“La particella Xi ci spiega cos’è la materia”
Il professore e l’ultima scoperta del Cern di Ginevra: “L’avevamo teorizzata ma mai vista”
Ecco la particella Xi, quella che può aiutare a studiare la forza forte, colla che tiene unita la materia. È una scoperta che apre nuovi spiragli quella realizzata al Cern di Ginevra nel corso dell’esperimento LHCbdiretto dal fisico italiano dell’Istituto nazionale di fisica nucleare Giovanni Passaleva utilizzando l’acceleratore di particelle Large Hadron Collider. La novità è stata annunciata ieri a Venezia, nel corso della conferenza della Società europea di fisica ed è in attesa di pubblicazione rivista Physical Review Letters. Guido Tonelli, professore di fisica all’Università di Pisa, tra i protagonisti della scoperta del bosone di Higgs al Cern di Ginevra e autore di saggi come La nascita imperfetta delle cose e Cercare mondi (Rizzoli), spiega l’importanza della scoperta. Professore Tonelli, qual è la novità della particella Xi? La novità è che dentro la Xi ci sono due quark (i componenti più piccoli della materia, ndr) di massa elevata e uno leggero. Nessuna delle particelle di materia conosciute fino ad ora aveva una composizione così strana. Questa sua particolarità ci permette di conoscere meglio i quark e le loro interazioni.
Come funziona? Possiamo immaginare, con un po’ di fantasia, che i due quark pesanti orbitino uno intorno all’altro e quello leggero ruoti intorno agli altri due passando dall’uno all’altro. È un’immagine fantasiosa, ma rende l’idea e soprattutto consente di capire quanto sia interessante studiare questo sistema con una dinamica così diversa da quella abituale.
Ma perché si parla di colla? Perché a tenere insieme i quark c’è la forza forte (chia- mata così perché molto più forte di quella elettromagnetica), una forza capace di tenere assieme anche particelle elementari con carica simile e che dovrebbero respingersi. La forza forte è portata dai gluoni, dall’inglese glue, colla. La divulgazione di questa scoperta arriva a 5 anni da quella del bosone di Higgs.
Ci sono legami?
Il legame ovvio è il Large Hadron Collider che continua a darci sorprese e altre ce ne darà. Tuttavia non possiamo paragonarle. Quella del Bosone di Higgs è una scoperta che cambia la visione del mondo e che ci fa capire cos’è successo nei primi istanti di vita dell’universo.
Quella attuale resta una scoperta interessante?
È una scoperta bella, fa luce su questioni che cerchiamo di capire meglio. Bisogna abituarsi a vedere la scienza anche come accumulo di informazioni frutto di anni di ricerche. Questa particella era stata prevista e teorizzata, ora potremo studiarla e porci la domanda: “È esattamente come era previsto o ci sono delle anomalie?”.
Potrà avere un’applicazione pratica immediata?
Da qui a dire che potremmo ricavarne applicazioni prati- che c’è un salto enorme, ma nella scienza non si sa mai. Ogni volta si fanno passi avanti sul piano della comprensione e qualche volta si trova anche un risvolto pratico.
Quale potrebbe essere la prossima grande scoperta? La particella della materia oscura. Il giorno in cui al Cern o in uno dei laboratori sotterranei del mondo emergesse un segnale su questa materia oscura, che compone un quarto dell’universo, sarebbe eclatante. A quel punto i libri di fisica dovrebbero cambiare e arricchirsi di pagine che ancora non sono state scritte. Sono scoperte rare, mentre è più probabile che vengano scoperte altre particelle simili alla Xi, previste ma non ancora trovate. È un lavoro ordinario, un po’ come quando Mario Balotelli diceva “Fare gol è il nostro mestiere”. Ecco, questo è il nostro.
Permetterà di conoscere le interazioni dei quark
GUIDO TONELLI