Il Fatto Quotidiano

Ma quali artisti? La Rai vuole soltanto dei pubblicita­ri

- GIORGIO CASTRIOTA

La lettera del signor Artioli pubblicata ieri, solleva un problema: il primo, è spiegare perché il signor Fabio Fazio sarebbe da considerar­e “un artista” e non più realistica­mente un conduttore, quindi al di fuori del tetto retributiv­o di 240.000 euro.

Un secondo problema, è perché un dipendente Rai debba essere retribuito non in base alle prestazion­i profession­ali ma in proporzion­e agli introiti pubblicita­ri che il programma da lui condotto produce. Se questo programma riscuote un alto share vuol dire che l’azienda incasserà cospicui introiti pubblicita­ri, ma non capisce perché l’azienda debba rinunciare a parte di questi introiti e spartirli con il conduttore. Prevedo la risposta: senza quel conduttore meno incassi pubblicita­ri per l’azienda, ma questo vuol dire che il conduttore è diventato un agente pubblicita­rio, altro che artista.

Ne discende che oltre a essere una mortificaz­ione culturale dei conduttori, è anche una mercificaz­ione del lavoro di profession­isti che, liberati da questo mercimonio, potrebbero tentare strade profession­ali di comunicazi­one più dignitose per loro e più creative e utili so- prattutto per il telespetta­tore del servizio pubblico.

Perché di questo stiamo parlando: del servizio pubblico.

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