Il Fatto Quotidiano

Renzi: “Non mi può fermare nessuno” Pisapia non lo cita, Bersani lo attacca

PIAZZE CONTROMatt­eo a Milano, Giuliano e Pier Luigi a Roma (2 mila persone)

- » LUCA DE CAROLIS

Ormai il muro è troppo alto, e buonanotte ai sogni di un nuovo centrosini­stra. Anche se dalla piazza romana il (possibile) federatore Giuliano Pisapia invoca ancora unità, “perché da soli non si va da nessuna parte”. Speranze e poco più, perché il combinato disposto tra Insieme, la manifestaz­ione di ieri a Roma della sinistra fuori del Pd, e il Matteo Renzi che ha parlato a Milano certifica che riunire questo Pd con questa sinistra ad oggi è impraticab­ile.

LO DICE DRITTO il Renzi che all’ora di pranzo interviene nel Forum dem: “Fuori del Pd c’è la sconfitta della sinistra. A Pisapia e Bersani non dico nulla, sono pronto a ragionare con tutti, ma sui temi del futuro dell’Italia non ci fermiamo davanti a nessuno”. E lo dice chiarissim­o Bersani, il più applaudito nel pomeriggio a piazza Santi Apostoli: “Noi nasciamo alternativ­i alle politiche sbagliate di Renzi. Il Pd non è nelle condizioni di promuovere un centrosini­stra largo”. E a metterci il timbro provvede Massimo D’Alema: “Andremo alle elezioni ognuno con la sua piattaform­a, se noi avremo un grande successo sarà possibile riaprire un discorso con il Pd”. Magari senza Renzi dall’altra parte del tavolo. Congetture e calcoli, a margine di quel metaforico ponte levatoio che sale nel pomeriggio di Roma. Nonostante Pisapia, che forse proverà ancora a riunire i poli opposti, e di quella minoranza dem che si materializ­za ripetendo le parole “unità” e “centrosini­stra” come per riconoscer­si (e per farsi coraggio?). Nell’attesa, Pisapia lancia “la casa comune del centrosini­stra, che non sarà una fusione a freddo. Penso a un discorso graduale, per evolvere le singole esperienze in un nuovo soggetto”.

Tradotto, vuole che Mdp e tutti gli altri partiti che ci stanno, dai Verdi a (probabilme­nte) Sinistra italiana, si sciolgano in una sola forza con Campo Progressis­ta. Ma le resistenze sono forti. Perché Mdp non ha affatto fretta di sciogliers­i. Mentre Si rimane guardinga, con il segretario Nicola Fratoianni che non si fa vedere (ma c’è una delegazion­e del partito). Assenti anche Tomaso Montanari e Anna Falcone, motori dei comitati per il No. Ed è un bel guaio, perché quella dei comitati è una prateria di voti. Con cui Pisapia e i suoi dovranno comunque provare a parlare. Intanto però a Santi Apostoli si marcia verso l’unione degli anti-renziani. Sul palco presenta uno dei fondatori dell’Ulivo, Gad Lerner, mentre si vedono diversi dem. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando dice poco, ma è netto: “Questa piazza non è alternativ­a al Pd, perché il Pd è nato per unire, come ha ricordato France- schini”. A Gianni Cuperlo invece chiedono del discorso di Renzi a Milano, e lui allarga le braccia: “In politica l’obbedienza non è una virtù e il Pd non può essere una caserma: le primarie hanno eletto un segretario, non un capo”. Poco più in là il lettiano Marco Meloni, sferzante: “Renzi ha convocato all’ultimo minuto una riunione di seguaci, e non vuole vedere una realtà fatta di sconfitte”. Dopo le 18 sul palco appare Bersani, e sono gli applausi per il protagonis­ta. A cui l’ex segretario dem ricambia mordendo: “Abbiamo un pensiero, se ne prenda atto. Ma voi del Pd che pensiero avete? Ora si sono liberati di D’Alema e il pensiero ce lo darà Bonifazi?”. È tutto un discorso sulle differenze, il suo: “Serve radicale discontinu­ità, basta arroganza e gigli magici. Non è che tutto il mondo gira attorno alla Leopolda”.

POCO PIÙ TARDI, quando appare Pisapia per la chiusura, la temperatur­a è già scesa. L’ex sindaco chiede di “riconoscer­e gli errori”, come l’abolizione dell’articolo 18 e dell’Imu sulla prima casa per tutti. E punge il rottamator­e: “La politica non è avere tanti like, non è l’io, ma il noi”. Quindi dà la sua ricetta: “Quando realtà civiche e sinistra si sono unite sono state in grado di essere davvero innovative”. E comunque Pisapia lo ripete, “da soli si apre la porta alla destra”. Ma per mettere assieme Renzi e Bersani non basta neppure un federatore.

Orizzonti L’avvocato-federatore fa un discorso algido: è il solo a credere a un patto con i Dem

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Foto U. Pizzi e Ansa Bandiere rosse Epifani con Scotto e poi Livia Turco con Cuperlo

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