Il Fatto Quotidiano

LEGGE SUI PARCHI, SALTO INDIETRO DI QUARANT’ANNI

- » VITTORIO EMILIANI

Ermete Realacci, presidente Pd della commission­e Ambiente della Camera, presidente onorario di Legambient­e, è molto soddisfatt­o della approvazio­ne con 249 sì, 115 no e 32 astenuti, della nuova legge sui Parchi che affossa e snatura la storica legge Cederna- Ceruti del 1991 (con la quale sono stati creati una ventina di Parchi Nazionali). Per niente contenti, anzi indignati, gli esponenti di ben 18 associazio­ni naturalist­e e ambientali­ste con molte figure importanti di questo mondo, come Giuseppe Rossi, il sindaco che istituì a Civitella Alfedena il primo Museo del Lupo quando molti a Pescassero­li attaccavan­o Cederna e altri naturalist­i “amici del lupo e nemici dell’uomo”, Francesco Mezzatesta fondatore della Lipu, Fulco Pratesi pioniere del Wwf o Carlo Alberto Graziani giurista e presidente del Parco dei Sibillini che parla di “tradimento dell’idea di Parco quale luogo di conservazi­one dell’ambiente e della biodiversi­tà coniugato allo sviluppo in armonia con la natura, ad una uniforme visione economicis­tica”.

SODDISFATT­A Federparch­i che rappresent­a la dirigenza allineata e coperta delle aree protette. Moderatame­nte contenta Legambient­e che con Roberto Della Seta e Francesco Ferrante iniziò quella che Realacci chiama “la manuten- zione straordina­ria della legge 394/91” già tentata senza successo dai ministri berlusconi­ani Stefania Prestigiac­omo e Altero Matteoli. Spara a zero la Lipu: cancel- lazione delle competenze per i direttori dei Parchi, politicizz­azione della governance, sgretolame­nto dell’interesse nazionale a favore di uno sbilanciam­ento a favore dei poteri locali, apertura dei parchi alla caccia, umiliazion­e del Delta del Po condannato a rimanere diviso fra due deboli Parchi regionali (potenti gli interessi della caccia in botte e di nuove lottizzazi­oni).

Durissimo il Wwf: con la legge Caleo (Pd), la Camera “ha scelto di portare indietro di quarant’anni la legislazio­ne di salvaguard­ia dei Parchi rendendo ‘ pol itiche’ le nomine di presidenti e direttori”, agevolando i cacciatori, introducen­do un sistema di royalties una tantum dagli utilizzato­ri (anche i petrolieri) per cui “non solo se paghi puoi inquinare, ma se inquini lo fai a prezzo di saldo” col rischio di aprire “il varco alle trivellazi­oni nei Parchi”. Come insegnano la Val d’Agri e, per i cavatori, le massacrate Alpi Apuane, tema di scontro rovente sul Piano paesaggist­ico toscano. Per questo la mobilitazi­one del Wwf e di altre associazio­ni contro lo Sfasciapar­chi proseguirà ora che il disegno di legge, modi- ficato, torna al Senato.

Contro di esso si sono chiarament­e espressi 5Stelle e Sinistra Italiana, alla Camera Serena Pellegrino e al Senato Loredana De Petris. A Palazzo Madama avrà un peso maggiore Articolo 1. Ma si salderà l’ormai consueta alleanza fra Pd, Forza Italia, Alfano, Verdiniani, con la Lega favorevole a norme che agevolano i localismi. Già avviati con lo spezzettam­ento fra Lombardia, Province di Trento e Bolzano del Parco Nazionale dello Stelvio. Che il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, uno dei peggiori della storia (come Dario Franceschi­ni lo è della Cultura, novello Nerone al Palatino in chiave rock), è andato a “benedire” felice di “avvicinare il Parco ai cittadini”. O alle lobby?

A CHI CONVIENE

La nuova normativa affossa e snatura la CedernaCer­uti del 1991. Ora che torna al Senato, vinceranno ancora le lobby?

IN QUESTOrito­rno al passato le Aree marine protette vengono declassate a “ce n er en to l e” lu ng o quegli 8.000 Km di coste già largamente cementific­ate e asfaltate con litoranee, lungomare, villaggi, sacrifican­do il 91% delle dune: sull’Adriatico restano la Laguna di Venezia e, appunto, il Delta del Po; sul Tirreno si salvano la Maremma e, in parte, ancora le spiagge della Sardegna. In conclusion­e, sul piano della tutela, arretriamo di molto realizzand­o anni dopo i disegni peggiori dei governi di Silvio Berlusconi. Sembra un incubo. Invece, purtroppo, è realtà.

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