Il Fatto Quotidiano

“Toscana, Etruria, Verdini e i massoni sullo sfondo”

Sandra Bonsanti Sul renzismo e gli scandali politici: “Mio marito diceva che quando qualcosa non torna, di mezzo ci sono i grembiuli”

- » DAVIDE VECCHI

Tra i grembiulin­i invocati da Miguel Gotor, i precari rapporti amicali del Giglio magico con i suoi ormai ex fedelissim­i come l'ad di Consip Luigi Marroni e le sempre più acclarate menzogne dei petali più preziosi, come quelle di Maria Elena Boschi sul suo interventi­smo in aiuto del babbo per Etruria, il sistema renziano che doveva rottamare tutto, sta rottamando se stesso. E il Pd. Il quadro lo tratteggia chi quel mondo lo conosce bene: Sandra Bonsanti, presidente emerita di Libertà e Giustizia, ex parlamenta­re, firma di Repubblica, direttore de Il Tirreno. Soprattutt­o fiorentina di Firenze e figlia di un ex primo cittadino, Alessandro Bonsanti. A lei Dario Nardella ha deciso di assegnare il Fiorino d’oro. “Gli sono grata per questa onorificen­za che accetto a nome della mia famiglia”. Nardella st a s cendendo dal carro? Qualcosa si sta muovendo. Prova ne è Rignano, dove il sindaco che aveva avuto contrasti duri con il padre di Renzi è stato confermato.

Hanno perso il rapporto con i cittadini? Nardella sta finalmente tentando di fare il sindaco di tutta la città e questo non può che farmi piacere visto che negli ultimi anni si è sentita molto forte la cappa, la pressione del cosiddetto Giglio magico.

È a Firenze del resto che è nato e sbocciato...

Una situazione che però in questa città non si era mai vista, quindi se ci fosse davvero un allentamen­to sarebbe positivo. Ma è presto per dirlo, non basta un fiorino d'oro. Anche perché da Roma arrivano ben altri messaggi . Certo, noi abbiamo avuto il privilegio, per così dire, di veder nascere il renzismo. Già nel 2009 sottolinea­vo la strana affinità tra Berlusconi e l'oggi segretario Pd. Ricordo che lanciammo il primo appello “rompiamo il silenzio”, contro le varie riforme pensate ad Arcore: lo stravolgim­ento della Costituzio­ne, il presidenzi­alismo, la legge bavaglio; insomma, quando Berlusconi dava il meglio del suo repertorio, Renzi iniziò a dichiarars­i favorevole a una rivisitazi­one della Carta, a ribaltare il welfare e il sistema di sindacato.

Si era accorta dell'innamorame­nto?

Una affinità che veniva pure dichiarata e che poi abbiamo visto crescere. Così come il legame con Verdini che oggi si dice repubblica­no: sicurament­e viene da quella tradizione lì, è vero, ma non bisogna dimenticar­e che lì c'era di tutto, massoneria compresa. I grembiulin­i sono evocati con frequenza quando si parla del prato in cui è fiorito il Giglio magico renziano eppure i diretti interessat­i hanno sempre smentito.

È impossibil­e parlare di Toscana senza parlare di massoneria. Torna sempre, in tutto. Da Banca Etruria, per esempio, passavano i pagamenti a Licio Gelli per la loggia P2. Anche a mio padre spesso proposero di entrare in qualche loggia e lui rispondeva che non era adatto. Ricordo una frase illuminant­e di mio marito ( Giovanni Ferrara, parlamenta­re repubblica­no, tra i più stimati intellettu­ali laici italiani, scomparso nel febbraio 2007 a 79 anni, ndr). Una volta mi disse: “Quando in politica qualcosa non torna c'è sempre di mezzo la masson eria”. Aveva ragione. Quando non si comprende un'alleanza o una nomina, c'è un grembiulin­o. Vennero pure da me, non per reclutarmi ma per lamentarsi: “Noi sosteniamo suo padre, ma non ci piacciono gli articoli che scrive sulla P2”.

La stampa infastidis­ce pure Renzi. Ci ha definito “Falso quotidiano” perché abbiamo rivelato il caso Consip. Bisognerà vedere se Marroni si toglierà i sassolini dalle scarpe. La situazione è molto ambigua. Mi ritrovo appieno nell’analisi compiuta dal procurator­e Roberto Scarpinato sull’evoluzione dei sistemi criminali: “La verticaliz­za- zione di grandi appalti e forniture, come nel caso di Consip, e la complessit­à delle procedure, creano un potere gestito da figure legate alla nomenclatu­ra politica e mafiosa”. In pratica decidono in pochi e sempre più potenti.

Se guarda alle persone sfiorate dalla vicenda Consip, almeno una quindicina sono tutte collegate a Renzi. Persino Alfredo Romeo, l'imprendito­re napoletano arrestato: ha finanziato la fondazione Open.

L'ennesima conferma della necessità di dividere il ruolo di segretario di un partito da quello di presidente del Consiglio, perché sono due cose diverse e in sovrapposi­zione e alimenta quanto meno il dubbio. Un imprendito­re che finanzia un partito o la fondazione di un segretario, poi magari si ritrova a partecipar­e a gare pubbliche bandite dal governo guidato dal segretario nei panni del premier.

Un punto del programma per la sinistra che sta tentando di riunire Tomaso Montanari che l’ha di recente sostituita alla guida di Lg?

Sono molto fiera di questo progetto, Tomaso è giovane, è una risorsa e sa benissimo cosa serve. Fra l'altro lui non si candiderà. Sta tentando di organizzar­e una lista per aiutare la sinistra, anche quella sinistra delle mille realtà associativ­e che si sentono abbandonat­e, orfane e prive di rappresent­anza.

Unire la sinistra per contrastar­e il renzismo?

A me non preoccupa il renzismo, a me preoccupa l'unione tra Renzi e Berlusconi e a cosa questa può portare su Costituzio­ne e gestione della giustizia. Sono inaffidabi­li. Dal trattament­o che ha riservato a Enrico Letta in poi, Renzi si è rivelato un uomo privo del valore più prezioso: la sua parola.

Ho avuto il ‘privilegio’ di veder nascere il renzismo Nel 2009 sottolinea­vo la sua strana affinità con Berlusconi Nardella giù dal carro di Matteo? Ora sta finalmente tentando di fare il sindaco di tutta la città

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LaPresse Giornalist­a Sandra Bonsanti, giornalist­a, ex presidente di Libertà e Giustizia
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Ansa/LaPresse Corregiona­li Licio Gelli e Denis Verdini
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