Marra & Romeo, tutti i guai di Raggi a rischio processo
Chiuse le indagini per un falso e un abuso d’ufficio per le due nomine. Richieste di archiviazione per altri fascicoli sul sindaco: quello sull’incarico alla Raineri e sul “dossier De Vito”
Quando Virginia Raggi viene iscritta per la prima volta nel registro degli indagati con l’accusa di abuso d’ufficio è il 9 gennaio 2017. A distanza di 6 mesi, arrivano al primo traguardo le inchieste giudiziarie che hanno coinvolto la sindaca M5S di Roma. Sono due le vicende per le quali la Procura ha notificato la chiusura indagine, atto che di norma prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. La prima indagine riguarda la nomina (poi revocata) a capo del dipartimento Turismo di Renato Marra, fratello di Raffaele (quest’ultimo in carcere per corruzione): Raggi era accusata di abuso d’u f fi ci o (insieme a Raffaele) e falso per aver dichiarato all’Anac di avere deciso in autonomia la promozione. I pm invece sono convinti che sia stato proprio Raffaele Marra a dare “avvio alla procedura di interpello”, mentre la Raggi avrebbe svolto un “ruolo marginale”. Così, non essendoci l’intenzione di creare un vantaggio patrimoniale a Renato Marra, per la Procura bisogna archiviare l’abuso d’ufficio (per l’atto di nomina), ma non il falso (per la dichiarazione).
ANCHE LA NOMINA di Salvatore Romeo, il dipendente comunale finito nella bufera per la vicenda – rivelata dal Fatto e dall’Espresso– delle due polizze-vita “intestate” alla sindaca a sua insaputa, potrebbe rappresentare per la Raggi una grana. Anche in questo caso la contestazione è abuso d’ufficio: il sindaco, nominando Romeo a capo della sua segreteria politica, avrebbe procurato “intenzional- mente al medesimo un ingiusto vantaggio patrimoniale costituito sia dalla nomina illegittima sia dalla attribuzione di una fascia retributiva superiore a quella già posseduta”. Romeo a luglio 2016 poteva essere chiamato diretta- mente in quanto già funzionario interno, quando guadagnava intorno ai 40 mila euro l’anno. Invece, prima della nomina, c’è stato un periodo di aspettativa. E con il nuovo incarico, la sua retribuzione è salita a 120 mila euro lordi l’anno (mai percepiti, vista la successiva riduzione). A sciogliere i dubbi su questa nomina però è stata l’Anticorruzione, a cui si è rivolta la stessa Raggi. L’Anac alla fine ha concluso che l’articolo 90 del Tuel applicato per il contratto di Romeo era adatto, ma ha ravvisato “la possibilità, e non l’obbligo, di definire, con criteri di ragionevolezza e buon andamento, la retribuzione”. Come poi avvenuto. Alla fine lo stipendio del funzionario è stato abbassato a 93 mila euro. Poi Romeo si è dimesso e ora è tornato in Campidoglio come dipendente del dipartimento del Turismo. La difesa di Virginia Raggi – visionati gli atti – consegnerà una memoria alla Procura, che poi deciderà se chiedere il rinvio a giudizio o l’archiviazione. La sindaca ieri comunque ha ribadito: “In caso di processo non mi dimetterò”.
Contestazioni Su 5, restano solo due accuse I pm: “Ruolo marginale nella scelta del parente del dirigente” La scheda
POI C’È IL CAPITOLO delle archiviazioni. Oltre all’abuso d’ufficio per la nomina di Renato Marra, la Procura ha chiesto l’archiviazione anche per il fascicolo sul presunto dossieraggio ai danni del presidente M5S dell’Assemblea capitolina, Marcello De Vito, per favorire la futura sindaca nella “comunarie”. Qui si procedeva per violazione del segreto d’ufficio. Infine la nomina - bocciata dall’Anac e poi riformulata - di Carla Raineri a capo gabinetto, ruolo che la giudice lasciò dopo un mese. La sindaca era accusata di abuso d’ufficio, ma i pm vogliono archiviare per mancanza dell’elemento soggettivo del reato: cioè l’intenzione di violare la legge.
COSA RESTA
Raggi rischia il processo per un abuso d’ufficio per la nomina di Romeo e un falso per quella di Renato Marra
CASI CHIUSI Chiesta l’archiviazione per il fascicolo sulla nomina della Raineri e quello sul dossier contro De Vito