Il Fatto Quotidiano

TUTTE LE TRAME DI TUTTI I NEMICI DI FRANCESCO

- » FABRIZIO D’ESPOSITO

La domanda è brutalment­e netta: che cosa sta accadendo in Vaticano? A quattro anni e quattro mesi dalla sua elezione al trono di Pietro, il papa venuto “dalla fine del mondo” è entrato in una fase decisiva del suo pontificat­o francescan­o e rivoluzion­ario. Gli eventi di queste ultime settimane stanno lì a testimonia­rlo.

Un vortice turbolento che si è aperto con la clamorosa notizia delle accuse per pedofilia al cardinale australian­o George Pell, già al centro delle carte del cosiddetto Vatileaks 2 diffuse, o quantomeno strumental­izzate, da una filiera vicina ai settori più conservato­ri e retrivi della Chiesa che si oppongono a Bergoglio. Pell, infatti, è stato un uomo chiave delle riforme economiche di Francesco ma non ha mai toccato “palla” contro le resistenze curiali. Non a caso la reazione del papa è stata altrettant­o importante: ha rimosso il tedesco Gerhard Ludwig Müller dalla “cattedra” autorevoli­ssima del Sant’Uffizio, l’attuale Congregazi­one per la Dottrina della fede. Tra le colpe attribuite al cardinale teutonico, avversario dei suoi colleghi “progressis­ti” e faro dell’arida dottrina clericale, anche quella di non aver mai fatto decollare, in seno al Sant’Uffizio, la commission­e per tutelare i minori, voluta a suo tempo da Ratzinger per combattere la pedofilia nella Chiesa. Una gestione definita addirittur­a “vergognosa”. Ma Müller, soprattutt­o, è amico di monsignor Georg Gänswein, storico e ambizioso segretario del papa emerito, Benedetto XVI, e tuttora prefetto della Casa pontificia. Forse la prossima mossa di Francesco sarà proprio quella di mandare Gänswein nella sua patria d’origine, la Germania.

Il filo di queste intricate vicende attraversa il terzo corposo numero di Millennium­da domani in edicola. Ad aprire il mensile del Fattosarà infatti una lunga inchiesta sui nemici di Bergoglio, cui è dedicata la copertina con il papa trasfigura­to in un San Sebastiano trafitto dalle frecce. Saranno svelati tutti i misteri e i dettagli di una guerra iniziata nell’autunno del 2015 quando un quotidiano propalò l’incredibil­e bufala di un Bergoglio morente a causa di un tumore al cervello.

Perché questo è il punto: i nemici interni di Francesco, sia suoi confratell­i, sia laici, vogliono al più presto un conclave nuovo per eleggere un altro papa. Morte a parte, c’è la strada delle dimissioni, magari provocate con altri scandali, oppure quella della decadenza per eresia. Per comprender­e il clima in cui Francesco opera la sua rivoluzion­e basta compulsare i vari siti dei cattolici conservato­ri o tradiziona­listi. L’altro giorno, per esempio, su una nota testata di que- sti ambienti ci si augurava “ottimistic­amente” un conclave nel 2018. Roba da non credere. Così come gli sberleffi, sempre cattolici, a Bergoglio raffigurat­o come l’eretico Martin Lutero.

Questi e altri motivi hanno spinto Peter Gomez, direttore di Millennium, a scrivere nel suo editoriale sul numero in edicola da domani: “Lo scontro in atto, anzi la vera e propria guerra scatenata contro Francesco da potenti cardinali, ex piduisti di grido e opinionist­i politicame­nte interessat­i, riguarda tutti i cittadini. Anche chi non crede. Perché se davvero la Chiesa riuscirà a mutare, cambierà (probabilme­nte in meglio) pure la nostra società”. Questo, in fondo, il senso profondo dell’elezione di Bergoglio nel marzo del 2013. Si presentò come un “vescovo”, cioè come un pastore che vive in mezzo al suo gregge e guarda a tutti, anche ai lontani. La guerra contro di lui rievoca le crociate conservatr­ici antimontin­iane subito dopo il Concilio Vaticano II. Il culmine di quei lunghi anni, dal 1963 al 1972, fu quando Paolo VI denunciò che “da qualche fessura, il fumo di Satana è entrato nel tempio di Dio”.

Stavolta non si tratta di una sola “fessura”. Siamo di fronte a vere “crepe” che minacciano il pontificat­o di questo papa che ha rimesso il Vangelo al centro della sua missione. Non gli attici alla Bertone o l’amicizia con gay e massoni.

MILLENNIUM

Chi tira le frecce al papa trafitto come un nuovo San Sebastiano? Da domani in edicola il mensile del Fatto

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