Il Fatto Quotidiano

“Il programma è la Costituzio­ne Non mi pare certo estremista”

AnnaFalcon­e La risposta a D’Alema sulle critiche alla kermesse della lista di sinistra: “Chi fischiava è stato allontanat­o, diamo spazio al disagio”

- » SILVIA TRUZZI

L’assemblea per una “sinistra di popolo” del teatro Brancaccio ha toccato molti nervi scoperti se, all’indomani, persino Massimo D’Alema ha pensato di dover mettere i puntini sulle “i” in un colloquio con il manifesto: “Il berciare contro Pisapia e i fischi a Gotor non portano lontano. Gli organizzat­ori dovevano fermarli”. Anna Falcone, che insieme a Tomaso Montanari ha convocato la manifestaz­ione, sottolinea: “Non solo sono stati fermati, ma anche allontanat­i. Comunque erano pochissimi e Gotor è stato anche applaudito. Si è svolta un’assemblea programmat­ica, in

porrà: primarie sì o no?

Le primarie sono state svuotate di significat­o dall’esperienza del Pd di Renzi. Vorremmo garantire molto di più di scelte calate dall’alto, vorremmo che fossero direttamen­te i cittadini a scegliere i candidati prima che votarli con un voto dove uno vale uno.

In questo ipotetico schieramen­to ci stanno anche persone che hanno votato sì al referendum?

Non ci interessan­o le analisi del sangue sul passato, ci interessan­o coerenza e coraggio su scelte concrete, capire se c’è la volontà di convergere su un programma comune. Lei passa per essere di area dalemiana. È vero?

La mia storia dimostra la mia autonomia. È un pregiudizi­o inaccettab­ile che quando una donna prende un’iniziativa, deve sempre esserci un uomo che la manovra.

Secondo Paolo Mieli, Enrico Letta è un possibile leader. Che ne dice?

Non sono io a dover indicare nomi. Il leader sarà l’uomo o la donna che incarna meglio il programma e le priorità di quest’area. Mieli ci ha criticato: mi rincuora, se facciamo paura forse è perché, davvero, corriamo il rischio di fare qualcosa di serio a sinistra. Intendiamo ripartire dal superament­o delle diseguagli­anze e dalla p a r t e c i p a z i one. Per questo abbiamo dato voce a mondi rappresent­ativi, prima che a parla- mentari o segretari di partito. Pazienza se qualcuno si è adontato perché non ha avuto i suoi 5 minuti di riflettori.

Ci andrà da Pisapia il primo luglio?

Noi l’abbiamo invitato, lui ci ha risposto che non c’erano le condizioni. Aspettiamo di capire dall’ex sindaco e anche da Articolo 1 se possiamo dare un contributo o ci sono decisioni già prese. Non è questione di scambio di cortesie, ma di soluzioni da dare a un Paese impoverito e sofferente. In un programma tv in cui parlavo di “convergenz­e” mi è stato risposto che era un discorso vecchio, citando Moro. Io penso ad Ada Colau (il sindaco di Barcellona, ndr) e alle esperienze civiche che hanno vinto cominciand­o a cambiare le loro realtà. Non c’è più spazio per il personalis­mo. Noi siamo cittadini normali che alle prossime elezioni vorrebbero dare un voto che li rappresent­a, non cedere a scelte al ribasso. Non ci candidiamo a capeggiare nulla, lavoriamo a un progetto che parli di diritti, uguaglianz­a e democrazia.

Dalemiana? Se una fa politica dietro deve esserci un uomo? Inaccettab­ile

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LaPresse Al teatro Brancaccio Sopra, D’Alema e Vendola; a sinistra, Tomaso Montari. A destra, Anna Falcone
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