Siae, l’Ue indaga sulla “riforma” di Franceschini
Dopo le smentite La Commissione conferma il rischio di una procedura d’infrazione per la liberalizzazione lasciata a metà
C’è una indagine in corso da parte della Commissione europea sulla riforma della gestione del diritto d’autore in vari Paesi, “in particolare (...) in Italia, sulla quale abbiamo ricevuto lamentele”. A seconda di cosa la Commissione contesterà e di quali risposte riceverà dal governo italiano, il procedimento potrà chiudersi con una approvazione oppure svilupparsi fino a una procedura di infrazione per uno dei provvedimenti più importanti curati dal ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. Lo rivela la stessa Commissione, nel documento firmato dall’italiano Roberto Viola per la direzione generale Comunicazioni in risposta alle richieste di Isabella Adinolfi, deputata europea del Movimento 5 Stelle. Soltanto pochi giorni fa, però, il ministero dei Beni culturali aveva risposto alle domande del sito Eunews che con Bruxelles non c’erano problemi, “il decreto legislativo è stato approvato in via definitiva e notificato a Bruxelles, quindi la Commissione, se vuole, può impugnarlo dicendo che non è conforme alla direttiva, ma al momento a noi non risulta assolutamente nulla”.
NEL 2014 GLI STATI membri dell’Unione vengono sollecitati a recepire nella legislazione nazionale la direttiva 26, nota come “direttiva Barnier” dall’allora commissario per il Mercato interno e i servizi. La direttiva riguarda la gestione collettiva dei diritti d'autore e le leggi che la recepiscono dovrebbero “consentire a un titolare dei diritti di poter scegliere liberamente l'organismo di gestione collettiva cui affidare la gestione dei suoi diritti”.
In Italia ne viene data un’interpretazione un po’ minimali- sta, al momento del recepimento nel marzo del 2017: rimane il monopolio nazionale della Siae, l’ente pubblico economico che raccoglie i compensi relativi al diritto d’autore per conto degli artisti, nel 2016 ha fatturato 796 milioni di euro. Il de- creto legislativo stabilisce infatti che “i titolari dei diritti possono affidare a un organismo di gestione collettiva o a un’entità di gestione indipendente di loro scelta la gestione dei loro diritti, delle relative categorie o dei tipi di opere e degli altri materiali protetti per i territori da essi indicati, indipendentemente dallo Stato dell’Unione europea di nazionalità, di residenza o di stabilimento dell’organismo di gestione collettiva”.
Ma resta il vincolo previsto da una legge del 1941 in base alla quale “l’attività di intermediario” deve essere svolta “in via esclusiva alla Società italiana degli autori ed editori”, cioè la Siae.
Molti artisti, come Fedez e Gigi D’Alessio, hanno però già lasciato la Siae per un concorrente nato da poco, Soundreef, società di diritto inglese. Questi nuovi protagonisti del settore vengono riconosciuti dal decreto che però lascia il territorio italiano in mano alla sola Siae.
L’8 febbraio
2017 la Commissione aveva già scritto una lettera al governo italiano per esprimere le sue perplessità sul decreto. Perplessità che il ministero di Franceschini aveva giudicato superate con la versione finale del decreto. L’eurodeputata M5S Isabella Adinolfi ha subito chiesto in via ufficiale di poter conoscere il contenuto di quella lettera. Il 9 giugno la Commissione europea ha risposto che non poteva divulgarlo perché il documento è relativo a una “ongoing investigation”, una indagine in corso in vari Stati membri e “in particolare” in Italia per le “l am en t el e” ri ce vu te . “Per sgombrare il campo da ogni dubbio, il ministro Franceschini farebbe bene a pubblicare la lettera, rendere pubblici i rilievi della Commissione europea e fornire delucidazioni in merito a questa indagine”, ha commentato Adinolfi.
NEI GIORNI SCORSI si è tornato a parlare di Siae per un duro scontro tra Franceschini e Fedez. Il rapper ha accusato il ministro di conflitti di interessi perché la moglie, Michela Di Biase, oltre a essere consigliera comunale di Roma per il Pd è anche dipendente della Fondazione Sorgente, ente culturale emanazione della Sorgente Group che gestisce il patrimonio immobiliare della Siae. Il ministro ha minacciato querele (la moglie si occupa di pubbliche relazioni, non delle attività della Siae). Ma per Franceschini i problemi possono arrivare più dall’Europa che da Fedez.
All’Europarlamento
La rivelazione nella risposta a una interrogazione di Isabella Adinolfi (M5S)