VIETATO TOCCARE LA GEISHA
Sale gioco, treni e piatti pronti
Sono tornata in Giappone dopo due anni dalla prima vacanza e ho capito che il popolo giapponese, per un occidentale medio, continuerà a rimanere un mistero. Proprio quando avevo imparato a salire sulla metro di Tokyo Shinjuku senza ritrovarmi 10 ore dopo a uscire alla fermata Giulio Agricola a Roma, proprio quando avevo imparato a usare i comandi del water senza dover subire rapporti contro-natura dallo spruzzino del bidet automatico, proprio quando avevo cominciato a ignorare i tizi con la mascherina sulla bocca anziché sentirmi continuamente in un b-movie giapponese in cui una blatta gigante vuole infestate il mondo con un suo parassita che si propaga per via aerea attraverso starnuti di Procioni geneticamente modificati, è successo che si sono aggiunti nuovi punti interrogativi.
Eccoli:
IL PACHINKOSe pensate che le perversioni dei giapponesi consistano nel mercato degli slip femminili usati o nei porno-manga, è perché non li avete mai visti alle prese con il loro gioco preferito: il pachinko. Il pachinko è una specie di flipper per rintronati fancazzisti in cui si lanciano delle biglie di acciaio sperando che queste biglie si infilino nel posto giusto. Naturalmente è la Yakuza che le infila nel posto giusto ai giapponesi, visto che le sale sono gestite dalla mafia giapponese. Da segnalare due cose: la prima è che nelle sale pachinko, tra rumore delle biglie e la musica pop giapponese, si superano i decibel di un cantiere edilizio medio. La seconda è che siccome il gioco d’azzardo è vietato, non si vincono soldi, si vincono delle fiches. Poi però fuori dalla sala giochi ci sono degli sportelli della Yakuza che convertono le fiches in soldi, quindi se eravate convinti che gli italiani fossero bravi ad aggirare la legge, è perché non avete mai giocato a Pachinko.
AVVISTAMENTO GEISHA In Giappone sono rimaste pochissime geishe, confinate in alcuni quartieri delle grandi città. Le guide suggeriscono gli orari migliori per avere possibilità di incrociarle in qualche vicolo, per cui ne consegue che “avvista la geisha” sia uno dei giochi preferiti del turista medio, soprattutto a Kyoto. Essere una geisha in Giappone è tipo essere Bono Vox a Dublino. Queste poverette non possono neppure uscire a comprare il latte che orde di turisti si avventano su di loro per fare selfie o immortalarle come fossero rari esemplari di capre girgentane. Per strada esistono perfino degli speciali cartelli in cui si vieta di toccare le geishe (giuro). È per questo motivo che le geishe, ormai, sono rintanate in casa e ho pure il dubbio che per uscire si travestano da hipster norvegesi. In compenso, migliaia di turiste orientali e occidentali vagano per la città travestite da fake-geishe con abiti acquistati dai cinesi a 9 euro e novanta fioccone posteriore compreso per sentirsi finte geishe per un giorno e delle autentiche minchione per tutta la vacanza.
SCALDA MERENDE Quando, acquistando delle merendine dai nomi misteriosi in un supermercato aperto 24 ore, ho notato come all’interno di ciascuna bustina monoporzione ci fosse quello che in tutto e per tutto sembrava un preservativo sono rimasta perplessa. Ha ragione la Toffa, ho pensato, questi sono tutti dei sessuomani maniaci.
In Giappone la realtà, però, corre sempre più veloce dell’ immaginazione, e quando ho constatato che quei piccoli condom stavano rapidamente raggiungendo la temperatura corporea di Sgarbi in una lite verbale con Cecchi Paone, ho capito che cosa fossero realmente: delle minuscole bustine per scaldare le merendine. Poi, immedesimandomi n el l ’ impiegato giapponese medio che sta in ufficio 18 ore al giorno e le rimanenti ad annusare ascelle schiacciato nel vagone della metropolitana, ho capito tutto. La tua vita può far schifo, ma finché puoi gustarti un Buondì caldo in ogni momento c’è ancora uno spiraglio di felicità.
