Altamura, arrestato il sindaco Indagato assessore di Emiliano
Nel mirino pratiche per agevolare finanziamenti pubblici: 11 arresti, perquisita la Regione
Un
finanziamento da due milioni di euro in cambio di un salotto per sua figlia. L’accusa è quella di essere intervenuto per “agevolare” e “addomesticare” l’adozione di alcuni provvedimenti, favorendo due imprenditori, tra i quali il proprietario di Grotta Palazzese, di Polignano a Bari, considerato tra i dieci hotel ristoranti più belli d’Italia, per la sua meravigliosa vista sul mare.
LA PRESUNTA corruzione di Giovanni Giannini, assessore regionale ai Lavori pubblici della Giunta guidata da Michele Emiliano, del quale è stato assessore nei suoi due mandati da sindaco, consiste secondo l’accusa nella consegna gratuita di un salotto per la figlia. In cambio Giannini - che ieri si è dimesso dichiarandosi completamente estraneo ai fatti - avrebbe age- volato l’iter necessario, per l’imprenditore Modesto Scagiusi, affinché ottenesse un finanziamento regionale – da 2 milioni - per la ristrutturazione di Grotta Palazzese. Poi avrebbe esercitato delle pressioni indebite, sulla Soprintendenza ai Beni culturali, affinché rilasciasse il nulla osta alla modifica del progetto di r is tr ut tu ra zi one, visto che l’im p r en d i to r e intendeva realizzare in pietra la facciata del ristorante. Infine, avrebbe esercitato ulteriori pressioni indebite, sugli uffici regionali, affinché adottassero rapidamente le deter- mine di pagamento, in modo da consentire a Scagliuso di ottenere i necessari finanziamenti bancari. È per questo motivo che l’assessore del Pd Giannini, dopo le indagini del nucleo tributario della Guardia di Finanza di Bari e della compagnia dei carabinieri di Gioia del Colle, è accusato di concorso in corruzione per l’esercizio delle sue funzioni. Segue l’accusa di corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio, questa volta in concoso con Vito Marino Ippolito e Roberto Ottorino Tisci. Il primo si sarebbe rivolto a Giannini affinché agevolas- se l’iter della sua pratica in Regione, che in un primo momento era stata rigettata, per il finanziamento di alcuni lavori relativi alla costruzione di un asilo nidi. Secondo l’accusa: “È emerso – scrive l’accusa – che Ippolito avesse ripagato l’interess amento dell’assessore”.
LE INDAGINIche hanno portato all’iscrizione di Giannini nascono ad Acquaviva delle Fonti due anni fa e vedono al centro della vicenda, anche questa volta, un esponente del Pd: il vice segretario cittadino Tisci (arrestato ieri) che, prelevando una busta bianca nascosta sotto il tappetino della ruota di scorta, la consegna al vice sindaco Austacio Domenico Busto, attuale assessore ai Lavori pubblici di Acquaviva. Busto chiama immediata- mente il suo sindaco, l’ex giornalista di Repubblica Davide Carlucci, eletto con Rifondazione Comunista, e i due si presentano all’istante nella caserma dei carabinieri per denunciare l’accaduto. Iniziano così le indagini, condotte dai pm della procura di Bari Marco d’Agostino e Claudio Pinto, che ieri hanno portato all’arresto di 11 persone (2 in carcere e 9 ai domiciliari) per il pagamento di presunte mazzetta in cambio di appalti. Oltre gli appalti di Acquaviva (3 milioni per la ristrutturazione del teatro comunale), negli atti d’indagine, si fa riferimento a quelli del comune di Castellana Grotte (tangente da 6mila euro per la manutenzione di una scuola media) e Altamura (lavori per un depuratore) dove sono stati disposti gli arresti domiciliari Giacinto Forte,
Come s’inizia L’inchiesta parte dalla denuncia del sindaco di Acquavia, l’ex giornalista Davide Carlucci
sindaco eletto con una lista civica appoggiata dal centrodestra. Tra gli arrestati l’imprenditore albanese Bertin Sallaku al quale, perquisito, sono stati trovati 300mila euro in contanti già diviso in mazzette.