Un pensiero islamico per Stefano Rodotà
Caro Marco Lillo, in tanti anni di attività all’interno del Senato accademico della Sapienza ho consumato un’infinità di energie in difesa dei principi, del rispetto delle norme e dei diritti degli studenti. Ho combattuto battaglie infinite spesso in solitudine perché i così detti “poteri forti” esistono da tutte le parti. E, guarda caso, i poteri forti non fanno fatica a trovare sostegno. Urli la verità, puoi anche sostenere di nuovo che la terra gira intorno al sole ma se chiederai un voto ufficiale a tuo favore ti risponderanno che non hanno potuto alzare la mano perché privi di braccia. Oggi apprendo dai giornali che poiché hai osato attaccare il potente di turno, alla fine sono riusciti a metterti qualche unghia addosso. Mi sembra di sentire i sospiri di sollievo dei tanti che con il tuo paziente lavoro avevi fatto tremare. Ai bei tempi della Chiesa starebbero già raccogliendo la legna per farti la festa e poter dire al popolo che, grazie a Dio, un altro pericoloso invasato posseduto dal diavolo è stato eliminato. Con la certezza che non avranno il tuo scalpo, permettimi di abbracciarti.
Noi sostenitori saremo l’onda contro il fango sul “Fatto”
Sono una vostra affezionata lettrice e quello che vi sta succedendo in questo periodo io lo vedo solo come un’intimidazione per farvi cambiare modo di fare giornalismo: ossia da liberi a lecchini e fantocci del potere. Diteci cosa possiamo fare come lettori, noi saremo con voi. Siamo piccole gocce, ma tante gocce molto spesso si sono trasformate in un’onda che ha travolto il fango. Perquisiranno anche i lettori de Fatto Quotidiano? Il
Ci illudiamo di poter mangiare facendo pagare il conto ad altri
Le scuole cadono a pezzi, le strade sono piene di buche, i giovani non trovano lavoro, la giustizia fa acqua da tutte le parti, il debito pubblico cresce e non accenna a diminuire: ma per il premier Gentiloni siamo in ripresa. Pensa un po’ se fossimo in recessione o in caduta libera. La realtà è che siamo nelle mani di un Governo incapace e immobile che pensa solo allo ius soli e a tirare a campare, giusto per maturare il vitalizio. E la nuova legge CARO FURIO COLOMBO, la scomparsa di una figura come Rodotà, in un momento così delicato e complicato della storia italiana, mi ricorda un Hadith (insegnamento) del Profeta Mohammad: “Allah non toglie il sapere dalla terra. Toglie i sapienti (studiosi, saggi, maestri) cosicché restino da consultare solo persone ignoranti, che consiglieranno senza conoscenza. In questo modo entrambi (chi cerca e chi dà il consiglio) perderanno la via retta. Stefano Rodotà hai fatto al massimo il tuo dovere insegnando, avvisando, illuminando e difendendo i diritti di tutti gli esseri umani. Prego il Signore, Dio, Allah. YHWH, Adonai di aiutarci a riprendere la via. CREDO CHE QUESTO GESTO di amicizia, sarà accolto con gratitudine dai tanti italiani che hanno avuto Rodotà per amico e per guida. Inoltre questo ricordo, questa preghiera islamica, ci dice che un filo di civiltà, che resiste a tempi così intensamente distruttivi, può trasformarsi in una forma di fraternità che ci riporta sul versante buono della scena del mondo, quello in cui si riconoscono, si cercano, si scambiano gli stessi valori e si sogna (o si prega per) lo stesso, uguale, desiderio di pace, non nel senso dell’inerzia ma nel senso di rispetto elettorale che fine ha fatto? Non illudiamoci di continuare a mangiare e sperare che qualcun altro paghi il conto. Non sarà così: il prezzo del petrolio è in discesa e i tassi d’interesse bassi, come Draghi alla Bce non dureranno in eterno. Evviva la ripresa.
