I TRE OSTACOLI PER LA LISTA UNICA
L’elenco Frantumazione, la presunzione di superiorità e la nostalgia del centrosinistra che fu
Ha ragione Padellaro, basta con la cacofonia. Essa, oltre ad essere giustapposizione incomprensibile di dichiarazioni, è anche frutto di una discussione su politica ed alleanze in cui scompaiano il merito e i problemi della vita reale. Molta parte dei media ha cancellato i tanti contenuti emersi dall’assemblea del Brancaccio, rigettandoci nel teatrino della politica che oppone schemi ad altri schemi: è una trappola in cui non dobbiamo cadere.
Andiamo dunque al sodo della questione: serve una lista unitaria della sinistra, una proposta larga e inclusiva, tra politica e società, con i soggetti organizzati e quella forza, cresciuta in tante città, che nella partecipazione e nel civismo sta reinventando la politica. Perché abbia successo occorre superare tre ostacoli: la frantumazione, la presunzione di superiorità, la nostalgia del centro-sinistra che fu. Dobbiamo prendere atto del problema, correggere e sapere che oggi non sarà il potere di una leadership a risolverli (perché non ne esiste alcuna democraticamente legittimata), né una guerra di posizionamenti.
La frantumazione: un florilegio di sfumature e altrettante forme più o meno organizzate, il cui numero cresce nell’ambiguità e nella diffidenza reciproca. Serve quindi chiarezza per fare unità, da costruire non a partire da un’omogeneità culturale che manca, non dalle biografie, ma dal ‘ che cosa e perché’ del nostro ‘ pensare e fare’ insieme.
La presunzione di superiorità: è figlia della tentazione di sostituire la lettura dei processi politici con un album di fotografie immobili. Così chi in passato è stato fotografato in una posizione pare non possa in futuro trovarsi in u- na diversa. È un errore grave, che rischia di generare solo impotenza.
La nostalgia del centro-sinistra che fu: la nostalgia non è mai un collante, ma produce divisione contrapponendo giudizi sul passato e rimuovendo il futuro. Le grandi manovre per una coalizione da Calenda a Pisapia sono un ostacolo all’unità della sinistra, anche quando alludano alla rimozione di Renzi, perché dopo la sua vittoria alle primarie, pensare di rimuoverlo senza superare le idee che hanno fondato le sue scelte riduce la politica a personalismo. Questa idea non va lontano, perché ignora il vissuto reale dei cittadini maturato in dieci anni di crisi economica, di governi di larghe/piccole intese, di riforme che hanno peggiorato la vita di milioni di persone. Rimuove i processi storici, l’analisi che ci viene persino dalle parole di Giuliano Amato sul fallimento della terza via.
Superati questi ostacoli c’è solo una forza da cogliere e sviluppare. Lo dicono i sondaggi, ma ancor di più le persone comuni che incontriamo nelle strade. Discutiamo tutti insieme una piattaforma che parli alla loro vita reale - lavoro, reddito, lotta alla diseguaglianza, giustizia fiscale, cambiamenti climatici, lotta alla corruzione, sanità - facciamoci guidare da essa, dalla partecipazione, dal nuovo attivismo che genererà. Smettiamola con dispute e ambiguità. Insieme si può stare, ma non insieme a Renzi e al Pd. Non siamo in campo per concepire ossimori e figure retoriche ma bella e buona politica. Non vorrei che ce ne ricordassimo solo quando sarà troppo tardi. Unità, umiltà, ma soprattutto credibilità.
*Segretario di Sinistra Italiana