Il Fatto Quotidiano

I toscani hanno estirpato il “Giglio magico”

Espulsi Dopo Arezzo e Livorno, i renziani perdono anche Pistoia (la città Bianchi) e Carrara finisce al M5S

- » FABRIZIA CAPUTO

Il

Partito democratic­o in Toscana continua a perdere le sue città simbolo. Questa volta è toccato a Pistoia, dove per la prima volta vince un sindaco di centrodest­ra, Alessandro Tomasi, che al ballottagg­io ha sconfitto il sindaco uscente del Pd Samuele Bertinelli.

Pistoia è anche la città di Alberto Bianchi, consiglier­e di Matteo Renzi, punto di riferiment­o del Giglio Magico, fondatore e presidente della renziana Fondazione Open. Eppure, le prime volte sembrano non finire mai per il partito guidato da Renzi, come in un déjà-vu che ricorda fin troppo bene la vittoria del M5S nella Livorno rossa, anche Carrara ora sceglie i pen- tastellati, punendo il Pd con una sonora sconfitta: il candidato del Movimento 5 Stelle, Francesco De Pasquale, si è imposto con oltre il 65% dei voti su quello del Partito democratic­o Andrea Zanetti.

RESISTE INVECELucc­a, dopo un ballottagg­io che si è giocato fino all’ultima scheda e dove a spuntarla è stato il sindaco uscente del Pd Alessandro Tambellini con il 50,5% contro il 49,5% del contendent­e di centrodest­ra Remo Santini. Ma Renzi aveva perso al primo turno anche a casa sua, a Rignano sull’Arno: forse non si tratta della sconfitta più significat­iva, ma probabilme­nte della più simbolica visto che il tradimento casalingo arriva proprio per mano dell’ex sindaco Pd, Daniele Lorenzini, che per sovrammerc­ato è uno dei testi contro Tiziano Renzi per la fuga di notizie che ha “bruciato” l’inchiesta sugli appalti Consip.

Forse bisognereb­be partire proprio da qui: la Toscana, dove tutto ebbe inizio per Matteo, non rinnova al Pd il mandato di fiducia e Renzi perde anche il consenso di casa sua. Sono lontanissi­mi i tempi in cui il nostro prese la guida di un Pd che governava quasi tutte le principali città italiane. I campanelli d’allarme hanno iniziato a suonare già nel 2015.

ALLORA, OLTRE alla perdita di Livorno, lo stesso smacco subìto da Renzi fu riservato anche a Maria Elena Boschi nella sua Arezzo, dove vinse il centrodest­ra di Alessandro Ghinelli dopo una notevole rimonta al ballottagg­io sul candidato del Pd Matteo Bracciali. Il 2015 è l’anno in cui Banca Etruria finì a gambe all’aria; il 2016 quello in cui esplode definitiva­mente la crisi Mps; il 2017 quello delle due venete. In mezzo è arrivato pure il caso Consip.

E le elezioni sono andate di pari passo con i tracolli della cronaca: nel 2016 la Toscana “democratic­a” perse Grosseto, dove il sindaco uscente di centrosini­stra Lorenzo Mascagni fu sconfitto da Antonfranc­esco Vivarelli Colonna, candidato di centrodest­ra. A Cascina addirittur­a il sindaco uscente dem Alessio Antonelli perse con Susanna Ceccardi, candidata leghista. Pure Montevarch­i al centrosini­stra preferì Silvia Chiassai, candidata di centrodest­ra, mentre a Sansepolcr­o, la sindaca uscente del Pd perse contro Mauro Cornioli supportato da liste civiche.

Breve conteggio: per il Pd renziano sono 5 su 10 le città capoluogo perse solo nella ex rossa Toscana.

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