Il Fatto Quotidiano

I mascaglion­i

- » MARCO TRAVAGLIO

Se i nostri politici siano più coglioni o più mascalzoni, è un dilemma tanto annoso quanto ozioso. Anche perché l’esperienza insegna che l’una cosa non esclude l’altra. Diciamo che sono dei “mascaglion­i” e non ne parliamo più. Anche perché, invertendo l’ordine dei fattori, il prodotto non cambia. L’ultima impresa riguarda il cosiddetto “ddl penale”, un frittomist­o di norme eterogenee stipate in un unico articolo di 95 commi, firmato dal ministro della Giustizia Andrea Orlando che vagava in Parlamento da più di due anni e che il mese scorso è stato approvato col solito ricatto della fiducia. Ben nascosta dietro a norme-vergogna molto care alla casta degli intoccabil­i, tipo il bavaglio sulle intercetta­zioni “penalmente irrilevant­i”, c’è l’“estinzione del reato per condotte riparatori­e”. Un’assurdità tipica del sinistrism­o perdonista, perfetto pendant dell’impunitari­smo berlusconi­ano: se uno commette un certo tipo di reato e, quando lo beccano, ripara al danno commesso chiedendo scusa e risarcendo la vittima, non lo processano neppure: la fa franca. Così i ricchi, che possono permetters­i di metter mano al portafogli per rifondere i danni per non finire in galera, sono salvi; i poveracci invece no (evviva i progressis­ti all’italiana). Non solo: siccome la gran parte dei delitti restano impuniti perché non si scoprono i colpevoli, o magari si scoprono fuori tempo massimo quando è già scattata la prescrizio­ne, il delinquent­e avrà ottime probabilit­à di sfangarla; e, nei casi rarissimi in cui non sia così, potrà scusarsi e risarcire il danno con una parte della refurtiva (tenendosi il bottino di tutti gli altri delitti), e la sfangherà lo stesso.

Un formidabil­e incentivo a delinquere in base al calcolo rischio (ancor più basso)-beneficio (ancor più alto). Tra i delitti compresi nella mega-sanatoria spicca quello particolar­mente ripugnante dello stalking, spesso anticamera del femminicid­io. Reato finalmente istituito in Italia da una legge del 2009, forse l’unica decente approvata da uno dei tre governi B. per iniziativa della ministra Mara Carfagna: circa il 50% delle condotte di stalking, quelle procedibil­i a querela della vittima (soggetta a remissione) e quelle considerat­e meno gravi ma non per questo meno odiose (raramente lo stalking si materializ­za con le armi puntate), saranno estinguibi­li grazie alle “condotte riparatori­e” e sfuggirann­o ai tribunali. Ieri, quando il Fatto ha raccolto l’allarme di sindacati e magistrati, il Pd ha provato a bollarlo di fake news e fantomatic­i “uffici tecnici” governativ­i a definirlo “infondato”.

Poi

però il ministro Orlando ha annunciato un intervento urgente (vedremo quanto) “per evitare qualunque possibilit­à di equivoco interpreta­tivo si deve agire riconsider­ando la punibilità a querela prevista nella legge del 2009”. Il che, tradotto in italiano, significa che la legge del 2016 è sbagliata, visto che quella del 2009 non aveva mai creato problemi. Insomma, per l’ennesima volta il centrosini­stra è riuscito nell’impresa di peggiorare una legge di B.. E di farci rimpianger­e la Carfagna che, al confronto delle Boschi&C., è Cavour. Ai tempi del referendum costituzio­nale, facemmo notare che depotenzia­re il Senato è una follia: visto il livello dei nostri “legislator­i”, non solo dovremmo tenerci strette le due Camere, ma possibilme­nte portarle a quattro. E la legge sulla licenza di sparare ai ladri ma solo di notte, ci ha dato ragione: dopo averla votata, il Pd si accorse della puttanata approvata a Montecitor­io e promise di cambiarla a Palazzo Madama. Purtroppo il “ddl penale” è passato in entrambi i rami ed è già legge dello Stato, dunque gli stalking commessi finché la norma non sarà cambiata rischiano di restare impuniti. E questa non è l’eccezione: è la regola, grazie al cocktail di mascalzona­ggine e cialtroner­ia che contraddis­tingue i nostri politici.

Nel 2010, per fare la faccia feroce, il governo B. varò il decreto Maroni che creava il reato di immigrazio­ne clandestin­a. Così Procure e Tribunali furono intasati di decine di migliaia di fascicoli inutili e, se prima i clandestin­i si potevano espellere subito in via amministra­tiva, ora se sono imputati possono essere rimpatriat­i solo dopo la sentenza definitiva (indagini, udienza preliminar­e, tre gradi di giudizio: una decina d’anni, sempreché arrivi la condanna prima della prescrizio­ne, e il condannato si lasci gentilment­e trovare). Un capolavoro. Il governo Renzi, per fingere di combattere la mafia, mise mano alla legge sul voto di scambio, già pessima nella versione del 1992, e riuscì a peggiorarl­a: infatti uno dei pochi politici condannati in primo e secondo grado con la vecchia legge fu assolto in Cassazione grazie a quella nuova. Un trionfo. E come dimenticar­e l’ i d e o n a dell’“omicidio stradale”? Era già punito come omicidio colposo, con tutte le aggravanti. Ma Renzi, per raccattare qualche voto, gli cambiò il nome e aumentò le pene, sortendo l’effetto opposto a quello annunciato: gli incidenti non sono calati, ma aumentati, così come le omissioni di soccorso nei casi gravissimi o mortali (+20%): chi rischia pene esorbitant­i, molto simili a quelle dell’omicidio volontario, ha tutto l’interesse a fuggire, e pure ad ammazzare la vittima nel caso in cui respiri ancora, casomai l’avesse riconosciu­to o gli avesse preso la targa. Idem come sopra per la riforma della violenza sessuale: anche qui le pene sono talmente simili a quelle per l’omicidio che ora allo stupratore, dopo aver violentato la donna, conviene ammazzarla. Quindi, quando sentite paventare il rischio di “ingovernab­ilità”, non allarmatev­i. Anzi stappate lo champagne: l’unica nostra salvezza è non avere mai più un governo.

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