Il Fatto Quotidiano

La donna che pagò il talento con la libertà

A 74 anni dalla morte finalmente una permanente a lei dedicata

- » CHIARA PASETTI

Camille Claudel (1864-1943) è stata la più grande scultrice vissuta tra ‘800 e ‘900, eppure fino a pochi mesi fa non esisteva ancora un museo a lei dedicato. Ora la più importante collezione al mondo delle sue opere nonché di artisti a lei contempora­nei (Paul Dubois, Alfred Boucher e Auguste Rodin, tra gli altri), in tutto 250 lavori di cui 43 sculture di Camille fra le quali i celebri bronzi de L’ ge mûr e de La Valse e numerosi quadri e disegni preparator­i, si può conoscere presso il Musée Cam il l e Cl a u d e l di N ogent-sur-Seine, che ha aperto i battenti lo scorso marzo.

UN EVENTO necessario: riporta le opere di questa straordina­ria artista nel luogo in cui è nata la sua vocazione (la famiglia Claudel visse dal 1876 al 1879 a Nogent-sur-Seine e lì lei, giovanissi­ma, realizzò le sue prime figure in argilla, di cui molte sono andate perdute), in secondo luogo lo spettatore vi può ammirare la sua arte, finalmente sganciata dalla figura imponente e onnipresen­te, nelle sedi espositive come nelle biografie e nei saggi, del suo maestro Rodin, cui viene sempre associata. E infine perché, anche se postumo, è un omaggio esclusivo al suo talento, che sbocciò precocemen­te e venne affinato e perfeziona­to negli anni Ottanta dell’800 a Parigi, quando studiò all’Accademia Colarossi (dove conobbe Rodin), per poi essere portato avanti in quasi totale solitudine, caparbiame­nte e fieramente, come l’articolo della giornalist­a Gabrielle Reval qui presentato testimonia. Camille Claudel, che ha dovuto fare i conti con i pregiudizi secondo i quali una donna scultrice doveva per forza avere o essere qualcosa di strano se non addirittur­a di sbagliato (e la prima a pensarla così era la madre) e con l’etichetta, a seconda degli ambienti, di “allieva, musa e amante” di Auguste Rodin o di sorella del poeta e diplomatic­o Paul Claudel. Una vita tormentata, come spesso è quella degli artisti, specie se donne, che dagli inizi del 900 in poi diventa sempre più “invisibile”, poiché Camille sceglie di chiudersi nel suo atelier e si isola dal mondo esterno. Ma il peggio doveva ancora arrivare: nel marzo del 1913, subito dopo la morte di suo padre (il solo in famiglia che ne aveva sempre sostenuto la vocazione), la madre e il fratello la internaron­o in un ospedale psichiatri­co alle porte di Parigi per “deliri di persecuzio­ne”.

NEL 1914, allo scoppio della Prima guerra mondiale, Camille sarà trasferita nell’“asilo per alienati mentali” di Montdeverg­ues (oggi Montfavet) presso Avignone. Passeranno trent’anni in cui Camille scriverà lettere struggenti e lucidissim­e in cui chiederà soltanto di essere “rimessa in libertà”, di poter tornare a casa a scolpire. Trent’anni segnati da una dozzina di visite in tutto da parte di Paul e nessuna da parte di sua madre, che morirà nel 1929, che si concludera­nno soltanto con la morte nell’ottobre del 1943, a quasi ottant’anni; nessuno parteciper­à al suo funerale, verrà sepol- ta in una fossa comune e per molto tempo il mondo si dimentiche­rà di lei. Solo agli inizi degli anni 80 del Novecento compariran­no i primi studi biografici e critici. Nel 1984, in seguito alla prima grande retrospett­iva inaugurata presso il Musée Rodin di Parigi, uscirà il primo catalogo ragionato delle sue opere: la sua popolarità esploderà all’improvviso. Da allora biografie, saggi, studi, nonché film, spettacoli teatrali e di danza, mostre, documentar­i, cataloghi, siti internet a lei dedicati non hanno fatto che moltiplica­rsi nel tentativo di riparare quello che Marie Victoire-Nantet ha definito un désastre fin de siècle. Ma nessuno potrà mai più restituirl­e trent’anni di libertà negata. Libertà di vivere, di essere, di scolpire. Ma il Museo di Nogent-sur-Seine da poco inaugurato, con le sue quindici sale espositive, la cineteca e molto altro dà ora modo a tutti di scoprire il suo genio nelle sue sculture, e grazie a tanti eventi collateral­i la possibilit­à di conoscerne meglio anche la tempestosa personalit­à e le dolorose vicende biografich­e, che non smettono (come la sua arte) di emozionare, di commuovere e di far riflettere.

Nata nel 1864 e morta nel 1943 Nessuno è andato al funerale, è stata sepolta in una fossa comune

Soltanto agli inizi degli anni Ottanta del Novecento la sua opera è stata finalmente rivalutata come merita OSTEGGIATA DALLA FAMIGLIA Sempre associata al suo maestro Rodin, fu rinchiusa in un ospedale psichiatri­co per gli ultimi 30 anni di vita

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Il Musée Camille Claudel di Nogent-surSeine, aperto a marzo
A nord-est di Parigi Il Musée Camille Claudel di Nogent-surSeine, aperto a marzo

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