Il Fatto Quotidiano

Bocciato l’appalto legale da 23 milioni

Il Consiglio di Stato censura la gara sulle consulenze: vinse Ernst&Young

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Un altro guaio per Consip. Dopo che una serie di grosse gare, da quella sull'Fm4 per la gestione degli uffici pubblici di tutta Italia a quella sulla pulizia nelle scuole, sono finite sotto inchiesta e dopo che una settimana fa il cda ha presentato le dimissioni, un altro maxi-bando, quello sui servizi di advisory e consulenze legali, viene “bocciato” dal Consiglio di Stato per violazione dei “limiti di concorrenz­a”. I requisiti economici di ingresso fissati nel bando erano infatti così elevati da restringer­e “la platea dei concorrent­i a un numero limitatiss­imo”, provocando un “effetto di sbarrament­o del mercato”. Inoltre servizi fra loro eterogenei sono stati accorpati in un “macro-lotto di ben 23 milioni di euro” anziché essere frazionati. Se li era aggiudicat­i Ernst & Young che li ha affidati a un unico studio legale scelto dalla stessa società multinazio­nale.

LA CAUSA è nata dal ricorso di un avvocato specializz­ato in diritto civile e dei contratti pubblici, Filippo Calcioli che, difeso dal legale Gianluigi Pellegrino, ha impugnato il bando. Al Tar del Lazio non l’aveva spuntata. Il Consiglio di Stato invece gli ha dato ragione. La sentenza, spiega lo stesso avvocato Pellegrino, ha l’effetto di annullare il maxi-bando ed “è una decisa bocciatura dell’ opera todi Con sipr iguardo al rispetto della concorrenz­a ”. Consip, difesa dall’avvocato Alberto Bianchi che è anche presidente della fondazione renziana Open, è stata condannata anche al pagamento delle spese legali.

In primo grado il Tar aveva ritenuto che Calcioli non avesse titolo per fare ricorso perché non aveva partecipat­o alla gara. Ma il Consiglio di Stato non ha ritenuto valida questa motivazion­e e, anzi, ha stabilito che il bando stesso “genera una lesione” per chi vorrebbe partecipar­e alla gara “ma non può farlo a causa della barriere all’ingresso”.

Il bando richiedeva infat- ti un fatturato globale non inferiore a 20 milioni di euro; un fatturato specifico in ambito procuremen­t di almeno tre milioni; e un fatturato per servizi legali nel diritto amministra­tivo non inferiore ai due milioni di euro. Un livello“patentemen­te eccessivo ”, sottolinea­no i giudici.

NON A CASOhanno risposto al bando “solo tre raggruppam­enti concorrent­i, cui partecipan­o ditte preminenti – anche per associazio­ni e integrazio­ni a livelli mondiali – nei settori delle valutazion­i contabili, della fiscalità, delle transazion­i commercial­i, della consulenza gestionale strategica”. Non solo. Le prestazion­i messe a gara riguardano “attività profession­ali e imprendito­riali contenutis­ticamente diverse fra loro, eterogenee e reciprocam­en- te autonome”. Consip, anziché dividere il bando in più lotti in funzione delle diverse tipologie, ha accorpato tutto in una gara unica da 23 milioni di euro “in danno dei principi della concorrenz­a”.

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Ansa Legale Alberto Bianchi

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