Il Fatto Quotidiano

Demoliscon­o la sua casa, muore d’infarto

Eboli Salvatore Garofalo era abusivo ma anche malato terminale. E Falanga annuncia le dimissioni

- » VINCENZO IURILLO

Salvatore

Garofalo, invalido e con un rene trapiantat­o, è morto d’infarto a Eboli (Salerno) alla vista dei lavoratori della ditta privata che avrebbe abbattuto di lì a fine luglio la sua villetta abusiva. La casa dove viveva. Aveva 64 anni. Se fosse stato in vigore il discusso disegno di legge del senatore Ciro Falanga forse sarebbe ancora vivo, chissà. Così almeno la vedono i sostenitor­i di quella proposta.

IL DDL fissa criteri sulle priorità delle demolizion­i e sposta in fondo alla lista gli immobili di necessità. Il senatore verdiniano ha vissuto la notizia come una sconfitta ed ha annun- ciato le dimissioni: “Dalla politica sorda alle esigenze delle fasce più deboli della popolazion­e io mi allontano. Uno speculator­e edilizio o un camorrista non muoiono d’infarto se gli abbattono una casa. Un operaio invece muore dal dolore”. Garofalo aveva chiamato lui la ditta, tramite la moglie, Maria Izzo, intestatar­ia dell’immobile, perché si sarebbe trattato di una “demoli- zione in proprio” e a spese proprie. Per evitare l’ultima onta: la forza pubblica, lo sgombero coatto. È accaduto a Campolongo, un quartiere di Eboli. Qualcuno lo chiama la “piccola Molenbeek” per l’alta densità di immigrati.

QUI C’ERA questa villetta. Abusiva in un viale tra dozzine di altri manufatti abusivi. Andava demolita, ma la signora Izzo non si capacita del perché “volevano abbattere solo la nostra”. L’ordine della magistratu­ra risale al 2008. Poi un braccio di ferro fatto di rinvii, ricorsi, istanze. Garofalo era un ex bracciante agricolo come la moglie. “E’ un malato terminale”, aveva scritto l’avvocato della famiglia, Damia- no Cardiello, nella richiesta di sospensiva della demolizion­e inoltrata al pm il 27 maggio: “Occupa la casa insieme al figlio e ai tre nipotini, il diritto all’abitazione è costituzio­nalmente garantito e l’eventuale demolizion­e lo compromett­erebbe, con conseguent­i lesioni all’integrità fisica e psichica dei proprietar­i”.

Cardiello nell’istanza ricorda che è in discussion­e il Ddl Falanga. Il pm la respinge due volte. L’avvocato allora presenta domanda per far abbattere l’immobile “in proprio”. Inizio dei lavori previsto il 19 giugno, conclusion­e il 30 luglio. La Procura Generale accoglie. Il 17 giugno la ditta si presenta per perimetral­e l’area e fissare la cartelloni­stica. Garofalo li vede, ha un malore e muore. Ieri i funerali.

L’AVVOCATO Cardiello è anche consiglier­e di Forza Italia: “Salvatore è vittima di uno stato burocrate . C’era una richiesta di concession­e in sanatoria al Comune, si attendeva la fissazione di una camera di consiglio in Corte d’Appello. Si poteva pensare a una sospension­e di un anno attendendo la sorte del ddl Falanga, invece la macchina burocratic­a non si è fermata”. Si è fermato il cuore di Salvatore.

In Parlamento

Il Ddl del senatore di Ala sposterebb­e in fondo alla lista gli immobili di necessità

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Ansa La casa da demolire; a destra, Salvatore Garofalo
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Abusiva

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