Barcellona e l’indipendenza-sprint
Il piano di “distacco” catalano dopo il referendum del 1° ottobre
Il
popolo della Catalogna è un soggetto politico sovrano e come tale esercita il diritto a decidere liberamente e democraticamente la sua condizione politica”: è tutto qui il senso dell’iniziativa legislativa dei partiti indipendentisti presentata ieri presso il Parlamento catalano. La proposta di “Legge sul referendum di autodeterminazione” “regola la celebrazione del referendum d’autodeterminazione vincolante sull’indipendenza della Catalogna” già annunciato per il 1° di ottobre sul quesito “Volete che la Catalogna sia uno Stato indipendente sottoforma di repubblica?”.
Per sostenere il diritto all’autodeterminazione si fa riferimento, nel Preambolo, al diritto internazionale ed, in particolare, alle Convenzioni delle Nazioni Unite sui diritti civili e politici e sui diritti economici, sociali e culturali, approvate nel 1966 e ratificate dallo Stato spagnolo nel 1977. “Il Parlamento catalano attua come rappresentante della sovranità del popolo catalano” e deposita “nelle mani dei catalani e delle catalane la decisione sul futuro politico del paese”.
SI STABILISCEuna prevalenza di questa legge su tutte le altre per fornire una rete di protezione a quanti dovranno applicarla. Chiamati a votare sono i catalani con diritto di voto alle elezioni autonomiche. Verrà istituita una Sindicatura elettorale in luogo della Giunta elettorale e si costituirà una commissione di osservatori internazionali qualificati. Il referendum non prevede soglie minime per la sua validità e sarà vincolante: se vincerà il Sì, l’indipendenza verrà proclamata unilateralmente nelle successive 48 ore e si darà avvio al processo costituente con carattere partecipativo; entrerà allora in vigore la Legge di transitorietà giuridi- ca. Se invece sarà il No a prevalere, si convocheranno immediate elezioni autonomiche.
“Un atto di sovranità”,“una mostra di libertà e dignità”, “una soluzione democratica a un conflitto politico esistente” nelle espressioni di Junts pel Sí e della Cup all’atto di presentazione. A cui hanno partecipato i soli deputati di Podem, pur essendo invitati tutti gli altri gruppi parlamentari. Duro il giudizio di Catalunya Sí Que Es Pot, per cui la legge “indebolisce lo Statuto catalano, la legalità spagnola e non riunisce i requisiti per il riconoscimento internazionale”.
Mentre il PP cerca il sostegno del segretario socialista Sánchez contro il secessionismo. Nel pomeriggio, la scena si è spostata al Teatre Nacional de Catalunya, per un bagno di massa indipendentista.
Basta con Madrid
La comunità autonomista pretende il diritto superiore delle proprie norme