Vincenzo Boccia, l’industriale (nonché filosofo atarassico)
Vincenzo Boccia è - grazie all’investitura di un gigante del nostro tempo come Emma Marcegaglia - presidente di Confindustria, ma negli ultimi tempi anche una meta turistica. Non è infrequente, infatti, che cittadini stanchi e stressati si rivolgano alla loro dolce metà proponendo: “Facciamo una pazzia questo fine settimana, andiamo a Vincenzo Boccia a goderci un po’ di tranquillità”. L’imprenditore campano, infatti, è luogo di calma in cui risuonano – oltre ai prediletti Ciajkovskij e Beethoven – anche brevi massime dedicate all’atarassia: “L’auspicio è che tutto vada per il meglio per le due banche venete e si eviti ansietà all’interno del sistema economico”, s’udiva giusto ieri nei pressi della ridente Boccia. Solo l’assenza di preoccupazioni, di “ansietà” - o, come si dice in genere, di pensieri - garantisce ai sofferenti l’agognata pace. Quello e la stabilità del governo, ovviamente: “Siamo abituati a vivere in condizione di incertezza politica. Questo non deve essere un alibi. Abbiamo necessità di un governo stabile, di stabilità e governabilità”. Parole, sembrerà impossibile, che allargano il cuore persino all’obbligazionista subordinato più infelice, foss’anche aretino o di Montebelluna. Il contrario di “ansietà”, d’altronde, è “fiducia”: “Includere i giovani e costruire una grande stagione di sviluppo è un bellissimo progetto di visione che elimina ansietà e recupera fiducia nel Paese”. Fidatevi, se non l’avete ancora fatto, prenotate una vacanza a Boccia: a parte le preoccupazioni - o, come si dice in genere, i pensieri - c’è tutto.