Onorevole voltagabbanna: 1 su 3 cambia gruppo
321 parlamentari hanno tradito il partito che li ha eletti. E Labriola, ex M5S, va da B.
Rieccoci
a commentare un evergreen della politica, il voltagabbanismo da ansia elettorale, i cambi di casacca sotto l’ombrellone, tra uno spritz e una crema solare. Una delle ultime a fare il salto, spericolatissimo, è la deputata Vincenza Labriola, dal M5s a Forza Italia, nel 2013 postava “Silvio Berlusconi ha ridotto il paese a un nuovo Medioevo”, oggi dice “è tanto amato, qualcosa di buono deve averlo fatto”, già pregusta la candidatura in segno di gratitudine.
SILVIO APPREZZA e sa essere grato, Scilipoti e Razzi lo insegnano. Labriola va a fare compagnia a Nino Minardo, da Alternativa Popolare a Forza Italia, “in piena coerenza con la mia storia, no ad ipotesi di alleanze col centrosinistra”, mentre un altro eletto nei grillini, il senatore Francesco Campanella, fa il percorso inverso, e da Sinistra Italiana vola verso Articolo 1 “per una sinistra di reale cambiamento”, e sarebbe ora, che belle parole.
Fa caldo. Ma a breve farà caldissimo, si annuncia una campagna elettorale rovente, ci sarà da sudare per ottenere una ricandidatura. E per chi vive la politica come eterna perpetuazione di se stessi, queste sono settimane decisive, le stesse del calciomercato, due modi diversi di trattare il passaggio in un’altra squadra. Il sito Openpolis ci informa che i cambi di casacca da inizio legislatura sono stati 493, 268 a Montecitorio (che hanno riguardato 188 deputati) e 225 a Palazzo Madama (coinvolti 133 senatori). Un parlamentare su tre ha cambiato gruppo almeno una volta. Ogni mese lo fanno in dieci. Lo fanno strano, e spesso: nella scorsa legislatura erano “solo” quattro al mese. Per mantenere alte queste statistiche da Guinness, molto si agita nella galassia degli ex berluschini. Il Cavaliere è uscito pimpante dalle amministrative e il fascino dell’uomo è una calamita per centristi, alfaniani, ex azzurri, tutte e tre le cose insieme. Eva Longo, verdiniana, ci sta pensando. Guido Viceconte (Alternativa Popolare), pure. Il sottosegretario al Lavoro Massimo Cassano, idem. Pippo Pagano (Ncd), vedi come sopra. Ci sono poi autentiche leggende nel ramo, politici che vivono di trasformismo e che aspettano il momento giusto per proporsi. Uno è il senatore Riccardo Villari. Per ora il medico che ambiva a diventare presidente del Porto di Napoli vivacchia in Grandi Autonomie e Libertà. In una lunga e gloriosa carriera ha indossato undici maglie: Dc, Ppi, Cdu (nel centrodestra), Udeur (nel centrosinistra), Margherita (quando l’Udeur non si scioglie nel partito di Rutelli), Pd, Radicali italiani, Movimento per le autonomie in Campania, Coesione nazionale, Pdl-Forza Italia e il gruppo Gal in Senato.
PAREVA DOVESSE fare 12 rimpinguando il gruppo Ala di Denis Verdini, ma alla fine non se ne fece niente. Se però vogliamo limitarci a questa legislatura, il campione è il senatore Luigi Compagna, con sette giravolte in quattro anni: entra ed esce da Gal due volte, stesso percorso in Area Popolare (l’ex federazione degli alfaniani con l’Udc), un passaggio nel gruppo misto, poi i Conservatori e i Riformisti di Raffaele Fitto ed ora eccolo nella Federazione della Libertà di Gaetano Quagliariello. Tra i suoi compagni di gruppo, l’ex grillina Serenella Fucksia.