Il Fatto Quotidiano

Quando si perde la nozione di popolo

Una massa enorme di cittadini è in cerca di qualcuno che voglia applicare la Car ta

- » PAOLO MADDALENA*

cui è stato dato spazio alle parti sociali e ai mondi del disagio che chiedono rappresent­anza. Aggiungo: non c’erano posti assegnati, D’Alema era in prima fila perché una signora gli ha ceduto il posto. Non hanno parlato politici della vecchia generazion­e, ma operai, precari, insegnanti, associazio­ni e liste civiche”. D’Alema dice: “In un altro contesto potremmo intrattene­rci con l’idea di lungo periodo di ricostruir­e la sinistra”. Parla anche di “forme di estremismo”.

Noi non vogliamo unire la vecchia sinistra, che non c’è più, ma costruire una sinistra che non c’è ancora a partire dalla partecipaz­ione dei cittadini e delle esperienze di cittadinan­za attiva: penso alle liste civiche che quando si uniscono a una sinistra coerente, per battaglie concrete, fanno risultati a due cifre. Questo è il modello che vorremmo proporre a livello nazionale, con un programma scritto insieme ai cittadini che metta i diritti al centro. A partire dall’attuazione della Costituzio­ne: mi turba il fatto che si qualifichi come “estremista” chi chiede l’attuazione, dopo 70 anni, della Carta. Vogliamo che torni a essere la guida per l’attuazione delle scelte politiche anche sui temi più divisivi. La Costituzio­ne ci unisce, la politica che pensa prima ad alleanze e leadership ci divide.

Il tema della leadership si Lo

scellerato pensiero neoliberis­ta, con il suo obiettivo di “accentrare” la ricchezza nelle mani di pochi ed estromette­re dal mercato l’i n t e rvento dello Stato, e cioè del popolo ( in aperto contrasto con il pensiero keynesiano, che vuole la “red i s tr i b u z io n e ” della ricchezza e l’intervento del popolo come protagonis­ta d e ll ’ e c on o m ia ) , ha talmente soggiogato l’im maginario collettivo che anche giornalist­i di chiara fama, come Paolo Mieli (vedi l’articolo “Qualcosa non quadra a sinistra di Matteo Renzi” sul Corriere della Sera di lunedì) non riescono a uscire dalle con- sunte categorie di “sinistra”, di “centro” e di “destra”, impedendo a loro stessi e agli altri di capire pienamente i nuovi fermenti che in questo periodo stanno facendosi strada nelle masse.

Non si potrà certo negare, ad esempio, che la vittoria di Trump sulla Clinton, la Brexit e la vittoria del No al referendum sulle modifiche costituzio­nali sono espression­e di una insofferen­za che aumenta sempre più nelle classi popolari, mentre, sul piano intellettu­ale, la voce di Papa Francesco, di Sanders e di Stiglitz, solo per citare alcuni dei nomi più famosi, si levano fortemente per far capire i disastri che ha provocato

Non si può unire una vecchia sinistra che non c’è più, vogliamo costruirne una che non c’è ancora I nomi vengono dopo

l’affermazio­ne del neoliberis­mo: la enorme disuguagli­anza tra ricchi e poveri, l’a umento vertiginos­o della povertà e della disoccupaz­ione, la distruzion­e sistematic­a dello Stato sociale. È evidente che in questo quadro non è più possibile parlare di destra, sinistra e centro, ma di un “sopra” (le multinazio­nali e la finanza) e di un “sotto”, tutti i lavoratori e le loro famiglie, divenuti praticamen­te sudditi della volontà dei mercati.

TOMASO Montanari e Anna Falcone hanno capito questo. Hanno capito che c’è una massa enorme di persone che non ha “rappresent­anza” politica, che la cerca affannosam­ente, pur di non astenersi dal voto, e che vuol vedere affermati quei diritti fondamenta­li loro garantiti dalla Costituzio­ne, nonché quel vero e proprio “programma di governo dell’economia”, che è costitui- to dagli articoli da 35 a 47 della Costituzio­ne medesima. Essi, in modo del tutto trasversal­e, prescinden­do assolutame­nte da qualsiasi forza politica, chiamano a raccolta sempliceme­nte il “popolo”, quell’aggregato umano che si fonda sulla “solidariet­à” ed ha come contraltar­e l’egoismo del “singolo”. La civiltà è nata proprio quando sono nate le città e si è potuto parlare di “cives”, singoli cittadini, considerat­i come “parti” dell’ universali­tà dei cittadini, cioè del Popolo.

Vogliamo dunque uscire dalla crisi, richiamand­o il popolo a essere protagonis­ta dell’economia, o vogliamo ancora trastullar­ci con le diatribe dei partiti che sono e restano chiusi in se stessi perseguend­o i loro interessi di casta e si adeguano agli interessi delle lobby, tradendo i propri elettori? Confinare l’appello di Montanari e Falcone tra questi ultimi vuol dire disinteres­sarsi degli interessi del popolo e farci restare prigionier­i d e ll ’ attuale insulso sistema parlamenta­re. Si può essere ironici quanto si vuole, ma la politica, se prescinde dal popolo, cioè dai cives e dalla civiltà, non è “politica”.

* magistrato, ex presidente

della Corte costituzio­nale

Il contesto Trump, Brexit e anche la vittoria del No in Italia sono il segnale dell’insofferen­za che aumenta

 ??  ??
 ??  ?? Logo Il simbolo del “No”
Logo Il simbolo del “No”
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy