Femminicidio, la destra fa muro
In
attesa di allearsi per le Politiche, si sono coalizzati per fare muro contro la legge che vuole aiutare gli orfani delle vittime di femminicidio. Ufficialmente, perché il testo fa riferimento ai figli delle unioni civili. Un’eresia, agli occhi di Forza Italia, Gal e Lega Nord, che ieri nella commissione giustizia del Senato hanno detto no all’esame in sede deliberante del disegno di legge, ossia alla sua approvazione senza passare dall’aula, quindi tempi rapidi.
NON HANNO FRETTA a destra, anche se sono più di 1600 i figli di donne uccise da mariti, compagni o corteggiatori respinti. Per i quali sarebbero preziose le novità previste dal testo, tra cui il gratuito patrocinio e l’assistenza legale a spese dello Stato sia per il pro- cesso penale che civile, a prescindere dal reddito. In più, avrebbero diritto alle pensione di reversibilità ai figli delle vittime, senza obbligo di restituzione. Ovvero, il ddl annulla il diritto alla pensione di reversibilità per i ritenuti colpevoli di femminicidio. E cancella anche il diritto al godimento dell’eredità, che spetterà ai figli delle vittime. Mentre prevede il sequestro conservativo dei beni dell’indagato per assicurare agli orfani il risarcimento del danno. Infine, il testo introduce la tu- tela per i maggiorenni che non siano economicamente autosufficienti, ai quali la legge riserverà gli stessi diritti dei figli minorenni delle donne assassinate dal coniuge, anche se separato o divorziato, dal partner di un’unione civile anche cessata o comunque da qualsiasi persona che sia stata legata alla vittima da una relazione affettiva stabile.
Insomma, tanti buoni motivi per approvare in fretta il testo, almeno in apparenza. Ma a destra non la pensano così. Il senatore forzista Fran- cesco Nitto Palma parla di “provvedimento pieno di errori tecnici”, e sostiene: “Noi vogliamo licenziare una legge tecnicamente corretta e che non sia lo strumento per ufficializzare normativamente, vedi i figli delle unioni civili, ciò che già è stato bocciato nell’aula del Senato”.
E il capogruppo di Fi, in Senato, Paolo Romani, assicura: “Non appena saranno superate le imperfezioni tecniche, si potrà tornare in sede deliberante per l’approvazione di un testo quanto mai urgente”. Ma nell’attesa delle presunte correzioni il Pd protesta ad alta voce. Con il ministro delle Riforme Maria Elena Boschi che manifesta “stupore e dispiacere” e si augura che “i deputati e le deputate di Forza Italia, a cominciare dalle ex ministre Carfagna e Prestigiacomo, facciano cambiare idea ai loro colleghi del Senato”. E la Carfagna subito risponde, piccata: “Boschi stia serena, lavoriamo lontano dalle photo opportunity, ma abbiamo fatto quanto serve per approvare legge
INTANTO PERÒ si fa sentire anche Felice Casson di Mdp: “Ritardare l’approvazione di un provvedimento così importante è privo di senso. Mi auguro ci siano ancora i margini per un ripensamento”.
In commissione No perché “il testo cita i figli delle unioni civili”. Ma in serata il forzista Romani annuncia il dietrofront