MACCHINE SPILLA-SOLDI Il fatto che in Giappone il gioco d’azzardo sia formalmente vietato ha portato le mafie ad elaborare un nuovo subdolo modo di estorcere denaro alle folle, ed è quello che mio figlio chiama ‘ macchinette truffose’. Le macchinette truffose sono quelle macchine con un gancio a tre bracci col quale puoi provare a vincere pupazzi e altri premi, di solito terribili, che chiunque abbia passato estati al LunEur sa benissimo che, un tentativo dopo l’altro, possono portarti a spendere la pensione semestrale della nonna per provare ad aggiudicarti una bambolina taroccata di ‘Barbie eroinomane’. Qui però la frode si spinge ogni oltre limite, soprattutto quello della fisica, perché i bracci della pinza sono solo due e ciò fa sì che il congegno eserciti meno presa di Michele Emiliano sul congresso del pd. Praticamente, in entrambi i casi, una sconfitta annunciata. L’altra sera per una qualche congiunzione astrale favorevole il mio fidanzato è riuscito ad afferrare un Pokemon per mio figlio ed ha esultato come Grosso dopo il rigore alla finale di Germania 2006.
In stazione una musichetta allegra annuncia l’arrivo del treno, una malinconica ne conclude la partenza Sull’alta velocità, una nenia tetra, una marcia funebre russa che sembra annunciare un macabro presagio IL RICCO BUSINESS DELLE SALE GIOCO
Il gioco d’azzardo è vietato: non si vincono soldi ma fiches. Poi però ci sono i cambiavalute della mafia
LE MACCHINETTE “TRUFFOSE”
Sono quelle macchine con un gancio a tre bracci per pescare pupazzi terribili, ma qui i bracci sono due
LE RARE GEISHE DI KYOTO
Sono braccate come rari esemplari di capre girgentane Per strada esistono perfino degli speciali cartelli in cui si vieta di toccarle ( giuro)
MUSICHE C’è un intero universo sonoro che scandisce gli spostamenti del pendolare giapponese. In stazione una musichetta allegra annuncia l’arrivo del treno, una canzoncina malinconica ne conclude la partenza e il canto di fringuelli aiuta il non vedente a raggiungere le uscite della piattaforma. Un alone di mistero, tuttavia, circonda la scelta della melodia che, sui treni ad alta velocità, scandisce l’alternarsi delle stazioni. È una canzone tetra e oscura, una specie di marcia funebre russa che sembra annunciare un macabro presagio e ti fa perdere ogni entusiasmo tu stessi riservando per la tua destinazione, per il futuro e per la vita generale, portandoti a desiderare solo che la smetta. Praticamente la versione giapponese di Despacito.
BENTO BOX Un giorno un giapponese è salito sul Frecciarossa, ha provato un misto di tristezza e di stupore per l’offerta culinaria del vagone ristorante e per i suoi prezzi e ha deciso che nel suo paese nessuno avrebbe dovuto subire un viaggio di tre ore con una pasta al pomodoro precotta come unica alternativa al digiuno. Perciò è tornato in patria ed ha inventato i Bento, le lussuose schiscette da viaggio giapponesi, delle scatole di legno massello da acquistare in stazione piene di ogni ben di dio, pesce crudo, verdure esotiche, pregiati dolciumi e altro ancora. I convogli non sono più mezzi di trasporto, ma gigantesche mense deambulanti. Chiunque salga su un treno che percorra più della distanza Lambrate-Rogoredo porta con sé uno di questi Cracco- à- porter, da gustare per tutta la prima parte del viaggio prima di sprofondare in un sonno catatonico. Perché la vita -quella sui treni- in Giappone ha solo due sensi di marcia: mangiare e dormire.