Ius soli e decreto Minniti 5 mila migranti in piazza
Succede a Caserta: richiedenti asilo, già integrati in città, chiedono maggiori diritti
Più Italie. Quella di Fratelli d’Italia e della Lega che per non farsi sorpassare a destra da Grillo fanno le barricate contro lo ius soli, quella di Alfano, leader di un partito cattolico che non ritiene opportuno blindare il provvedimento con la fiducia, quella di Grasso e Boldrini per i quali i figli degli immigrati nati e cresciuti in Italia prima diventano italiani meglio è. In mezzo loro, rifugiati e migranti che non hanno alcuna intenzione di restare a guardare. Così ieri, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, cinquemila persone hanno marciato sotto un sole africano a partire dalle 10, dalla stazione centrale verso la Prefettura. Manifestazione organizzata da un coordinamento di associazioni laiche e religiose tra cui il Movimento Migranti e Rifugiati, il Centro Sociale “Ex Canapificio”, il Comitato “Ci ttàViv a”, la Caritas, Migrantes, l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Pietro”, Casa Rut, i Radicali Italiani, RFC Lions, gli scout. A tenere insieme tante sigle diverse la comune opposizione alle proposte che la Commissione europea ha presentato per riformare il sistema di asilo europeo e ai pericolosi accordi stipulati con la Turchia e la Libia. Politiche dettate da mera logica emergenziale, prive di strategie strutturali per soluzioni a lungo termine. Esattamente ciò che serve a un Paese, il nostro, che negli ultimi 15 anni è così cambiato, che senza immigrati non potrebbe garantire pensioni, braccia per l’ agri colt ur a,nèlacu ra di anziani e malati.
E IERI, insieme a una veloce approvazione anche al Senato dello ius soli, in cima alla lista delle rivendicazioni, il movimento aveva in agenda proposte concrete che guardano a un territorio difficile come quello casertano. È impensabile, dice Gian Luca Castaldi, responsabile immigrazione della Caritas casertana, che a chi vive suo malgrado una situazione di irregolarità, invece di politiche di inclusione, si prospetti la riapertura di un centro di detenzione come il Cpr dell’ex caserma Andolfato a Santa Maria Capua Vetere. Accoglienza diffusa, redistribuzione, tempestività nel rilascio e nel rinnovo dei permessi di soggiorno, sono questi gli strumenti per una nuova politica sull’immigrazione che rispetti diritti e dignità. E per ottenere da Prefettura e Questura impegni concreti in tal senso, i volantini stampati in italiano, inglese e francese affissi da settimane un po’da per tutto, recitavano che il movimento dei migranti e dei rifu- giati sarebbe restato in piazza a oltranza anche nei giorni successivi. Una minaccia che non è stato necessario mettere in atto, dato che la risposta delle autorità è stata la convocazione di un tavolo per affrontare insieme tutte le problematiche poste dal movimento.
Un risultato ottenuto anche grazie al lavoro che alcune tra le sigle organizzatrici portano avanti da anni a partire dai progetti realizzati insieme al Comune di Caserta, dove i richiedenti asilo, insieme ai residenti italiani, sono impegnati in iniziative nei quartieri più popolari: riqua- lificazione degli spazi pubblici, laboratori gratuiti per bambini, il Piedibus, i corsi di lingua inglese e francese. Progetti in contro-tendenza visto che la stragrande maggioranza dei Comuni lasciano l’accoglienza a logiche appunto emergenziali dove i profughi, a causa dei ritardi da parte di Questure, Prefetture e Commissioni, sono parcheggiati anche per due anni, tre anni in hotel e centri improvvisati, senza garanzie, diritti e dignità. E di tanto in tanto anche un assaggio di scontro anche fisico.
Attese deluse Castaldi (Caritas): invece di politiche di inclusione aprono centri di detenzione Laici e cattolici
Dai centri sociali agli scout, dai Radicali ai Lions: tutti uniti nella battaglia civile