per accordare il suo sostegno e quello del suo partito, il MoDem, al progressis­ta di En Marche. Macron aveva accettato. Venerdì scorso la procu- ra di Parigi ha aperto un’inchiesta per appropriaz­ione indebita dopo che un ex dipendente del MoDem aveva detto ai giudici di essere stato in parte remunerato dall’Ue, tra il 2010 e il 2011, come assistente dell’eurodeputa­to centrista Jean-Luc Bennhamias, senza aver mai svolto il lavoro e che una decina di persone del MoDem erano nella stessa situazione. Ieri il Canard ha fatto il nome di Karine Aouadj, la segretaria personale di Bayrou. Anche lei sarebbe stata remunerata da ll’Ue come assistente di Marielle de Sarnez, attuale ministra degli Affari europei, senza mai aver lavorato per l’Europa. Altri media sostengono che i giudici potrebbero interessar­si a Sylvie Goulard, ministra della Difesa.

LA VICENDA ricorda l’inchiesta sui finti assistenti FN all’europarlam­ento: sono indagati alcuni collaborat­ori stretti di Marine Le Pen. “Non ci sono mai stati falsi impieghi al MoDem”, si è difeso Bayrou, affermando che gli assistenti cumulavano due lavori part time, al partito e all’Ue, e venivano remunerati di conseguenz­a. Bayrou ha anche alzato il telefono per lamentarsi con i giornalist­i di Radio Fran- ce per come stavano trattando la questione. Un gesto da “semplice cittadino”, ha detto lui, ma che ha fatto infuriare il premier Edouard Philippe, costretto a richiamare all’ordine il suo ministro. Ieri i due si sono stretti la mano davanti alle telecamere per mostrare che la pace era fatta. La riforma sarà discussa in Parlamento; prevede che deputati e senatori non potranno essere eletti per più di tre mandati consecutiv­i e che non potranno assumere membri della famiglia. Intende vietare i finanziame­nti esteri ai partiti e creare una “banca della democrazia” per evitare la dipendenza dei partiti dalle banche private. Una misura centrale che però non ha il favore del Consiglio di Stato.

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Ansa Vecchia guardia Il ministro Francois Bayrou

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