Il Fatto Quotidiano

Autovelox trappola e limiti di velocità per sanare i bilanci

Multe pazze Il presidente dell’Aci chiede di segnalare “i rilevatori nascosti: servono solo a fare cassa”. E vuole cambiare le regole Una sola telecamera nel Veronese fa 7,9 milioni l’anno. E i romani vanno a Ostia a 30 all’ora

- » FERRUCCIO SANSA

“In Italia ci sono dodici limiti di velocità diversi! Basta, dobbiamo uniformarl­i. Proponiamo al governo di ridurli a sei, massimo, a seconda del tipo di strada”. È l’ultima battaglia lanciata dall’Aci e dal suo presidente Angelo Sticchi Damiani. L’uomo che da tempo si batte contro gli autovelox che spremono le tasche degli automobili­sti per rimpinguar­e le casse dei comuni. “Spesso sembra che i limiti e gli autovelox non siano messi per la sicurezza della circolazio­ne, ma per il portafogli. È il contrario di quello che dovrebbe essere: invece di far rallentare e risparmiar­e chi guida, servono per lasciar andare veloci e spennare”, sostiene Sticchi Damiani.

I DATI gli danno ragione: nel 2016 le sanzioni per violazioni al codice della strada sono arrivate a 1,7 miliardi (+45% rispetto al 2015). Non solo: l’84% delle multe sono fatte dalle amministra­zioni locali (il 12 dalla polizia stradale e il 4 dai carabinier­i).

Da qui nascono due iniziative del presidente dell’Aci. Primo, la richiesta al governo di uniformare i limiti di velocità: “In città 30 o 50 chilometri orari, nelle strade extraurban­e o in quelle urbane veloci invece 70 e 90. In quelle a scorriment­o veloce e nelle autostrade 110 e 130. Senza deroghe, tranne cause eccezional­i”. Il punto, spiega Sticchi Damiani, “è che gli automobili­sti hanno bisogno di regole trasparent­i. Quando guidano devono sapere a che velocità andare senza tenere un occhio sul tachimetro e uno a bordo strada a caccia di autovelox e cartelli invisibili. Perché altrimenti, invece di aumentare la sicurezza, rischiano di creare un ulteriore pericolo. Insomma, si va a sbattere per non prendere una multa”. L’esempio positivo invece sono i tutor: limiti chiari. Punto e basta.

Spiega l’Aci: “Il nuovo codice della strada è in Parlamento. Per cambiare i limiti bisognereb­be inserire un emendament­o, speran- do che la legge delega sia approvata entro fine della legislatur­a. Sennò si riparte da capo”.

Limiti uniformi, appunto. E basta con gli autovelox-trappola. Il presidente dell’Aci lancia agli automobili­sti un appello che il Fatto raccoglie: “Segnalatec­i gli autovelox spremi portafogli. Quelli che non si possono vedere e magari sono messi in corrispond­enza di un limite di velocità particolar­mente basso”. Bisogna telefonare al numero 803116, quello dei carri attrezzi. “Un’iniziativa – spiega l’Aci – che non è contro i Comuni e le province. Anzi, poi affrontere­mo le emergenze con loro”.

Il sito Open Polis ha stilato una classifica dei Comuni con il più alto rapporto tra multe e abitanti. Vince Serravalle di Chienti (Macerata) 831,49 euro, poi Comabbio (Varese) 781,43 euro. Bronzo a Rocca Imperiale ( Cosenza) 628,98. Quindi Villa Biscossi (Pavia) 616,19 euro, Macchia d’Isernia (Isernia) 585,60, Colle Santa Lucia (Belluno) 535,51, San Tomaso Agordino (Belluno) 453,65, Vinzaglio (Novara) 451,87, Ficarolo (Rovigo) 436,74. Decima Atina (Frosinone) 368,44 euro. La Regione più tartassata è il Lazio.

A San Giovanni Lupatoto (Verona) in un anno i vigili urbani hanno fatto multe per 7,9 milioni. In pratica il Comune sta in piedi su un autovelox. Quello famigerato sulla Transpoles­ana.

NON È L’UNICO caso. A Recco, Comune ligure famoso per la focaccia, due anni fa i vigili urbani conquistar­ono forse il record mondiale di infrazioni accertate: 74 mila su 80 mila vetture transitate ( il 92% superava i 50 all’o ra ) . Scoppiò una mezza guerra civile: gli autovelox e i relativi cartelli erano praticamen­te invisibili. Microscopi­ci, nascosti dalla vegetazion­e. Individuar­li valeva come test della vista: dieci decimi. Risultato: il Comune promise che le violazioni non si sarebbero trasformat­e in sanzioni. Ci deve essere una pattuglia dei vigili.

Sulla Cristoforo Colombo a Roma - la strada che porta al mare di Ostia - hanno messo il limite di 30 perché ci sono le buche e rischiano troppi contenzios­i per danni. Ora spunterà anche l’autovelox nascosto?

Ed ecco un altro mistero degno di Fatima: ma le multe degli autovelox nascosti sono valide? La Cassazione, in questi anni, ha dato risposte diverse, ma ora prevale il sì.

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LaPresse Angelo Sticchi Damiani

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