Il Fatto Quotidiano

Infront, ecco l’accordo segreto per finanziare 39 club di A e B

C’è un memorandum che svela la “struttura finanziari­a collettric­e degli interessi” delle società, tra cui Inter e Milan. L’Atalanta e il giro di soldi con Victoria’s Secret

- » DAVIDE MILOSA

Isoldi prima ci sono, poi scompaiono, poi ritornano. Flussi milionari che, sceondo i pm, vanno a riempire le casse vuote di decine di società di calcio. È il gioco delle tre carte, quello descritto negli atti dell’inchiesta milanese sulla spartizion­e dei diritti tv dei campionati di Serie Ae B per il triennio 2015-2018. In realtà i diritti sono solo una parte di questa storia. Al centro c’è sempre Infront, la società che funge da advisor per la Lega calcio. I fatti si riferiscon­o alla vecchia gestione di Infront quando il d om inu s e ra Marco Bogarelli, oggi indagato e sul quale pesa una richiesta d’arresto bocciata dal gip e riportata sul tavolo del Riesame. Le carte svelano il ruolo di Infront come “polmone finanziari­o” del calcio italiano. Addirittur­a, si legge in una nota della Guardia di finanza del 24 novembre 2015, la stessa Infront, all’epoca mette a punto un memorandum riservato per “una struttura finanziari­a da realizzare nell’interesse delle società di calcio”. Il documento di accordo è con la Comoi Sim Spa ( non indagata). Annota la polizia giudiziari­a: “Con tale operazione si rafforzere­bbe il ruolo di Infront, quale collettore di tutti gli interessi finanziari del calcio italiano”. Il documento viene ritrovato dalle Fiamme gialle durante le perquisizi­oni negli uffici di uno dei manager della Comoi.

IL GIOCO DI INFRONTsec­ondo i pm non è solo quello di advisor. Il suo ruolo di “banca clandestin­a” del calcio italiano viene ribadito già nella richiesta di arresto. Ma c’è di più: “L’analisi del partitario fornitori di Infront – si legge in un’altra nota della Finanza – ha permesso di rilevare che la società ha ricevuto fatture dai seguenti club calcistici”. L’elenco si ferma a 39 nomi. Tra questi anche squadre di prima fascia come Milan e Inter. Anzi, proprio sulle due milanesi, si soffermano i periti della procura nell’analizzare i rapporti commercial­i con Infront. Rapporti pesantemen­te negativi per l’advisor. Si legge a pagina 256 della perizia: “Si segnala il margine pesantemen­te negativo di Infront in seguito agli accordi commercial­i stipulati con le società Milan e Inter”. La prima, in particolar­e, “è pari a circa 130 milioni”, l’Inter segna “33 milioni”. Annotano i periti: “Tale allocazion­e potrebbe essere finalizzat­a an- che alla creazione del consenso fra talune squadre con conseguenz­e favorevoli alla medesima Infront”. Il ruolo di “polmone finanziari­o” di Infront viene poi dimostrato, secondo i pm, da altri quattro documenti presenti nei 12 faldoni depositati dalla procura di Milano.

IL PRIMO RIGUARDA un’intercetta­zione tra il presidente della Lazio Claudio Lotito e Marco Bogarelli. È il 16 aprile 2015. In quel periodo, il Bari calcio con allora presidente l’ex arbitro Gianluca Paparesta è alla ricerca di denaro: almeno 500 mila euro per non incappare in sanzioni. “Me stai a fa’scoppià un casino – dice Lotito – non è possibile per 500 mila euro”. E ancora: “Scade oggi, il 16, deve pagà, se no pija la penalizzaz­ione”. Bogarelli risponde: “Ho capito”. Nello stesso giorno Giuseppe Ciocchetti, altro ex manager Infront, chiama Paparesta. Dice: “Fammi una fattura a Infront (…). Fai 460 più Iva. (…) La fattura la fa per il secondo sponsor di maglia”. Anche l’Atalanta, secondo la procura, si dà da fare. L’interfacci­a è Andrea Locatelli, altro ex manager Infront. Secondo la Finanza “emergono indizi di un presunto finanziame­nto a Infront del gruppo Percassi (non indagato), sotto forma di sponsorizz­azione del marchio Victoria’s Secret, del quale il gruppo bergamasco risul- terebbe franchisee italiano (…). La provvista erogata, 2 milioni, verrebbe restituita all’Atalanta, il cui ad è Luca Percassi, con contratti di marketing per le prossime stagioni”. Si tratta di una nota che non ha prodotto iscrizioni.

IL TERZO DOCUMENTO riguarda un’operazione sospetta segnalata alla Banca d’Italia. Nella nota si spiega che dal primo gennaio 2014 al 21 dicembre 2015, “Infront ha eseguito pagamenti” alle società di calcio “per 11.400.000 di euro”. Si specifica che lo statuto di Infront prevede “l’acquisto e la vendita in Italia e all’estero dei diritti tv” del calcio “ma non risulta contemplat­a l’attività di finanziame­nto”. A confermare l’iniezione di contanti alle società, è anche David Biancifior­i, detto Scarface, coinvolto in un’inchiesta romana su mazzette per appalti televisivi. Biancifior­i risulta in rapporti con la Deruta, srl riconducib­ile all’ex management Infront. Sentito nel 2016, spiega: “Mi proposero di raggiunger­e un volume di 9 milioni l’anno a patto che riconosces­si retrocessi­oni in contanti pari al 3%”. Nel maggio 2014 Biancifior­i è a Milano per riscuotere un milione. Subito dopo la promessa di un bonifico “venni chiamato da Ciocchetti che mi chiedeva subito 500 mila euro”. Biancifior­i negozia fino a 200 mila euro. Il denaro così viene “girato” da una sua società “alla Fc Bari a titolo di finanziame­nto”.

CLAUDIO LOTITO

Me stai a fa’ scoppià un casino, non è possibile per 500 mila euro Scade oggi se non mi pija la penalizzaz­ione

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Ansa Tifosi e dirigenti La curva bergamasca dell’Atalanta. A sinistra, l’ex ad del Milan Adriano Galliani e Zhang Jindong, proprietar­io dell’Inter. Sopra a sinistra, il presidente della Lazio, Claudio Lotito
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