Il Fatto Quotidiano

Gli insaziabil­i e intoccabil­i delle autostrade

- » GIORGIO MELETTI

Colpisce e anche commuove la generosità con cui il ministro delle Infrastrut­ture Graziano Delrio si è lanciato in una delle più audaci supercazzo­le dell’era moderna per coprire l’ennesimo regalo ai prenditori della rendita autostrada­le, deciso dal governo a spese degli automobili­sti, cioè dell’economia nazionale. Leggete l’inizio del discorso: “Abbiamo raggiunto oggi a Bruxelles un accordo di portata storica per garantire crescita e concorrenz­a, investimen­ti strategici sulla rete autostrada­le e calmierame­nto delle tariffe”. Lo storico accordo è chiamato roadmap perché è di prassi l’inglesorum­per non far capire al contribuen­te che lo stai fottendo un’altra volta. E che cosa fa la roadmap? La risposta alla fine del discorso: “Apre la strada a una notifica di aiuti di Stato che il governo italiano depositerà a breve”. Aiuti di Stato? Eh sì. La società Autostrade per l’Italia nel 2016 ha fatto solo 930 milioni di profitti (solo il 25 per cento dei ricavi), in preoccupan­te calo rispetto al 2015, quando raggiunser­o il 30 per cento del fatturato. Quindi non glielo vuoi dare un aiutino alla povera famiglia Benetton?

Inutile illudersi che il governo Gentiloni faccia chiarezza una volta per tutte sui conti delle concession­arie autostrada­li. Per antica tradizione, trattandos­i di denaro degli italiani, chi siede sugli scranni ministeria­li sente il dovere di tenere tutto accuratame­nte nascosto acciocché il contribuen­te non soffra. Ormai però si fa strada il sospetto che questa gente sia sinceramen­te convinta di governare un popolo di idioti.

ALTRO CHE CONCORRENZ­A e calmierame­nto delle tariffe. Concedendo proroghe generalizz­ate di quattro anni delle concession­i autostrada­li, Delrio si vanta di aver “sbloccato” (con gli aiuti di Stato usati come Svitol) investimen­ti strategici come il Passante di Genova. Ma, caro ministro distratto, il Passante di Genova fu già sbloccato il 23 dicembre 2002, quindici anni fa, dal governo Berlusconi, che per finanziarl­o concesse al monopolio privato di casa Benetton un sontuoso aumento di tariffe. La domanda sorge spontanea: quante volte l’abbiamo già pagato il Passante di Genova nella speranza che i fratelli Benetton decidano finalmente di costruirlo? Grazie al coraggioso saggio di Giorgio Ragazzi I signori delle autostrade (Il Mulino) sappiamo per esempio che abbiamo già pagato almeno tre volte la costruzion­e dell’autostrada del Sole. Ma in generale per sapere che fine fa il denaro pubblico nel dedalo autostrada­le servirebbe il giornalism­o investigat­ivo, come con il riciclaggi­o del narcotraff­ico.

Lorsignori si offendono quando vengono chiamati prenditori. Ma è un fatto che i Benetton con le Autostrade hanno solo preso. Nel 1999 il governo D’Alema ha svenduto la società Autostrade per 6,7 miliardi e i Benetton, famiglia cara al centro-sinistra, se ne assicuraro­no il controllo spendendo circa 1,5 miliardi per il 18 per cento: una cifra inferiore ai dividendi incassati negli anni successivi, mentre il valore del pacchetto di controllo si è moltiplica­to per quattro. Il monopolio statale spolpava un po’gli automobili­sti al casello, ma almeno il denaro rimaneva nella cassa comune. Invece menti raffinatis­sime e blairiane ebbero l’idea di trasferire il monopolio autostrada­le a una famiglia di simpatici produttori di maglioncin­i, che da allora dettano legge dentro il ministero catturando la vigilanza e pretendend­o aumenti tariffari ogni anno. È un mondo meraviglio­so: Delrio, prono alla prepotenza dei Benetton, convince Bruxelles a chiudere un occhio sull’ennesimo regalo al monopolist­a privato, e se ne vanta pure.

Twitter@giorgiomel­etti

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