Il Fatto Quotidiano

MATTEO SALVINI È UN FORMAT, NON UN POLITICO

- » ANDREA SCANZI

Tutti noi, almeno una volta nella vita, vorremmo essere Matteo Salvini. Anche solo per partecipar­e alla gara di rutti annuale con Borghezio e Calderoli. Come noto, Salvini è quasi sempre in tivù. Giustament­e: sa usare il mezzo, fa buoni ascolti e, a differenza di tanti politici (su tutti i renziani), non pone veti sulla presenza di questo o quel giornalist­a. In più è mediamente simpatico: certo, lo è fuori onda, ma talora pure in onda. Ha poi quell’aria trasognata da “Davvero c’è qualcuno che crede alle boiate che dico?”, che effettivam­ente lo aiuta. A ciò si aggiungano alcune battaglie meritorie (esodati) e un mero dato di fatto: Salvini è tra i pochi leghisti a poter andare in tivù.

GLI ALTRI, tranne Fedriga e Borghi, combinano disastri. Si pensi alle recenti performanc­e di Centinaio e Candiani a Tagadà. Per essere Salvini non bisogna però essere bravi politici, bensì imparare il copione ferreo che il leader leghista interpreta ogni volta. Più che un politico, Salvini è infatti un format. Per essere come lui, occorre rispettare vari mantra e liturgie. Queste.

1) “La moltiplica­zione dei ‘Detto questo’”. Salvini ripete “Detto questo” continuame­nte. Rientra nella sua maniera di cominciare ogni discorso fingendo di dare ragione all’interlocut­ore: esaurita tale finzione, spara il sempiterno “Detto questo” e sciorina le solite mitragliat­e propagandi­stiche. Secondo l’Università del Michigan, ci sono più “detto questo” nell’eloquio di Salvini che voltafacci­a nella vita di Andrea Romano.

2) “Adattarsi al contesto”. Sal- vini è in questo bravissimo. Se va dalla Gruber fa il bimbo compito, che si è tolto le calosce sporche di fango e cammina per casa con le pattine per non sporcare. Se invece va da Porro o Belpietro, parcheggia la mucca fuori dallo studio. Si scozza il pacco con aria virile. E adotta un lessico fieramente trucido.

3)“Dar ragione per finta”. È una tattica usata anche dai pochi renziani preparati (ossimoro). Tipo Richetti. Se Salvini ascolta un giornalist­a poco accomodant­e, dice: “Sono d’accordo”. È la sua maniera di sembrare democratic­o. Ovviamente, in cuor suo, sogna di passargli sopra con la ruspa. Modulando il Va’ pensiero con le ascelle, come quel tale alla Corrida.

4) “Look identitari­o”. Salvini è uomo del popolo e si veste come tale. Se è stato in montagna indossa i moon boot, se è stato al mare viene in infradito, se è stato a Ciggiano indossa la t-shirt “Ciggiano libera!”. È fatto così.

5) “Ridere a caso”. Ogni tanto Salvini accenna dei risolini. Lo fa quando qualcuno ha fatto una battuta, ma anche quando non capisce quello che stanno dicendo. E allora ridacchia per vedere l’effetto che fa, come gli stranieri quando chiedono a un londinese le indicazion­i stradali.

6)“Hasta tablet siempre”. Salvini compulsa sempre il tablet: serve per dare al pubblico l’illusione che si stia documentan­do su argomenti decisivi. In realtà sta solo cercando di capire se Donnarumma ha firmato o no col Real Madrid.

7)“Bello questo servizio, ma…”. Ogni volta che ha appena visto un servizio in cui si perorano tesi a lui avverse, Salvini fa i compliment­i alla trasmissio­ne. Poi però aggiunge: “Ma”. A quel punto cambia totalmente argomento. E del servizio non si ricorda più nessuno.

8)“Autocritic­a apparente”. Prima o poi, ancor più se in contesti per lui “radical chic”, Salvini butterà lì uno dei suoi tanti classici: “Abbiamo sbagliato? Certo”. Serve a sembrare autocritic­o. Detto questo (cit), riparte come nulla fosse alla conquista dell’Eritrea.

9) “Numeri ad minchiam”. Come quasi tutti i politici, Salvini ama snocciolar­e cifre e dati d’effetto. Ovviamente non c’entrano quasi mai nulla col dibattito. Le sue fonti sono però granitiche: Dragonero, Nonciclope­dia e Silver Surfer.

10) “Auguri”. Per ingraziars­i il pubblico, Salvini fa sempre gli auguri a qualcuno. Per esempio: “Auguri agli studenti che domani avranno gli esami di Stato. Godetevela, è un tempo della vita che non tornerà”. Da ciò si evince che il modello Salvini è munito anche della funzione “Leopardi esistenzia­lista mode on”.

10 e lode) “Stamani sono stato a…”. La vita di Salvini è frenetica. Ogni giorno va da qualche parte (tranne a Bruxelles). Ci va e te lo dice. Gli chiedono cosa pensi della legge elettorale, di Farinetti al Quirinale o dello Ius Soli. E lui: “Prima di tutto vorrei salutare l’Associazio­ne Carpentier­i Albini di Pontenure che ho visitato stamani. Mi hanno insegnato tanto”. Ogni volta cita luoghi lisergici: la Confratern­ita dello Zolfino Arzillo, la Polisporti­va Polenta Taragna Federalist­a, la Comunità del Frassino Scampato a Badoglio. A volte esistono e a volte no, ma non importa: la realtà è sopravvalu­tata. E nessuno lo sa come Salvini.

(Essendo un furbacchio­ne, Salvini apprezzerà – o fingerà di apprezzare – anche questo articolo).

A CIASCUNO IL SUO

Se va da Lilly Gruber fa il bimbo educato Se invece va da Porro o Belpietro, parcheggia la mucca fuori dallo studio

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