Caro Matteo, non si lavora da soli: impara ad ascoltare
Caro Matteo, sono un’insegnante in pensione e premetto, che ti scrivo perché ho molto da dirti. Da quando sei stato nominato presidente del Consiglio ne abbiamo viste di tutti i colori: hai sbagliato tutto e noi, milioni di italiani, lo abbiamo capito. Ti sei messo in testa di riformare la Costituzione, ma non sapevi, caro Matteo, che doveva essere un lavoro serio e fatto nel Parlamento con tutti i deputati e i senatori? Hai fatto tutto con la tua maggioranza, forse ti sentivi il padrone d’Italia? La stessa cosa è accaduta con la pessima riforma elettorale, fatta a tua misura. Altro tuo difetto: non sai mantenere le parole. Per evitare il referendum sui vaucher avevi detto che sarebbero stati eliminati e invece sono riapparsi. Smetti di fare il comandante per l’altro, e del rifiuto della violenza. L’autore della lettera ha visto con chiarezza il punto cruciale, quello dei “diritti di tutti gli esseri umani” che non è mai la prima invocazione e la bandiera più alta di governi e partitimaè sempre, solo, un bagaglio secondario nella carovana delle ideologie e dei programmi politici. E ha capito che quell’impegno, quella battaglia, indebolita dalla scomparsa di Rodotà, lascia un vuoto pericoloso che adesso si sta trasformando in una politica rovesciata sull’immigrazione: punire chi aiuta e lasciare tutto lo spazio all’indifferenza. Rodotà ha portato, non preso dalla politica a cui si è accostato, il tema dei diritti, così come era accaduto a Pannella, Bonino, Manconi e pochi altri italiani. La bravura con cui ha evitato l’isolamento accademico, il gerarchismo politico, il sussiego partitico, sono stati il capolavoro della sua vita. Bello che una persona apparentemente così lontana e culturalmente con radici tanto diverse, abbia visto e capito e abbia voluto unirsi in un unico tributo, che è anche d’affetto.
Furio Colombo - il Fatto Quotidiano
00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquotidiano.it dietro Gentiloni, il quale è un signore, e come tale sopporta le tue direttive. Ricordati che qualunque carica ricoprirai, non ti renderà migliore di altri, dovrai lavorare e decidere non da solo, ma con tutti quelli che lavorano per la nostra Italia. Tu sei il Segretario di un partito, nulla più, e spero tanto che finalmente nella tua vita arrivi la maturità, perché per ora, la visione che ho di te è di un ragazzo presuntuoso e viziato.
Qualcuno prenda ispirazione dal tarlo di Musil
Leggendo il bellissimo L’uomo senza qualità di Robert Musil, ho trovato il giusto compendio per Renzi: “La sua strada sembra assomigliare a quella del tarlo nel legno: può contorcersi come vuole, anche tornare indietro, ma si lascia sempre uno spazio vuoto alle spalle”.
Un appello per il punto nascite dell’ospedale di Piombino
In questi giorni nella mia città, Piombino, c’è tanta preoccupazione per il punto nascita del nostro Ospedale, un grande punto di riferimento per tutto il nostro territo- rio. In caso di chiusura , gli ospedali più vicini sono a Cecina e Grosseto, il primo a 50 chilometri il secondo e 150. Il motivo di tanta preoccupazione è il basso numero di parti previsti, in merito alle linee guida del ministero della Salute. Mi auguro si possa trovare un accordo per il bene di questo reparto così importante per Piombino e i suoi cittadini .
Sui migranti bisogna far presto o sarà una tragedia umanitaria
Se in casa si rompe un tubo dell’acqua la cosa più giusta da fare è chiamare l’idraulico e far riparare la perdita, se invece cerchiamo di tamponare l’allargamento con stracci o altre fantasiose barriere non risolviamo il problema e, con l’andare del tempo, le cose non potranno che peggiorare.
È la stessa cosa che sta facendo l’Europa con il problema migranti.
Chi propone sbarramenti, affondamento, respingimenti è come chi cerca di arginare la falla di una diga con il dito. Bisogna risolvere il problema a monte: perché tutti questi esseri umani sono disposti a rischiare di morire pur di scappare Le macchine che tengono in vita Charlie, il bambino inglese malato terminale, saranno staccate nei prossimi giorni: il caso è disperato perché non esistono cure adeguate alla rara malattia in corso e qualsiasi terapia alternativa sarebbe inutile. Tre tribunali britannici hanno negato ai genitori il permesso di portare a casa il loro bambino in quanto approfondite valutazioni mediche consigliano di trattenere Charlie in ospedale per evitargli ulteriori sofferenze.
Una decisione che ha fatto intervenire in prima persona il Papa e poi anche Trump, pronti ad accogliere il bambino in strutture ospedaliere private per il tempo che gli resta da vivere. Prese di posizioni popolari, prove di affetto e commozione nei confronti dei genitori ma che non tengono conto della straziante verità, risvegliando speranze purtroppo infondate.
Per molti la decisione dei giudici è risultata una imposizione crudele nei confronti dei genitori e, come avvenuto per altri trascorsi simili, non sono mancate le occasioni per scatenare aspre polemiche a volte esecrabili tra favorevoli e contrari al provvedimento giuridico. In queste dolorose circostanze, non sarebbe opportuno e ragionevole limitarsi a manifestare un rispettoso silenzio?