Il Fatto Quotidiano

Armi, il made in Italy che non conosce crisi

Non solo Arabia Saudita: dalla Libia all’Egitto è un fiorire di cannoni e mitra tricolori

- » ENRICO PIOVESANA

La

definitiva conferma dell’uso da parte dell’Arabia Saudita di bombe italiane contro obiettivi civili nello Yemen riapre il dibattito sull’esportazio­ne del made in Italy militare verso Paesi in guerra.

La lista degli armamenti italiani venduti in giro per il mondo e impiegati in conflitto è molto, troppo lunga. La situazione non è tanto cambiata da quella degli anni 70 descritta nel famoso film di Alberto Sordi Finché c’è guerra c’è speranza, nonostante dal 1990 la legge italiana vieti esplicitam­ente la vendita di armi a Paesi in guerra.

R I MA NE N DO a ll ’ A r ab i a Saudita, tra i principali clienti dell'industria bellica italiana, e al conflitto nello Yemen, ci sono i 72 cacciabomb­ardieri Typhoon regolarmen­te usati nelle missioni, venduti nel 2007 a Ryad dal consorzio Eurofighte­r di cui fa parte Finmeccani­ca (oggi Leonardo): un affare autorizzat­o dal governo Prodi e dall'allora ministro degli Esteri D'Alema, che al gruppo industrial­e italiano ha fruttato 2 miliardi di euro.

S po st a nd oc i in Siria, troviamo i sistemi di puntamento e controllo del tiro TURMS della Selex ( azienda del gruppo Finmeccani­ca) per i cannoni dei carri armati, venduti a Damasco per circa 250 milioni di euro dal 1998 (governo Prodi, autorizzaz­ione del ministro Dini) fino al 2009 (governo Berlusconi, autorizzaz­ione del ministro Frattini). Carri armati impiegati nella guerra civile siriana sia dal regime di As- sad che dall'Isis che li ha sottratti all'esercito governativ­o. Ma è nella guerra civile in Libia che le armi italiane la fanno da padrone: da quelle pesanti vendute a Gheddafi in passato e riammodern­ate nel 2007 su autorizzaz­ione del ministro D'Alema (governo Prodi), come i cannoni semoventi cingolati da 46 tonnellate Palmaria della Oto Melara, protagonis­ti della battaglia di Sirte dell'anno scorso (venduti negli anni 80 e ammodernat­i da Finmeccani­ca per 2,6 milioni), i caccia- bombardier­i leggeri Siai Marchetti SF-260 con cui Gheddafi nel 2011 ha bombardato Misurata (venduti negli anni 70 e ammodernat­i da Alenia sempre per 3 milioni) o gli elicotteri CH- 47 Chinook ( ammodernat­i da Finmeccani­ca per 54 milioni di euro), a quelle leggere vendute nel 2009 ( Berlusconi- Frattini): 11 mila pistole e fucili mitragliat­ori Beretta per un valore di 80 milioni di euro, che allo scoppio della guerra civile nel 2011 furono trafugati dai magazzini del re- gime, finendo nelle mani dei ribelli e poi negli arsenali dell'Isis, infine rimesse in vendita nel 2016 al mercato nero di Bengasi.

FUCILI D'ASSALTO e pistole esportate dalla Beretta anche in Egitto: solo tra il 2014 e il 2015 la ditta bresciana ha venduto alle forze di sicurezza del Cairo merce per un valore di 12,7 milioni di euro. Armi affidate a un Paese dove i conflitti sociali sono a livelli da allarme rosso con il regime di al-Sisi che stringe le maglie con mezzi poco ortodossi. Stessa situazione in Messico, che solo tra il 2011 e il 2012 ha comprato dalla Beretta quasi 6.000 fucili d’assalto e oltre mille fucili automatici.

Infine c'è la Turchia, che bombarda i villaggi curdi con gli elicotteri italiani T-129, frutto di un contratto di coproduzio­ne firmato nel 2007 che all'epoca fruttò ad AgustaWest­land (Finmeccani­ca) oltre 1 miliardo di euro.

La legge 185 del 1990 che vieta la vendita di armi a Paesi in guerra e responsabi­li di gravi violazioni di diritti umani non ha mai impedito ai governi di ogni colore di autorizzar­e forniture “v ie t at e ”, grazie a una semplice trovata che consente di aggirare il divieto: la stipula di un accordo bilaterale di cooperazio­ne militare. Un sotterfugi­o che un ex ministro della Difesa di nome Sergio Mattarella denunciò anni fa come “un grave svuotament­o delle disposizio­ni contenute nella legge 185”.

Il trucco

La legge che vieta l’export c’è ma basta un accordo di cooperazio­ne militare bilaterale e il gioco è fatto

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Un modello di Typhoon: l’Italia ne ha venduti 72 all’Arabia Saudita che li usa in Yemen
LaPresse Arriva il tifone Un modello di Typhoon: l’Italia ne ha venduti 72 all’Arabia Saudita che li usa in Yemen
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