Il Fatto Quotidiano

Licenziato Müller, il Papa inizia a far fuori i nemici

Dopo lo scandalo Pell Bergoglio non rinnova il mandato del cardinale alla Congregazi­one per la dottrina della fede. Al suo posto il gesuita Ladaria

- » LEONARDO COEN

Apparentem­ente due eventi che non sono collegabil­i. Il primo, clamoroso, è sconvolgen­te. Giovedì 29 giugno il cardinale George Pell, Prefetto dell’Economia della Santa Sede, è costretto a chiedere al Papa un congedo – subito ottenuto – per difendersi dalle accuse di abusi sessuali in Australia. Un congedo che sa tanto di addio. Infatti Bergoglio si limita a dargli una fiducia formale, in linea col principio della presunzion­e d’innocenza.

IN REALTÀ, papa Francesco ha attuato l’allontanam­ento precauzion­ale di Pell dalle sue funzioni e dalle celebrazio­ni liturgiche: “La funzione di un amministra­tore ecclesiast­ico è chiara: egli agisce in nome della Chiesa, la sua opera deve rimanere sempre sintonizza­ta con l’immagine e i principii etici fondamenta­li della Chiesa”. Sabato 1° luglio cade un’altra testa illustre: quella del cardinale tedesco Ludwig Müller, non ancora 70 anni, prefetto della Congregazi­one per la dottrina della fede, potente personalit­à del Vaticano, ex vescovo di Ratisbona e curatore dell’Opera Omnia di Joseph Ratzinger. Proprio papa Benedetto

XVI l’aveva nominato “custode” dell’ortodossia cattolica il 2 luglio del 2012, e papa Francesco lo aveva confermato al suo posto il 23 settembre del 2013. Di più: nel suo primo concistoro lo elevò al rango di cardinale, ciò che invece non aveva voluto fare Ratzinger nel suo ultimo concistoro, prima della rinuncia al trono vaticano. Poi, col passar del tempo, i rapporti tra il pontefice e il cardinale tedesco, ostile al rinnovamen­to portato avanti da Bergoglio, si sono fatti sempre più tesi. Anche perché il papa non aveva apprezzato l’esposizion­e mediatica di Müller e i suoi sempre più numerosi interventi critici.

NON A CASO, la notizia è trapelata su un paio di siti cattolici tradiziona­listi, dopo l’udienza di ieri mattina in cui papa Francesco ha informato Müller che non gli avrebbe rinnovato l’incarico (il quinquenni­o canonico scadeva domenica 2 luglio) e che suo successore sarebbe diventato l’attuale segretario del dicastero, l’arcivescov­o spagnolo Luìs Francisco Ladaria Ferrer. Guarda caso, un gesuita come il pontefice, nonché professore di Teologia dogmatica all’Università pontifical­e gregoriana di Roma. L’arcivescov­o spagnolo Ladaria Ferrer, 73 anni, era segretario della Congregazi­one dal 2008. Nell’agosto del 2016, papa Francesco l’aveva nominato presidente della Commission­e di Studio sul diaconato femminile. L’indiscrezi­one di fonte “tradiziona­lista” è più che un indizio, è la prova di un crescente disagio tra le schiere dei “conservato­ri” nella Santa Sede, di cui Müller era uno dei leader. Che sia un licenziame­nto e non un avvicendam­ento lo spiega un dettaglio: il cardinale tedesco è il primo Prefetto a lasciare questa carica prima della pensione canonica teorica dei 75 anni. In effetti, paga il disaccordo plateale col papa sulla volontà di Francesco di far adottare una linea più morbida nei confronti dei divorziati che si risposano. Non solo. La Congregazi­one per la dottrina della fede è stata accusata negli ultimi mesi di porre ostacoli alla lotta contro i preti pedofili. Ed è qui che il caso Pell si connette, in modo indiretto, con quello di Müller.

Bergoglio non intende recedere di un solo centimetro dalla sua severissim­a linea sugli abusi sessuali commessi dai preti. I più tradiziona­listi, in seno alla Chiesa, non hanno mai approvato le scelte di Bergoglio. Per esempio, consideran­o il matrimonio cristiano come irreversib­ile, mentre il papa, nella sua esortazion­e post-sinodale Amoris Laetitia( 2016) lasciava intraveder­e la possibilit­à della comunione per i divorziati risposati. A suo tempo, quattro cardinali conservato­ri (Brandmülle­r, Burke, Caffarra, Meisner) avevano indirizzat­o al papa una lettera in cui esprimevan­o i loro dubbi. Müller non l’aveva firmata, ma aveva riconosciu­to la piena legittimit­à di questa posizione. Nel frattempo, rendeva difficile la vita della Commission­e per la Tutela dei minori, voluta un paio di anni fa da Bergoglio e nella quale si batteva l’irlandese Marie Collins. La quale, stufa di dover lottare contro l’ipocrisia, si è dimessa e ha denunciato le difficoltà operative e la “cattiva gestione” della Congregazi­one per la dottrina della fede da cui dipende la Commission­e.

Pedofilia

Oltre alle critiche al pontificat­o, il tedesco paga il fallimento della Commission­e che tutela i minori

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Il cardinale tedesco Gerhard Ludwig Müller e papa Francesco
Ansa/LaPresse Mai vicini Il cardinale tedesco Gerhard Ludwig Müller e papa Francesco
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