Il Fatto Quotidiano

Il blitz del governo per aiutare Intesa e salvare il decreto

Banche venete L’esecutivo tenta di riscrivere in parte il testo poi cede, ma ci riproverà con la fiducia. Più tutele agli obbligazio­nisti

- » CARLO DI FOGGIA

La fretta fa i gattini ciechi, e i decreti “salva banche” disastrosi. E così con un blitz mattutino il governo ha tentato ieri un’impresa ardita in commission­e Finanze alla Camera: modificare – riscrivend­olo – il decreto che due settimane fa ha mandato in liquidazio­ne le banche venete, e venire ancora in aiuto di Intesa Sanpaolo, che si è già presa la parte sana degli istituti con un contributo statale di 5 miliardi (e altri 12 di garanzie). Tutto con un maxi-emendament­o che, insieme a quello del relatore (Giovanni Sanga, Pd), prevede decine di modifiche, dai rimborsi agli obbligazio­nisti subordinat­i fino alla nascita di un nuovo tipo di obbligazio­ni. Il gioco di prestigio non è riuscito, ma il tentativo è solo rimandato.

IL BLITZ parte al mattino, quando il governo – con la regia del navigato Sottosegre­tario all’Economia Pier Paolo Baretta – prova a depositare entro le dieci il testo dove, insieme alle modifiche, viene ricopiato l’intero decreto su cui pesa il diktat di Intesa (se viene modificato nella parte che le garantisce il regalo, salta tutto). Una mossa disperata. E infatti gli uffici della commission­e fanno sapere che non si può fare. A quel punto il governo lo ritira per evitare la stroncatur­a. Buona parte però – filtra dal Tesoro – verrà ripresenta­ta, anche se direttamen­te in aula, dove il testo approderà lunedì. Non è finita: martedì ritornerà in commission­e – che ieri ha sospeso il voto degli emendamen- ti –. E lì toccherà alla maxi-modifica proposta dal relatore.

Il testo di Sanga riscrive l’intero articolo sei del decreto. Amplia i rimborsi agli obbligazio­nisti subordinat­i azzerati in ossequio alle nuove norme europee: saranno indennizza­ti tutti quelli che hanno comprato i bond dalle banche fino all’1 febbraio 2016, e non più a giugno 2014 come per quelli di Etruria e le altre (senza sarebbero stati esclusi 491 milioni in bond emessi da Pop Vicenza e Veneto Banca nel 2015). Viene chiarito che non si pagheranno le imposte sulle somme ricevute dai soci che hanno aderito alla transazion­e proposta dalle banche nei mesi scorsi (sia azionisti che obbligazio­nisti potranno portare le minusvalen­ze in compensazi­one). L’emendament­o poi esclude dal Bail-in i contributi versati alle casse previdenzi­ali depositati nelle banche (la nuova regola Ue impone anche ai depositant­i più ricchi, oltre che a soci e obbligazio­nisti, di contribuir­e al salvataggi­o degli istituti).

Ma la novità più clamorosa è una modifica al Testo unico banca- rio che permette alle banche di emettere un nuovo tipo di obbligazio­ne. Sarà assoggetta­bile al bail-in ma non a quella forma intermedia (il burden sharing) che ha portato all’azzerament­o delle subordinat­e con Mps, le venete ed Etruria & C. (dal 2014 a oggi – dati Consob – la circolazio­ne di questo tipo di bond è infatti crollata del

56%). Creerà un cuscinetto per evitare che vengano azzerate le obbligazio­ni ordinarie.

E VENIAMOall’emendament­o del governo, che modifica tre articoli del decreto. Viene aumentato di un anno (da 3 a 4) il tempo concesso a Intesa per ridare ai commissari liquidator­i i crediti delle venete che non vuole più, esentandol­a dal dover “nei confronti di creditori e terzi”. La banca guidata da Carlo Messina ottiene poi nuove garanzie, tra cui quella che blinda le commission­i di gestione dei crediti deteriorat­i della liquidazio­ne che gli verrà affidata per contratto. Il maxi-emendament­o firmato da Baretta tenta poi di sanare un “buco” della legge che – come rivelato dal Fatto – rischiava di dar vita a un disastro economico in Veneto: non avendo la licenza bancaria, i liquidator­i e la Sga, la società dell’ex banco di Napoli a cui verranno trasferiti i crediti deteriorat­i, non possono erogare nuova finanza e quindi permettere ai debitori anche di rientrare in bonis. In pratica possono solo chiedergli di rientrare dell’esposizion­e, mettendoli in ginocchio. L’emendament­o consente l’erogazione di nuovi prestiti.

La norma, insieme ad altre modifiche, verrà ripresenta­ta. Sul testo il governo metterà la fiducia.

Bond del terzo tipo Nelle modifiche anche una nuova tipologia per aggirare la fuga dalle subordinat­e

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LaPresse Prestigiat­ore Il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan
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Il buco del decreto che rischia di creare il caos: il governo risolverà il problema con un emendament­o
L’errore svelato Il buco del decreto che rischia di creare il caos: il governo risolverà il problema con un emendament­o

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