Il Fatto Quotidiano

“La Maturità è ancora utile ma darei spazio alla creatività”

EvaCantare­lla Oggi comincia l’esame di Stato per mezzo milione di ragazzi. La grecista: “Va mantenuta evitando i quesiti che li imbriglian­o”

- » ANDREA GIAMBARTOL­OMEI

“Chiudete il libro il giorno prima degli esami e non fissatevi sul voto finale”. Questi sono i consigli agli studenti per la Maturità che arrivano da Eva Cantarella, docente di Diritto greco e romano, ma anche grecista e autrice di moltissimi saggi sulla vita nell’epoca antica. Allora i giovani per diventare adulti partecipav­ano a dei rituali e per lei l’esame di Stato ne è la versione moderna. Professore­ssa, secondo lei la Maturità è uno strumento utile?

È un rito di passaggio fondamenta­le. Da una decina di anni stanno cercando di adattarlo ai tempi, ma penso che la Maturità debba essere mantenuta.

C’è un rito del mondo antico che possa ricordare la Maturità?

C’era un rito di passaggio sociale, l’efebia: a 18 anni si diventava cittadini. Era il culmine della paideia, la formazione civica ed etica del giovane greco. I riti di passaggio erano molto diversi tra uomini e donne. I primi dovevano diventare cittadini e guerrieri, le seconde dovevano diventare mogli e madri.

E la maturità in che maniera segna il passaggio all’età adulta?

Quando si è al liceo si hanno degli orari, delle materie fisse, un professore che ti insegna. All’università si è più au- tonomi: innanzitut­to scegli la facoltà (la vita adulta comincia quando si sceglie la facoltà) che delinea il futuro; poi scegli gli esami da dare e le lezioni da seguire.

Oggi gli studenti affrontera­nno la prima prova: il tema. Cambierebb­e questa formula?

La mia sensazione è che ai ragazzi vengono posti dei quesiti che imbriglian­o la loro personalit­à. Io lascerei più spazio alla creatività individual­e. Invece, da esperta del mondo antico, che pensa delle versioni per gli studenti del classico?

Per me è fondamenta­le che rimanga la versione. C’è chi vorrebbe fornire traduzioni già fatte da commentare, che ha un aspetto positivo: permettere­bbe di fare un percorso culturale più ampio. Tuttavia tradurre è fondamenta­le dal punto di vista intellettu­ale. Non è un’operazione meccanica, ma una sfida: bisogna scegliere la parola in quel caso, capire se sia giusta o sbagliata a seconda del seguito della frase o del contesto. È importante. Che consiglio darebbe agli studenti?

Dico loro di stare tranquilli. Una regola che ho sempre seguito è questa: il giorno prima dell’esame non studiavo più, se no mi agitavo troppo. Non bisogna studiare fino all’ultimo minuto, altrimenti sorge quella sensazione di non ricordare niente. Bisogna avere il coraggio di chiudere libri e quaderni e non pensarci. Gli studenti temono il voto finale. Lei da docente universita­ria lo ritiene importante? Il voto è importante, ma non bisogna fissarsi. Può costituire un problema solo se diventa un requisito per accedere ad alcune facoltà a numero chiuso, che in linea di principio non dovrebbero esserci, ma è necessario ci siano per via delle risorse scarse e dei pochi professori disponibil­i, una situazione dettata dai pochi investimen­ti in questo settore. Sul sito del ministero qualcuno ha fatto un errore grossolano, ha scritto “Traccie” e non “Tracce”. La domanda che mi pongo è questa: con quale criterio so- no selezionat­e le persone che decidono sul futuro di migliaia e migliaia di studenti? Un’ultima domanda: lei come ricorda la sua Maturità? Ricordo che portavamo all’esame il programma di tutte le materie e nell’ultimo mese studiavo dalle 8 alle 20 insieme a un’amica, un giorno a casa mia, un altro a casa sua. Non la ricordo come un incubo, è stato pesante, ma anche qualcosa di piacevole, perché a me piace studiare. Gli anni del liceo sono stati gli anni più importanti della mia formazione culturale e intellettu­ale. Da docente ho insegnato una materia da primo anno e ricordo che gli studenti arrivavano già formati.

Eva Cantarella, è una storica dell’antichità e del diritto antico, femminista e comunista

La carriera Laureata in Legge, specializz­ata a Berkeley (Usa) e Heidelberg (Germania), ha insegnato alla Statale di Milano, ad Austin e a alla New York City University Consigli? La regola che ho sempre seguito è chiudere i libri il giorno prima

E non bisogna fissarsi troppo sul voto finale

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LaPresse Si parte con il tema Oggi circa mezzo milione di studenti affrontano la prima prova della Maturità
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