Il ritorno dei Black-bloc e del nemico amerikano
Centinaia di feriti tra dimostranti e polizia. “Giottini” europei mobilitati da temi sociali ed economici e dalla presenza di Trump
Centinaia di feriti tra manifestanti e agenti, decine di attivisti fermati e messi in guardina, milioni di danni, manifestanti a volto coperto che lanciano petardi, molotov, bulloni, pietre, fumogeni: le cifre vengono aggiornate ora dopo ora, ma dimostrano come il summit G-20 sia finito sotto assedio, in un clima di pesantissima guerriglia urbana, di rastrellamenti, di operazioni per snidare gli estremisti. Un po’ come successe a Seattle nel 1999. A Genova, durante il G8 del 2001. O a Milano, il primo maggio di due anni fa, nell’ambito delle manifestazioni No Expo. Ad Amburgo i danni sono soprattutto collaterali: centro paralizzato, molti eventi paralleli al vertice cancellati o ridimensionati, il porto commerciale – terzo d’Europa – ostaggio della protesta Shut down the logistics of the capital (Abbattiamo la logistica del capitale) inscenata all’ingresso container dei docks e sedata dai cannoni ad acqua e centinaia di agenti antisommossa. La stessa Melania Trump è stata costretta a rimanere nella residenza per gli ospiti del Senato.
Dunque, non era uno slogan campato per aria, quello della grande marcia anticapitalista alla vigilia del vertice G- 20, degenerata in veri e propri combattimenti in cui sono rimasti feriti 159 poliziotti e 45 persone sono state arrestate: “Benvenuti all’inferno”, recitava infatti lo striscione in testa al corteo. Più che un’analisi sul format e gli effetti del vertice, una promessa. E un messaggio al nuovo grande “nemico”, Trump, il Grande Bugiardo, il negazionista del clima, l’avversario degli ambientalisti, il paladino del capitalismo più selvaggio. Un “nemico” capace di aggregare e polarizzare dimostranti di varia declinazione ideologica e politica. Terreno ideale per infiltrarsi. E sfruttare la protesta per trasformarla in guerriglia. Lo scopo dei Black bloc: mettere sottosopra Amburgo e la pur rinomata organizzazione tedesca. In questo senso, missione compiuta.
COSÌ, AMBURGO È FINITA nella trappola scatenata dai Black bloc di mezza Europa accorsi a migliaia per rinforzare le milizie dei compagni tedeschi: dalla Spagna, dalla Danimarca, dalla Francia, dall’Italia e dalla Grecia. Scontri e blitz si sono protratti nella notte tra giovedì e venerdì sino all’alba, in un clima di crescente violenza, tale da paralizzare e isolare il distretto di Altona, rendendo problematici anche gli spostamenti delle varie delegazioni. I disordini sono poi continuati in modo ap- parentemente disaggregato, pigliando di mira quelli che gli estremisti radicali e anarchici dei Black bloc considerano i simboli del capitalismo. Negozi, filiali di banche, persino un tribunale locale e un commissariato. Ma anche sit-in, posti di blocco, raggruppamenti improvvisi. Le stesse forze dell’ordine hanno avuto difficoltà nel gestire e fronteggiare la situazione, nonostante quattro elicotteri e parecchi droni impiegati per la sorveglianza dall’alto, nonostante i 20 mila uomini schierati, metà dei quali in tenuta anti- sommossa. Tanto che la polizia ha chiesto adeguati rinforzi. Ieri pomeriggio, per esempio, diverse migliaia di manifestanti si sono riuniti nella Millerntorplatz di Amburgo per innescare una nuova protesta contro il G-20: fra di loro, diverse centinaia di Black bloc.
La tv Ntvha mostrato panoramiche eloquenti: colonne di fumo che s’innalzavano un po’ dappertutto, cassonetti che bruciavano, auto della polizia incendiate, roghi. Commandos di incappucciati hanno assaltato le auto-pattuglia della polizia, persino in periferia, con lanci di molotov. E oggi si annuncia un sabato “caldissimo”, il capo della polizia, Ralf Martin, teme addirittura “non tanto i sit-in di protesta, ma attacchi di massa”. Dall’America è arrivato il sindaco di New York, Bill De Blasio, grande oppositore di Trump. parteciperà alla nuova manifestazione contro il summit. Chi non arriva, invece, è Wolfgang Schäuble, ministro tedesco delle Finanze, che ha preferito restarsene a casa. Al sicuro.