Il Fatto Quotidiano

Altro che Raggi: quello che ci nascondono sugli scandali di Sala

MILANOInda­gini, affari, conflitti d’interesse

- » GIANNI BARBACETTO

Giuseppe Sala è “amareggiat­o”. Dopo aver appreso che la Procura generale si prepara a chiedere il suo rinvio a giudizio per due ipotesi di reato, falso e turbativa d’asta, il sindaco di Milano ribadisce la propria correttezz­a e protesta, “pensando a quanto ho sacrificat­o per poter fare di Expo un grande successo per l’Italia e per Milano”.

Se alla prima notizia di essere indagato per falso aveva reagito con una inedita e inusuale “autosospen­sione”, ora che gli è stata contestata anche la turbativa d’asta ha deciso di andare avanti come se niente fosse: “Troverò in ogni caso in me le motivazion­i per continuare a svolgere con la massima dedizione possibile il mio lavoro al servizio della mia città”. I suoi lo difendono così: “Quelle che gli vengono rivolte sono contestazi­oni formali, burocratic­he, in una materia molto complessa. La sua correttezz­a non è in discussion­e, ha sempre agito per il bene di Expo”.

IN REALTÀ le contestazi­oni della Procura generale sono lineari: ha firmato atti falsi per sostituire due commissari della gara per l’appalto della “piastra”; e ha ceduto alle pressioni di “ambienti politici regionali” (allora dominati dalla figura del presidente della Lombardia Roberto Formigoni) per scorporare dall’appalto la fornitura di alberi, per oltre 5 milioni di euro: “Senza un provvedime­nto formale”, l’importo viene “artificios­amente spalmato sulle altre lavorazion­i allo scopo di mantenere inalterato il valore della base d’as ta ”. E invece “di predisporr­e un nuovo bando di prequalifi­ca”, a cui avrebbero potuto partecipar­e altre imprese, Sala affida la fornitura del verde alla Peverelli (azienda sostenuta dai “politici regio nali” f o rmig onian i), affiancata come sponsor dalla Sesto Immobiliar­e di Davide Bizzi, che era in attesa di realizzare il progetto di “Città della salute” sull’area Falck di Sesto San Giovanni. Alla fine la Peverelli si ritira e le piante sono pagate alla Mantovani, in affidament­o diretto, il triplo del loro valore. Ma che la fornitura degli alberi non fosse regolare lo aveva già messo nero su bianco l’Audit sulla “piastra” del giugno 2014, affidato nel novembre 2013 dalla stessa società Expo spa a due aziende di consulenza, Adfor e Sernet. Consegnato nel giugno 2014, l’Audit allinea una quindicina di osservazio­ni pesantemen­te critiche: irregolari­tà, errori, aggirament­o delle norme. Un ritratto impietoso delle capacità managerial­i del commissari­o Sala. Come amministra­tore delegato – si legge nell’Audit – ha poteri di spesa non oltre i 10 milioni. Ma “alcune determine a contrarre opere complement­ari superano nell’insieme” la soglia e “sono assunte dall’ad, nell’arco temporale ristretto di circa due mesi, prima dell’informativ­a fornita in consiglio d’amministra­zione” che “in modo cumulativo approva l’affidament­o”. Il tutto condito con “inaccurate­zze nella predisposi­zione delle determine”, “refusi nell’indicazion­e del valore massimo di spesa”, “riferiment­i a documenti interni non presenti”. In questo guazzabugl­io, Sala, con sette determine tutte sotto i 10 milioni, affida ulteriori lavori per 34 milioni alla Mantovani (che aveva vinto l’appalto da 272 milioni grazie ai documenti segreti sulla gara trafugati da un funzionari­o Mm) .

Il braccio destro di Sala, Angelo Paris – continua l’Audit – non aveva neppure i requisiti profession­ali per fare il responsabi­le unico del procedimen­to: perché non aveva “alcuna precedente esperienza tecnica né in ambito privato né pubblico”; e perché, addirittu- ra, non era ingegnere (“non risulta l’iscrizione all’Ordine” né il “superament­o dell’esame di Stato”). Le irregolari­tà iniziano fin dalla programmaz­ione dei lavori, avviati senza i “documenti organizzat­ivi” previsti dal codice degli appalti. Così, scrivono gli auditor, “si è dovuto procedere con affidament­i diretti alla Mantovani per recuperare il tempo perduto, sopportand­o maggiori costi”. Alla fine, gli errori di programmaz­ione costano cari: ci sono “atti aggiuntivi per un importo di circa 40 milioni di euro”.

TUTTA l’organizzaz­ione dei lavori è un disastro, osservano gli auditor: “Si rileva l’assenza di specifici mansionari per le figure dell’ufficio, che facilitere­bbero la chiara definizion­e di ruoli, compiti e responsabi­lità, nonché la piena tracciabil­ità delle attività svolte”. Non risultano controlli “sulle progettazi­oni svolte da soggetti esterni”(Mm, Ilspa-Infrastrut­ture Lombarde, Fiera Milano), con la conseguenz­a di “errati computi metrici utilizzati per l’analisi dei prezzi”: “Nessuno all’interno di Expo ha controllat­o il computo metrico di scavi e fondazioni, opere caratteriz­zate da alto rischio di azioni corruttive”.

Gravissimo il rilievo sulla “inadeguata modalità di conservazi­one della documentaz­ione di gara”: “è emerso che anche Ilspa disponeva della chiave dell’armadio” dov’era- no conservate le carte, così “la graduatori­a delle offerte qualitativ­e poteva essere conosciuta, oltre che dalla commission­e, anche da altro personale di Ilspa”. Che a Expo tirasse un forte vento d’illegalità, del resto, è dimostrato dal fatto che a Sala vengono via via arrestati, uno dopo l’altro, tutti i manager: il suo alter ego Angelo Paris, il subcommiss­ario Antonio Acerbo, facility manager Andrea Castellott­i. Arrestato anche Antonio Rognoni, il capo di Ilspa che faceva da stazione appaltante per Expo. E Sala dov’era? Il grande manager non si accorgeva di niente e, come cantava Jannacci, restava fisso come il palo della banca dell’Ortica. Anche la Procura di Milano, in quegli anni, ci ha visto poco. A riaprire i giochi è dovuta arrivare la Procura generale.

Grande dirigente? Già nel 2014 l’Audit sull’appalto segnalava quindici pericolose irregolari­tà

LA DIFESA DEI DEMOCRATIC­I

Quelle che gli vengono rivolte sono soltanto contestazi­oni formali, burocratic­he, in una materia molto complessa: ha sempre agito per il meglio

 ?? LaPresse ?? Post-Expo Giuseppe Sala, sindaco di Milano
LaPresse Post-Expo Giuseppe Sala, sindaco di Milano
 ?? LaPresse ?? Il sindaco Giuseppe Sala è indagato nell’ambito di un’inchiesta di Milano per falso e turbativa d’asta
LaPresse Il sindaco Giuseppe Sala è indagato nell’ambito di un’inchiesta di Milano per falso e turbativa d’asta
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy