Appalti Expo, il tribunale di Milano corre ai ripari
Riunione urgente dei capi delle sezioni dopo la relazione dell’Anac che segnala anomalie in 18 delle 72 procedure
Che imbarazzo, in Tribunale. Ieri a Milano riunione di tutti i presidenti di sezione, convocata “con urgenza” dal presidente Roberto Bichi, “eventualmente acon sospensione delle udienze”. Tema: gli appalti per la giustizia, 16 milioni di fondi Expo, assegnati per lo più senza gara e con molteplici irregolarità. La vicenda era stata segnalata due anni fa dal
Fatto Quotidiano e dal sito giustiziami.it. Ora una relazione dell’Anac di Raffaele Cantone mette in fila un impressionante elenco di anomalie in 18 delle 72 procedure d’appalto del Tribunale milanese, per almeno 8 dei 16 milioni di euro di fondi governativi stanziati per l’Expo e distribuiti dal Comune di Milano per l’informatizzazione della giustizia. Al “tavolo” decisionale sedevano anche magistrati, tra cui l’allora presidente del Tribunale Livia Pomdoro e l’allora presidente dei gip Claudio Castelli, ora presidente della Corte d’appello di Brescia. L’Anticorruzione ha mandato la relazione alla Procura di Milano (perché valuti eventuali reati), alla Corte dei conti (per eventuali profili contabili) e alla Cassazione (per le eventuali responsabilità di magistrati). Dopo la tesa riunione di ieri Bichi ha consegnato una nota che scarica ogni eventuale responsabilità sul Comune: “Non risulta che il Tribunale abbia mai assunto il ruolo di stazione appaltante”, si legge nel comunicato che difende “il Tribunale di Milano, impegnato nel garantire il massimo di legalità”. Un riepilogo mandato a marzo dal Comune ai capi degli uffici giudiziari garantisce che gli “impegni sono stati effettuati tramite gare d’appalto o con affidamento complementare o con adesione a convenzioni Consip”. Se ci sono state irregolarità, dice Bichi, “auspico che emergano al più presto per dirimere dubbi, evitare illazioni e non ledere l’immagine del Tribunale”.