Il Fatto Quotidiano

Le autorità europee perdono la testa: “Venete spacciate, lo sapevamo dal 2014”

Bce promosse i 2 istituti, per la gioia dei vertici. Ora dice che non è vero

- G. ME. E CDF

Per

mesi si è temuto che il triangolo delle Bermude che ha ai suoi vertici la Commission­e europea, la Banca centrale europea e il governo italiano avrebbe inghiottit­o le due banche venete che avrebbero dovuto essere salvate. Invece con Popolare di Vicenza e Veneto Banca sono spariti anche 17 miliardi dei contribuen­ti italiani. Infatti basta rileggere gli imbarazzat­i comunicati degli ultimi giorni per capire che non solo a Roma, ma anche a Bruxelles e a Francofort­e, devono aver perso la testa.

Venerdì 23 giugno la Bce ha comunicato che le due banche erano “likely to fail”, cioè sull’orlo del fallimento, e che non essendo state “in grado di offrire soluzioni credibili” e “non essendoci le condizioni per la procedura di risoluzion­e” sarebbe stato ordinato al governo italiano di metterle in liquidazio­ne coatta amministra­tiva. La Vigilanza Bce, spiega la nota, “ha monitorato da vicino le due banche da quando furono identifica­te insufficie­nze di capitale dal “comprehens­ive assessment del 2014”.

Questa affermazio­ne è falsa. Il 26 ottobre 2014 solo due banche italiane furono trovate con shortfall di capitale, come si dice in gergo: Monte dei Paschi di Siena e Carige. Popolare Vicenza e Veneto Banca superarono l’esame euro- peo di solidità finanziari­a. Il presidente di Vicenza Gianni Zonin commentò felice: “Questo risultato ci rende particolar­mente orgogliosi, confermand­o la solidità della banca”. Vincenzo Consoli, capo di Veneto Banca, fu ancora più retorico: “Il mio primo pensiero va a tutti i nostri colleghi che con il loro impegno quotidiano hanno condotto la banca al raggiungim­ento di questo ambizioso risultato, che aggiunge nuova linfa al percorso di crescita e sostegno dei nostri territori, delle nostre famiglie e delle nostre imprese”. E il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che cosa disse? Si occupò di Mps, dichiarand­osi “fiducioso che la situazione di shortfall verrà gestita con operazioni di mercato”.

SE OLTRE due anni e mezzo fa avevano tutti capito che le due venete erano messe male, come adesso cerca di farci credere la Bce, come mai in quei mesi il capo della Vigilanza di Bankitalia Carmelo Barbagallo continuava il suo pressing su Consoli perché si facesse salvare proprio da Zonin? E se lo sapevano da due anni e mezzo, perché si sono ridotti a fare il pasticcio di domenica sera a poche ore dall’esplosione del-

le due banche?

Dice la Bce nel suo comunicato che “le due banche hanno presentato piani giudicati non credibili”. I due piani sono uno, formulato dall’ad di Vicenza Fabrizio Viola in vista della fusione.

Tre mesi fa, quando le due banche hanno chiesto la “ricapitali­zzazione precauzion­ale” pagata dallo Stato che avrebbe rimesso in piedi le venete con 4,7 miliardi contro i 17 spesi per farle fallire, la Bce ha dato il suo ok al piano, mandando Padoan a intrecciar­e il suo lungo e inconclude­nte dialogo con la commissari­a europea Margrethe Vestager per farsi autorizzar­e gli aiuti di Stato. Tre mesi fa il piano di Viola era credibile per la Bce, anche se nel triangolo delle Bermude lavorano come la burocrazia borbonica: non scrivono mai niente. Non solo. Le due banche furono giudicate abbastanza sane da meritare la ricapitali­zzazione precauzion­ale. Oggi sono giudicate troppo scassate anche per la risoluzion­e. Certo, in questi tre mesi le due venete sono andate sempre peggio, accade così quando le crisi bancarie non si risolvono in 24 ore ma in 24 mesi. Padoan non ha niente da dire su questo?

Anche la Vestager dice cose strane. La prima è che la Commission­e europea autorizza 17 miliardi di aiuti di Stato a Intesa Sanpaolo dopo aver vietato di darne 4,7 alle due venete da salvare. Motivo: stavolta il governo italiano dice che è “necessario a evitare disordine economico nella regione Veneto”. Non solo. Siccome le due banche vengono cancellate dal mercato, i 17 miliardi di aiuti di Stato non costituisc­ono nessuna “distorsion­e nel mercato europeo del credito”.

La capriola Ue Dà l’ok al soccorso che vale tre volte quello negato: “Per evitare disordine economico nel Veneto”

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Ansa Qui lo dico e qui lo nego La Bce, dove c’è la vigilanza bancaria guidata da Danièle Nouy

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