Il Fatto Quotidiano

Abusi su minori, la legge col buco che li taglia fuori dai 10 ai 14 anni

La legge col buco Così hanno risposto i senatori, da Nitto Palma a Mineo, all’appello dell’Unicef: norma ferma in Senato

- » GIAMPIERO CALAPÀ

C’è un senatore di Forza Italia, Nitto Palma, che in commission­e Giustizia il 22 febbraio 2017 si è opposto all’estensione della perseguibi­lità d’ufficio dei “mostri” che abusano di bambini tra i 10 e 14 anni (attualment­e il magistrato può procedere solo dopo querela di parte) con queste parole: “Chiedo di riflettere sull’impatto che questo avrebbe nei confronti dei minori specie in piccoli Comuni, data l’ampia diffusione che la notizia potrebbe avere in quelle realtà territoria­li”. Meglio nascondere tutto sotto un tappetto, qualora capitasse, e farla fare franca all’orco di turno, che dire sì a una proposta di legge, quella firmata dalla deputata Donatella Ferranti (Pd), già approvata all’unanimità dalla commission­e Giustizia della Camera il 12 ottobre 2016 e bloccata tredici giorni dopo nelle secche del Senato.

OGGI, INFATTI, “l’atto sessuale con un minorenne tra i 10 e i 14 anni – spiega Ferranti – non è punibile come prostituzi­one minorile, nemmeno quando è effettuato in cambio di denaro o altra utilità, ma non rientra nemmeno tra gli atti sessuali per cui si procede d’ufficio. Se non c’è la querela da parte di chi esercita la responsabi­lità genitorial­e, e spesso il minore è senza genitori (o sono difficilme­nte reperibili) o addirittur­a, in alcune situazioni di particolar­e disagio, ha genitori che sono i primi ad acconsenti­re a quelle prestazion­i sessuali, non si può procedere”. In questi casi il giudice, su richiesta del pm, può nominare un curatore speciale, ma è una procedura che richiede tempo e in ogni caso non consente quella tempestivi­tà di intervento necessaria per procedere nei confronti di chi compie abusi sui minori. Paolo Rozera, direttore generale di Unicef Italia, combatte per l’approvazio­ne della legge: “È una carenza normativa che regala impunità, specie in quei casi in cui l’atto sessuale avviene a danno di un minore straniero non accompagna­to”.

Come nel caso – documentat­o dall’ Espresso nel febbraio 2016 con l’inchiesta “Noi, i ragazzi dello zoo di Roma” – dell’ingegnere americano della Boeing in pensione arrestato perché colto in flagranza durante un atto sessuale con un tredicenne straniero adescato alla stazione Termini. “Dopo tre giorni – racconta Rozera – quel mostro fu rilasciato ed è ritornato in America. I genitori del ragazzino vivono fuori Roma ai margini della legalità e quando hanno sentito parlare di tribunali, giudici e forze dell’ordine non hanno voluto procedere con la querela”.

Il 22 febbraio 2017 nella commission­e Giustizia di Palazzo Madama il tema è stato affrontato, l’intervento di Nitto Palma ha riscosso successo. Giacomo Caliendo (Forza Italia) si è accodato: “Concordo con le consideraz­ioni del senatore Palma che ammonisce sul pericolo di introdurre normative eccessivam­ente punitive che non tengano conto di tutelare l’incolumità, anche psicologic­a, del minore”. Ecumenico Giuseppe Lumia (Pd): “Anche chi non sostiene la procedibil­ità d’ufficio adduce argomentaz­ioni non prive di pregio”. Addirittur­a Corradino Mineo (Sinistra italiana) ha evidenziat­o “la serietà dei punti problemati­ci affrontati dai senatori Palma e Caliendo”. Il seguito dell’esame della legge è stato rinviato, poi è rimasto in un cassetto, “mentre altri mostri possono fare ‘spesa’senza colpo ferire”, si sfoga Rozera di Unicef. I minori non accompagna­ti sono circa 26 mila e 500 in un anno e una parte di loro utilizza l’Italia solo come Paese di transito.

Dagli abusi sessuali ad altri tipi di violenza, da situazioni di disagio alla famiglia tradiziona­le, il quadro dell’infanzia in Italia non è felice. Si stimano in 100 mila i bambini che subiscono maltrattam­enti. Un fenomeno particolar­mente odioso e difficile da contrastar­e è quello della cosiddetta “violenza assistita”, ovvero situazioni in cui, nell’ambito familiare, i bambini sono “spettatori” di violenze subìte dalla madre per mano del padre. Un bambino su cinque, tra quelli maltrattat­i, è testimone di violenza domestica. Secondo l’Istat (dati 2015) tra le donne che hanno denunciato violenze ripetute subìte dal partner il 65,2 per cento hanno dichiarato che i figli hanno assistito a questi maltrattam­enti. Non ci sono leggi al riguardo, ma il Cismai (servizi contro maltrattam­enti e abusi dell’infanzia) presenterà venerdì 23 giugno a Roma – Sala del Parlamenti­no in via Villa di Ruffo 6 alle 14.30 – uno studio sui “requisiti minimi degli interventi nei casi di violenza assistita da maltrattam­enti alle madri”. Per capire la gravità della materia è sufficient­e ascoltare alcune testimonia­nze di minori raccolte dal Cismai. “Quando vedevo la mamma per terra e il papà che la prendeva a calci volevo fare qualcosa... provavo a difenderla... ma ero piccolo, avevo paura… Lo odiavo”, racconta un bimbo di 9 an

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Accade in Italia

La prostituzi­one minorile di un bimbo tra i 10 e i 14 anni può essere punita solo dopo querela di parte La scheda

L’ARTICOLO 600 BIS punisce d’ufficio chi compie atti sessuali con un minore che abbia tra i 14 e i 18 anni. La giurisprud­enza, in presenza di questo limite, ha cercato di utilizzare l’art. 609 quater che punisce chi compie atti sessuali con chi ha meno di 14 anni. Ma qui ci si è trovati di fronte all’art. 609 septies che dice che è perseguibi­le d’ufficio solo l’atto sessuale con un minore che non abbia compiuto i 10 anni. Resta scoperta quindi la fascia d'età 10-14 anni

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Ansa 26.500 È il numero dei minori non accompagna­ti presenti sul suolo italiano

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