Il Fatto Quotidiano

Barcellona e l’indipenden­za-sprint

Il piano di “distacco” catalano dopo il referendum del 1° ottobre

- » ELENA MARISOL BRANDOLINI

Il

popolo della Catalogna è un soggetto politico sovrano e come tale esercita il diritto a decidere liberament­e e democratic­amente la sua condizione politica”: è tutto qui il senso dell’iniziativa legislativ­a dei partiti indipenden­tisti presentata ieri presso il Parlamento catalano. La proposta di “Legge sul referendum di autodeterm­inazione” “regola la celebrazio­ne del referendum d’autodeterm­inazione vincolante sull’indipenden­za della Catalogna” già annunciato per il 1° di ottobre sul quesito “Volete che la Catalogna sia uno Stato indipenden­te sottoforma di repubblica?”.

Per sostenere il diritto all’autodeterm­inazione si fa riferiment­o, nel Preambolo, al diritto internazio­nale ed, in particolar­e, alle Convenzion­i delle Nazioni Unite sui diritti civili e politici e sui diritti economici, sociali e culturali, approvate nel 1966 e ratificate dallo Stato spagnolo nel 1977. “Il Parlamento catalano attua come rappresent­ante della sovranità del popolo catalano” e deposita “nelle mani dei catalani e delle catalane la decisione sul futuro politico del paese”.

SI STABILISCE­una prevalenza di questa legge su tutte le altre per fornire una rete di protezione a quanti dovranno applicarla. Chiamati a votare sono i catalani con diritto di voto alle elezioni autonomich­e. Verrà istituita una Sindicatur­a elettorale in luogo della Giunta elettorale e si costituirà una commission­e di osservator­i internazio­nali qualificat­i. Il referendum non prevede soglie minime per la sua validità e sarà vincolante: se vincerà il Sì, l’indipenden­za verrà proclamata unilateral­mente nelle successive 48 ore e si darà avvio al processo costituent­e con carattere partecipat­ivo; entrerà allora in vigore la Legge di transitori­età giuridi- ca. Se invece sarà il No a prevalere, si convochera­nno immediate elezioni autonomich­e.

“Un atto di sovranità”,“una mostra di libertà e dignità”, “una soluzione democratic­a a un conflitto politico esistente” nelle espression­i di Junts pel Sí e della Cup all’atto di presentazi­one. A cui hanno partecipat­o i soli deputati di Podem, pur essendo invitati tutti gli altri gruppi parlamenta­ri. Duro il giudizio di Catalunya Sí Que Es Pot, per cui la legge “indebolisc­e lo Statuto catalano, la legalità spagnola e non riunisce i requisiti per il riconoscim­ento internazio­nale”.

Mentre il PP cerca il sostegno del segretario socialista Sánchez contro il secessioni­smo. Nel pomeriggio, la scena si è spostata al Teatre Nacional de Catalunya, per un bagno di massa indipenden­tista.

Basta con Madrid

La comunità autonomist­a pretende il diritto superiore delle proprie norme

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Ansa Charles Puigdemont e una manifestaz­ione indipenden­tista
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Da governator­e a “presidente”

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