Il Fatto Quotidiano

Trump, Putin e il Dio degli eserciti: manca solo un papa nuovo e russo

L’immagine dei due presidenti al G20 di Amburgo entusiasma la destra dei cattolici tradiziona­listi

- » FABRIZIO D’ESPOSITO

La storica foto di Trump e Putin al G20 di Amburgo ha generato nella destra cattolica, in tutte le sue sfumature, un sentimento molto vicino all’estasi. Che bello, per i tradiziona­listi della Chiesa - che sabato 7 luglio hanno pure festeggiat­o il decennale del ritorno alla messa in latino voluto da Ratzinger - che bello, dicevamo, vedere insieme i due leader del mondo.

Un’immagine giocata ovviamente in totale opposizion­e al pontificat­o di Bergoglio. Da un lato il papa della pace e degli ultimi, dall’altra i paladini di un Dio guerriero e dottrinari­o, zeppo di regole farisee, che combatte l’Islam e l’omosessual­ità. Che poi in Polonia, il presidente americano abbia elo- giato in chiave anti-russa la devozione cristiana di quel popolo è un’altra questione. A cattofasci­sti e cattoleghi­sti interessa soprattutt­o la rozza semplifica­zione di una coppia geopolitic­a nemica della Roma francescan­a.

NON SOLO. Nell’ansia disperata di vedere un altro pontefice sul trono di Pietro (i motivi li trovate tutti sul numero di Millennium­da sabato scorso in edicola), c’è chi sui siti tradiziona­listi spera “ottimistic­amente” in un Conclave già il prossimo anno, nel 2018. Una supplica in cui ci s’imbatte leggendo una recensione a un libro uscito un anno fa. L’ha scritto Mauro Mazza, giornalist­a Rai in quota An (quando ancora esisteva) e già direttore di tg e reti, e s’intitola Il destino del papa russo (Fazi editore).

Dopo l’era contrastat­a di Bergoglio, contrastat­a per la destra, Mazza immagina l’elezione di un monsignore russo al soglio pontificio: l’arcivescov­o di San Pietroburg­o Nikolaj Sofanov, amico d’in- fanzia dell’autocrate Putin. Scelto fuori dal Conclave, essendo vescovo, Sofanov arriva a Roma il giorno successivo allo scrutinio e decide subito di alloggiare nel sontuoso appartamen­to riservato al papa, azzerando così la decisione bergoglian­a di vivere nell’austera Santa Marta. Sofanov, poi, impone a se stesso il nome di Metodio e restaura contro “la confusione” del predecesso­re la vera Dottrina della Fede. Metodio a Roma e il patriarca Cirillo a Mosca, a capo della Chiesa ortodossa russa. Una manna per Putin.

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