E SALA RESTÒ SOLO: ADDIO DEM A TUTTA LA LOMBARDIA
Il povero Beppe Sala è preoccupato e non solo per le inchieste sulla sua conduzione di Expo. “Se continua così resterò l’unico sindaco del Pd tra Milano e hinterland”, pare abbia detto ai suoi collaboratori dopo il primo turno delle Comunali.
In Lombardia, infatti, l’11 giugno - oltre a quello dell’astensione - è tornare a spirare forte il vento della Lega Nord (e pure Forza Italia ha mantenuto le posizioni, almeno quelle degli ultimi anni). Anche nei piccoli comuni intorno a Milano, dove pure il centrosinistra negli ultimi anni è stato sostanzialmente egemone. Residuale, come al solito, il voto per il Movimento 5 Stelle.
Nella ex Stalingrado d’Italia, Sesto San Giovanni, la sindaca Pd si ferma al 30% e i due candidati di centrodestra insieme superano il 50%. Ancora peggio va ad Abbiategrasso, dove i dem - come a Melzo peraltro - restano fuori dal ballottaggio a favore del candidato della sinistra radicale. Aria di sconfitta, pare, anche a Buccinasco, detta la “Platì del Nord”, dove il centrodestra schiera l’ex comandante della caserma dei carabinieri Nicolò Licata.
Nell’unico Comune non amministrato dal centrosinistra nella zona, Melegnano, al primo turno era in vantaggio il candidato del centrodestra. Pure a Legnano è avanti il candidato di Forza Italia e altri pezzi di centrodestra contro il sindaco uscente Pd: al ballottaggio non va la Lega, che però ha preso da sola il 22,5% dei voti. Anche a Senago il primo cittadino uscente è democratico e si presenta al secondo turno parecchio staccato dalla sfidante di destra (quasi 20 punti). Stessa situazione a Magenta, dove la candidata sostenuta da tutti i partiti della fu Casa delle Libertà ha preso il 46,4% contro il sindaco uscente.
I vertici del partito nella provincia si consolano coi piccoli comuni (“il Pd è nettamente primo”), ma senza una coalizione di centrosinistra perde anche lì (vedi Cuggiono). Stanotte il povero Sala saprà esattamente quant’è solo.