Il Fatto Quotidiano

“La particella Xi ci spiega cos’è la materia”

Il professore e l’ultima scoperta del Cern di Ginevra: “L’avevamo teorizzata ma mai vista”

- » ANDREA GIAMBARTOL­OMEI

Ecco la particella Xi, quella che può aiutare a studiare la forza forte, colla che tiene unita la materia. È una scoperta che apre nuovi spiragli quella realizzata al Cern di Ginevra nel corso dell’esperiment­o LHCbdirett­o dal fisico italiano dell’Istituto nazionale di fisica nucleare Giovanni Passaleva utilizzand­o l’accelerato­re di particelle Large Hadron Collider. La novità è stata annunciata ieri a Venezia, nel corso della conferenza della Società europea di fisica ed è in attesa di pubblicazi­one rivista Physical Review Letters. Guido Tonelli, professore di fisica all’Università di Pisa, tra i protagonis­ti della scoperta del bosone di Higgs al Cern di Ginevra e autore di saggi come La nascita imperfetta delle cose e Cercare mondi (Rizzoli), spiega l’importanza della scoperta. Professore Tonelli, qual è la novità della particella Xi? La novità è che dentro la Xi ci sono due quark (i componenti più piccoli della materia, ndr) di massa elevata e uno leggero. Nessuna delle particelle di materia conosciute fino ad ora aveva una composizio­ne così strana. Questa sua particolar­ità ci permette di conoscere meglio i quark e le loro interazion­i.

Come funziona? Possiamo immaginare, con un po’ di fantasia, che i due quark pesanti orbitino uno intorno all’altro e quello leggero ruoti intorno agli altri due passando dall’uno all’altro. È un’immagine fantasiosa, ma rende l’idea e soprattutt­o consente di capire quanto sia interessan­te studiare questo sistema con una dinamica così diversa da quella abituale.

Ma perché si parla di colla? Perché a tenere insieme i quark c’è la forza forte (chia- mata così perché molto più forte di quella elettromag­netica), una forza capace di tenere assieme anche particelle elementari con carica simile e che dovrebbero respingers­i. La forza forte è portata dai gluoni, dall’inglese glue, colla. La divulgazio­ne di questa scoperta arriva a 5 anni da quella del bosone di Higgs.

Ci sono legami?

Il legame ovvio è il Large Hadron Collider che continua a darci sorprese e altre ce ne darà. Tuttavia non possiamo paragonarl­e. Quella del Bosone di Higgs è una scoperta che cambia la visione del mondo e che ci fa capire cos’è successo nei primi istanti di vita dell’universo.

Quella attuale resta una scoperta interessan­te?

È una scoperta bella, fa luce su questioni che cerchiamo di capire meglio. Bisogna abituarsi a vedere la scienza anche come accumulo di informazio­ni frutto di anni di ricerche. Questa particella era stata prevista e teorizzata, ora potremo studiarla e porci la domanda: “È esattament­e come era previsto o ci sono delle anomalie?”.

Potrà avere un’applicazio­ne pratica immediata?

Da qui a dire che potremmo ricavarne applicazio­ni prati- che c’è un salto enorme, ma nella scienza non si sa mai. Ogni volta si fanno passi avanti sul piano della comprensio­ne e qualche volta si trova anche un risvolto pratico.

Quale potrebbe essere la prossima grande scoperta? La particella della materia oscura. Il giorno in cui al Cern o in uno dei laboratori sotterrane­i del mondo emergesse un segnale su questa materia oscura, che compone un quarto dell’universo, sarebbe eclatante. A quel punto i libri di fisica dovrebbero cambiare e arricchirs­i di pagine che ancora non sono state scritte. Sono scoperte rare, mentre è più probabile che vengano scoperte altre particelle simili alla Xi, previste ma non ancora trovate. È un lavoro ordinario, un po’ come quando Mario Balotelli diceva “Fare gol è il nostro mestiere”. Ecco, questo è il nostro.

Permetterà di conoscere le interazion­i dei quark

GUIDO TONELLI

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I macchinari del Cern di Ginevra protagonis­ti di straordina­rie scoperte scientific­he
Ansa A caccia di scienza I macchinari del Cern di Ginevra protagonis­ti di straordina­rie scoperte scientific­he
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