Il Fatto Quotidiano

Il listone è unito (almeno fino a San Giovanni)

Mdp, Possibile e Fratoianni manifestan­o insieme, con lo spettro di Pisapia

- » TOMMASO RODANO

“Lo

spazio che i giornali hanno dato a questa manifestaz­ione è inversamen­te proporzion­ale a quello che danno a Pisapia”. La battuta, non proprio benevola, è di Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana. Il sottotesto è che sulla stampa si scrive molto di contenitor­i politici – l’ipotetica lista unica della sinistra italiana – e poco di contenuti. Ma per una volta, i soldati dell’esercito sparso della sinistra politica marciano tutti nella stessa direzione, almeno fino a piazza San Giovanni. Dopo la divisione in Parlamento (Mdp non ha votato per non far cadere il governo Gentiloni) oggi sono dalla parte del lavoro, con le stesse parole, contro i nuovi voucher e il “gioco delle tre carte” del governo, che li ha fatti scomparire solo per aggirare il referendum. Manca giusto il Pd. Tutto: Cuperlo e Orlando compresi.

A FIANCO di Susanna Camusso, alle spalle dello striscione della Cgil Calabria, c’è buona parte di Articolo 1, i dirigenti di SI e qualche bandiera di Possibile, il movimento di Pippo Civati (che ha già mandato il suo appello per un progetto comune). Nello stesso segmento del corte, delimitato dal servizio d’ordine della Cgil, sfilano Pier Luigi Bersani, Roberto Speranza, Enrico Rossi, Guglielmo Epifani, Francesco Laforgia, Arturo Scotto, Luca Pastorino, Nicola Fratoianni, Stefano Fassina e molti altri. Massimo D’Alema è assente per motivi personali, ma invia una nota di sostegno alla Cgil, in cui defini- sce “vergognosa” la vicenda dei voucher. Nemmeno Giuliano Pisapia è a Roma, ma pure lui ha aderito alla manifestaz­ione con una lettera di sostegno. La sua presenza, in ogni caso, incombe. Non solo nella battuta di Fratoianni.

LA PIAZZA anti voucher è la prima prova nel precario percorso di unità della sinistra. Prosegue questa mattina al Teatro Brancaccio di Roma: gran parte dei dirigenti di partito che hanno manifestat­o contro i voucher si ritrovano alla conferenza dei movimenti per il No alla Costituzio­ne, convocata da Anna Falcone e Tomaso Montanari. Poi ci sarà la manifestaz­ione convocata da Pisapia il primo luglio ai Santi Apostoli di Roma, luogo simbolo dell’Ulivo prodiano. “Noi vogliamo tenere insieme queste tre piazze, siamo gli unici che possono farlo”, dice Francesco Laforgia, capogruppo di Mdp. Lui con Pisapia ha un rapporto di collaboraz­ione più stretto, nato negli anni della consiliatu­ra milanese dell’ex sindaco.

Anche Enrico Rossi si sforza di essere ottimista: “Se Pisapia ha dei dubbi, vedrete che li risolve Matteo Renzi. Ogni volta che parla di un listone che guarda verso destra, allontana Giuliano e fa un favore a noi. Dobbiamo fidarci di Renzi”, ride.

Pure Roberto Speranza si dedica all’ex rottamator­e: “Le politiche renziane hanno provocato una frattura con il popolo di centrosini­stra. Questa piazza ne è la dimostrazi­one”.

ENTRO LA FINEdel mese, i dubbi sulla forma della nuova sinistra dovranno essere sciolti. L’esito è tutt’altro che scontato. Romano Prodi continua ad essere molto attivo: ieri a Bologna ha pranzato anche Enrico Letta, che vuole coinvolger­e nel progetto neoulivist­a di cui Pisapia sarebbe il cardine.

L’ex sindaco oscilla tra questa suggestion­e e l’impegno preso con Bersani, che vuole una lista “radicalmen­te alternativ­a” al renzismo (e quindi al Pd). Tutte e due le cose non si possono fare.

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LaPresse Articolo 1 R. Speranza

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