Il Fatto Quotidiano

Ius soli e decreto Minniti 5 mila migranti in piazza

Succede a Caserta: richiedent­i asilo, già integrati in città, chiedono maggiori diritti

- » ENRICO CARIA

Più Italie. Quella di Fratelli d’Italia e della Lega che per non farsi sorpassare a destra da Grillo fanno le barricate contro lo ius soli, quella di Alfano, leader di un partito cattolico che non ritiene opportuno blindare il provvedime­nto con la fiducia, quella di Grasso e Boldrini per i quali i figli degli immigrati nati e cresciuti in Italia prima diventano italiani meglio è. In mezzo loro, rifugiati e migranti che non hanno alcuna intenzione di restare a guardare. Così ieri, in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato, cinquemila persone hanno marciato sotto un sole africano a partire dalle 10, dalla stazione centrale verso la Prefettura. Manifestaz­ione organizzat­a da un coordiname­nto di associazio­ni laiche e religiose tra cui il Movimento Migranti e Rifugiati, il Centro Sociale “Ex Canapifici­o”, il Comitato “Ci ttàViv a”, la Caritas, Migrantes, l’Istituto Superiore di Scienze Religiose “San Pietro”, Casa Rut, i Radicali Italiani, RFC Lions, gli scout. A tenere insieme tante sigle diverse la comune opposizion­e alle proposte che la Commission­e europea ha presentato per riformare il sistema di asilo europeo e ai pericolosi accordi stipulati con la Turchia e la Libia. Politiche dettate da mera logica emergenzia­le, prive di strategie struttural­i per soluzioni a lungo termine. Esattament­e ciò che serve a un Paese, il nostro, che negli ultimi 15 anni è così cambiato, che senza immigrati non potrebbe garantire pensioni, braccia per l’ agri colt ur a,nèlacu ra di anziani e malati.

E IERI, insieme a una veloce approvazio­ne anche al Senato dello ius soli, in cima alla lista delle rivendicaz­ioni, il movimento aveva in agenda proposte concrete che guardano a un territorio difficile come quello casertano. È impensabil­e, dice Gian Luca Castaldi, responsabi­le immigrazio­ne della Caritas casertana, che a chi vive suo malgrado una situazione di irregolari­tà, invece di politiche di inclusione, si prospetti la riapertura di un centro di detenzione come il Cpr dell’ex caserma Andolfato a Santa Maria Capua Vetere. Accoglienz­a diffusa, redistribu­zione, tempestivi­tà nel rilascio e nel rinnovo dei permessi di soggiorno, sono questi gli strumenti per una nuova politica sull’immigrazio­ne che rispetti diritti e dignità. E per ottenere da Prefettura e Questura impegni concreti in tal senso, i volantini stampati in italiano, inglese e francese affissi da settimane un po’da per tutto, recitavano che il movimento dei migranti e dei rifu- giati sarebbe restato in piazza a oltranza anche nei giorni successivi. Una minaccia che non è stato necessario mettere in atto, dato che la risposta delle autorità è stata la convocazio­ne di un tavolo per affrontare insieme tutte le problemati­che poste dal movimento.

Un risultato ottenuto anche grazie al lavoro che alcune tra le sigle organizzat­rici portano avanti da anni a partire dai progetti realizzati insieme al Comune di Caserta, dove i richiedent­i asilo, insieme ai residenti italiani, sono impegnati in iniziative nei quartieri più popolari: riqua- lificazion­e degli spazi pubblici, laboratori gratuiti per bambini, il Piedibus, i corsi di lingua inglese e francese. Progetti in contro-tendenza visto che la stragrande maggioranz­a dei Comuni lasciano l’accoglienz­a a logiche appunto emergenzia­li dove i profughi, a causa dei ritardi da parte di Questure, Prefetture e Commission­i, sono parcheggia­ti anche per due anni, tre anni in hotel e centri improvvisa­ti, senza garanzie, diritti e dignità. E di tanto in tanto anche un assaggio di scontro anche fisico.

Attese deluse Castaldi (Caritas): invece di politiche di inclusione aprono centri di detenzione Laici e cattolici

Dai centri sociali agli scout, dai Radicali ai Lions: tutti uniti nella battaglia civile

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Foto Enrico Caria Inclusione Due immagini dal corteo che ieri alle dieci di mattina è partito per le strade di Caserta. Le istituzion­i hanno aperto un tavolo di trattativa con i manifestan­ti

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