La Lorenzin in ritirata: da 12 a 10 e la potestà non si tocca
Il Senato smonta il decreto, si riducono le vaccinazioni obbligatorie da 12 a 10 e calano le “multe” ai genitori inadempienti. La patria potestà non verrà toccata
Idubbi sollevati sui metodi troppo severi e sull’insostenibilità organizzativa e finanziaria del decreto Lorenzin, hanno provocato la sollevazione di genitori e Regioni, facendo breccia come era prevedibile nel dibattito parlamentare. Il decreto d’urgenza che allarga il numero delle vaccinazioni obbligatorie da praticare entro il prossimo anno scolastico su tutta la popolazione da 0 a 16 anni, per una presunta epidemia di morbillo in atto, comincia a perdere pezzi.
DOPO IL PRIMO pa ss ag gi o dell’iter di conversione in legge, i vaccini necessari per iscrivere i ragazzi a scuola sono scesi da 12 a 10, mentre per altri 4 è prevista solo un’offerta “attiva e gratuita” da parte della sanità regionale. Anche le sanzioni per i genitori che non si atterranno al piano vaccinale sono state ridimensionate. Il tetto massimo scende da 7.500 euro a 3.500 euro, mentre il minimo resta a 500 euro. L’entità della sanzione varia in base al numero delle vaccinazioni omesse. Cade anche il riferimento alla perdita della patria potestà. Le novità sono contenute negli emendamenti approvati dalla Commissione Igiene e Sanità del Senato al provvedimento che arriverà in aula la prossima settimana.
Le 10 vaccinazioni obbligatorie sono quelle contro poliomielite, tetano, difterite, epatite B, Haemophilus influenzae B, pertosse, morbillo, parotite, rosolia e varicella; le 4 solo offerte “attivamente” sono contro il meningococco B, il meningococco C, il pneumococco e il rotavirus. L’emendamento proposto dalla presidente della Commissione Emilia Grazia De Biasi prevede 6 vaccini obbligatori (la formulazione esavalente contro poliomielite, tetano, difterite, epatite B, Haemophilus influenzae B e pertosse) e altri 4 (tetravalente contro morbillo, parotite, rosolia e varicella) imposti solo per 3 anni, con una verifica del raggiungimento della copertura di sicurezza.
Il decreto prevede che i dirigenti scolastici siano tenuti “all’atto dell’iscrizione del minore a richiedere ai genitori la presentazione della documentazione comprovante l’effettuazione delle vaccinazioni indicate”. L’eventuale mancata presentazione va segnalata all’Azienda sanitaria locale. Escluso dal testo anche il possibile ricorso al Tribunale dei minori in caso di una mancata risposta dei genitori alle sollecitazioni delle Asl.
Le Regioni da parte loro, non mollano. Il Veneto ha confermato il ricorso alla Consulta contro il decreto. La Valle d’Aosta, pur accettando l’obbligatorietà, esprime un parere negativo sulle “pesanti misure coercitive previste” e per l’esclusione della Regione dalla ripartizione dei fondi raccolti con le sanzioni da utilizzare per l’informazione e la formazione nella regione. Un Sì al decreto vaccini, ma solo se verranno introdotte “modifiche sostanziali”, viene dalle Regioni Lombardia e Liguria.
ATTRAVERSO i loro assessori alla Sanità, Giulio Gallera e Sonia Viale, ricordano di aver sollevato in Commissione Sanità, insieme ad altri colleghi, critiche tecniche al decreto riassunte in un documento approvato ad amplissima maggioranza dalle Regioni e che è stato condiviso in Conferenza unificata. “È su questo documento – precisano – che Lombardia e Liguria hanno espresso parere favorevole. Se queste modifiche saranno accolte integralmente, bene, altrimenti ver- ranno valutate le azioni necessarie ai fini del loro recepimento”.
Nel documento approvato si chiede, tra l’altro, di prevedere un maggiore e più attento utilizzo del sistema di farmacovigilanza rispetto alle attività vaccinali e l’obbligo di vaccinazione anche per gli operatori sanitari coinvolti nei processi assistenziali ai minori e presenti nelle strutture ospedaliere. È stata questa la posizione sostenuta dalla presidente del Friu- li- Venezia Giulia, Debora Serracchiani, insieme ai colleghi di altre amministrazioni nel corso della conferenza delle Regioni.
L’ITALIA dei Valori è soddisfatta per l’approvazione un emendamento presentato dal senatore Maurizio Romani, vicepresidente della Commissione Sanità, con cui nel decreto Lorenzin è stata inserita la creazione di una Commissione tecnico-scientifica che monitorerà il sistema di farmacovigilanza e gli eventi avversi per i quali è stata confermata un’associazione con la vaccinazione.
Il vicepresidente della Commissione Sanità puntualizza: “Sicuramente avremmo preferito che fossero stati accolti anche altri nostri emendamenti, come la riduzione del numero di vaccinazioni obbligatorie e la separazione della varicella da morbillo, rosolia e parotite. Sarebbe inoltre importante ridurre i tempi dell’em e rgenza sanitaria, sapendo anche che, quando una nazione denuncia un evento del genere, questo comporta danni da un punto di vista economico”.
Le critiche al testo Metodi troppo severi e costi insostenibili per ottenere una copertura totale