Il Csm con l’amico della Boschi processa Woodcock
Il Consiglio superiore della magistratura apre l’istruttoria sui pm di Napoli: ora tocca a Fanfani, laico scelto dai renziani
Nei giorni in cui emergono sempre più elementi sulla fuga di notizie sull’inchiesta Consip, con i renziani in grande affanno politico e in calo d’immagine, ecco che per loro arriva una boccata di ossigeno. Il Comitato di presidenza del Csm, capitanato dal vicepresidente Giovanni Legnini, ha trasmesso una relazione del Pg di Napoli Luigi Riello alla Prima commissione su presunte irregolarità dei pm partenopei che indagano su Consip: Henry Jhon Woodcock e Celestina Carrano. E dal Csm filtra la notizia dell’apertura della pratica quando i consiglieri della Prima non hanno ancora letto le carte. Hanno appena avuto una sommaria spiegazione dal presidente Giuseppe Fanfani (laico del Pd), renziano e amico di Maria Elena Boschi.
LA NOTAche Riello ha inviato al Csm riguarda un aspetto marginale del filone napoletano dell’inchiesta Consip ed è minimo pure l’e pis od io contestato. Ci sarebbe stata una tardiva iscrizione nel registro degli indagati dell’attuale giudice di Milano Rosita D’Angiolella, all’epoca fuo-
Il Comitato di presidenza del Csm, capitanato dal vicepresidente Legnini, ha trasmesso una relazione del Pg di Napoli Riello alla Prima commissione su presunte irregolarità dei pm partenopei che indagano su Consip: Henry John Woodcock e Celestina Carrano. E dal Csm filtra la notizia dell’istruttoria aperta in Prima commissione Il fatto Rischio trasferimento L’accusa: tardiva iscrizione nel registro degli indagati del giudice D’Angiolella
ri ruolo come capo legislativo del ministero dell’Istruzione, amica dell’imprenditore Alfredo Romeo, al centro d el l’inchiesta, che avrebbe fatto una inutile telefonata al presidente dell’Anac Raffaele Cantone alla vigilia di un convegno organizzato da Romeo a cui era stato invitato l’ex magistrato. Inoltre, riferisce Riello, il procuratore reggente Nunzio Fragliasso si è lamentato con i pm di non aver saputo dell’indagine a carico di D’Angiolella. I pm, a loro volta, hanno puntualizzato che lo dissero a voce all ’ allora procuratore Giovanni Colangelo.
Su queste presunte irregolarità formali devono vederci chiaro i consiglieri della Prima commissione anche se non si capisce la loro competenza. Perché se i fatti fossero veri sarebbero un illecito disciplinare e non un cosiddetto ex articolo 2 che prevede il trasferimento per incompatibilità ambientale o funzionale dettato, però, da una condotta incolpevole. Infatti, la nota di Riello è stata trasmessa anche alla procura generale della Cassazione che ha già messo Woodcock sotto procedimento disciplinare per un articolo di Repubblica che riportava suoi pensieri (senza il consenso).
Il presidente Fanfani ha nominato due relatori: il vice- presidente Luca Palamara ( togato di Unicost) e Aldo Morgigni (Autonomia e Indipendenza) perché Napoli è di sua competenza. Giovedì la prima riunione sul caso.
Il Comitato di presidenza, Legnini in particolare, ci tiene che il Csm abbia i riflettori puntati su Consip anche se siamo nel pieno delle indagini. D’altronde lui stesso, quando spiegò il no a denti stretti all’apertura di una pratica, ad aprile, su richiesta del consigliere laico Pierantonio Zanettin (Fi) disse: “Se avremo elementi” faremo la nostra parte. La Prima commissione è stata sollecitata anche a procedere con la pratica, già aperta nel 2015, legata all'inchiesta “Cpl Concordia” (il pm è Woodcock) aperta dopo la pubblicazione sul Fatto di intercettazioni ambientali tra il generale della Gdf Michele Adinolfi e l'ex premier Matteo Renzi.
DOMANI è l’ultimo giorno operativo delle Commissioni e del Plenum prima della settimana “bianca”. Dunque è luglio il mese in cui potranno essere sentiti i pm napoletani. Ed è luglio il mese in cui il Csm dovrebbe nominare il procuratore di Napoli, che manca da febbraio perché Colangelo è andato in pensione. La Quinta commissione avrebbe dovuto avanzare una proposta al plenum già giovedì scorso ma prende tempo perché in Consiglio non c’è una ampia maggioranza né per Giovanni Melillo, ex capo di Gabinetto del ministro Andrea Orlando né per Federico Cafiero de Raho, procuratore di Reggio Calabria