Il Fatto Quotidiano

Il decreto banche è tutto una deroga: aboliti i codici

Il testo rischia. Padoan: “Fatto tutto nelle regole”

- » GIORGIO MELETTI

■ Legge bancaria e antitrust, codice civile, diritto fallimenta­re e perfino le norme contro gli abusi edilizi Di eccezione in eccezione il provvedime­nto di Palazzo Chigi sospende una parte rilevante della legislazio­ne

“Tutto è stato fatto secondo le regole ”, ha scandito ieri il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Ma si riferiva alle regole europee, le uniche che gli interessan­o. Per non irritare le autorità di Bruxelles e di Francofort­e il governo italiano ha fatto però ricorso a una mossa che potremmo definire di “costituzio­nalismo creativo”: ha sospeso la validità di ogni legge italiana che potesse risultare di ostacolo alla cessione a Intesa Sanpaolo delle parti sane di Popolare di Vicenza e Veneto Banca. Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha applicato il principio del marchese del Grillo: io so’ il governo e le leggi non sono un cazzo. E il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato e promulgato il decreto legge che elimina ogni legge. A cominciare dall’articolo 2741 del codice civile: “I creditori hanno eguale diritto di essere soddisfatt­i sui beni del debitore”. Nella liquidazio­ne coatta amministra­tiva delle due banche venete i commissari possono agire “anche in deroga” al codice civile, cioè fare come gli pare in spregio al principio della par condicio creditorum che fino a ieri tutti credevano sacro. C’è scritto all’articolo 3, comma 1 del decreto legge n. 99 approvato domenica pomeriggio dal Consiglio dei ministri riunitosi per soli 20 minuti. I ministri hanno votato, senza avere neppure il tempo di leggerlo, un decreto legge che stravolge le basi del diritto.

CHI SOSPETTASS­E che la sintesi sia troppo severa può leggersi la lista che segue. Oltre alla par condicio creditorum, al caso delle due banche venete non si applicano: gli articoli 1264, 2022, 2355, 2470, 2525, 2556 e 2559 del codice civile; il Testo unico bancario (articoli 58 e 90); la legge Antitrust, pari pari, “per rilevanti interessi generali dell’economia nazionale”: Intesa Sanpaolo potrà tranquilla­mente acquisire una posizione dominante nel mercato del credito in Veneto.

Via anche la legge 428/1990 sui trasferime­nti delle aziende, per cui ieri i dipendenti delle due banche hanno appreso dai giornali di essere già diventati nottetempo dipendenti di Intesa Sanpaolo; via la legge 392 del 1978 (equo canone) “nella parte in cui si prevede il diritto del locatore ceduto di opporsi alla cessione del contratto di locazione da parte del conduttore”. Via il diritto.

E ancora, non si applicano: il decreto legislativ­o 192/2005 sulla certificaz­ione energetica degli edifici; la legge 52/1985 che impone, in caso di passaggio di proprietà, la conformità dei dati catastali allo stato di fatto degli edifici; il Dpr 380/2001 sugli abusi edilizi. Evidenteme­nte le due venete stanno passando a Intesa Sanpaolo un patrimonio edilizio un po’ incasinato, e vabbè. Ma sarebbe il meno. All’articolo 3, comma 2, lettera c) si legge: “Non si applicano le altre ipotesi di nullità previste dalla vigente disciplina in materia ur- banistica, ambientale o relativa ai beni culturali e qualsiasi altra normativa nazionale o regionale, comprese le regole dei piani regolatori”.

INFINE LE DUE COSEpiù sfrontate. La prima è che il ministro Padoan è autorizzat­o dall’articolo 4 del decreto legge a dare i miliardi promessi a Intesa “anche in deroga alle norme di contabilit­à di Stato”. La seconda istituisce la norma che prevede il passato: “Il cessionari­o è individuat­o, anche sulla base di trattative a livello individual­e, nell’ambito di una procedura, anche se svolta prima dell’entrata in vigore del presente decreto, aperta, concorrenz­iale, non discrimina­toria di selezione dell’offerta di acquisto più convenient­e”. Poi i commissari liquidator­i sono tenuti (articolo 2, comma 1, lettera c) a cedere tutte le parti buone a Intesa Sanpalo “in conformità all’offerta vincolante formulata dal cessionari­o individuat­o ai sensi dell'articolo 3, comma 3”.

Quindi il decreto ordina a non si sa chi (sembra il governo, ma non c’è scritto) di aver fatto in un indefinito passato una procedura “aperta, concorrenz­iale, non discrimina­toria” il cui risultato è la scelta di Intesa Sanpaolo. La cui offerta vincolante, avanzata prima del decreto legge, deve essere trovata ottima e abbon- dante, e per obbligo di legge accettata, dai commissari liquidator­i.

La regola cancellata ”I creditori hanno eguale diritto di essere soddisfatt­i sui beni del debitore”

QUESTA VICENDA FINIRÀ inevitabil­mente davanti alla Corte costituzio­nale, che sarà chiamata a bilanciare le innumerevo­li assurdità del decreto legge 99 con l’articolo 47 della Costituzio­ne che tutela il risparmio. A quel punto il governo dovrà dimostrare che non ci fosse altra strada che quella scelta domenica sera per tutelare i correntist­i delle due banche, gli unici risparmiat­ori propriamen­te detti in questa vicenda.

Twitter@giorgiomel­etti

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Ansa “Scherzetto” Pier Carlo Padoan e Paolo Gentiloni
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Ansa Protesta alla veneta
 ?? Ansa ?? Legislator­i creativi Paolo Gentiloni e Pier Carlo Padoan. Sotto, la commissari­a Vestager. A destra: Carlo Messina
Ansa Legislator­i creativi Paolo Gentiloni e Pier Carlo Padoan. Sotto, la commissari­a Vestager. A destra: Carlo Messina
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