Mandiamoli in Africa
Sembra trascorso un secolo, e invece sono solo tre mesi. Nel mese di aprile, audito in alcune commissioni parlamentari che l’av eva no chiamato a riferire, il procuratore di Catania Carmelo Zuccaro rivelò ai cosiddetti “legislatori” e anche al governo ciò che avrebbero dovuto sapere da soli: e cioè che è sempre più difficile individuare, incastrare e arrestare gli scafisti che fanno la spola dai porti della Libia a quelli della Sicilia con i loro carichi di migranti perché questi trafficanti di carne umana non si muovono quasi più dalle acque territoriali ( e spesso neppure dalle spiagge) libiche: caricano i disperati su zatteroni sempre più pericolanti, nella certezza che dopo qualche miglio, ai limiti o addirittura all’interno delle acque del loro Paese, ci sono pronte e sincronizzate le navi delle Ong pronte a caricarli e traghettarli in Italia (e solo in Italia, anche se i natanti battono bandiere di mezzo mondo, anche di Malta, della Spagna, della Germania, del Belize e di vari paradisi fiscali). Un “servizio taxi”, come lo definì Luigi Di Maio, da un lato benemerito perché salva un sacco di vite; dall’altro dannoso perché consente agli scafisti di non superare i confini e dunque di rendersi invisibili, inafferrabili e inintercettabili dall’Italia; ma anche pericoloso perché questi, sapendo di dover garantire viaggi molto brevi, risparmiano vieppiù sui barconi, usando bagnarole talmente pericolanti che possono sfasciarsi appena salpate.
Zuccaro – ripetiamo: chiamato dai nostri politici a spiegare loro ciò che non sapevano e avrebbero dovuto sapere - suggerì una serie di misure per agevolare le indagini (agenti di polizia giudiziaria sulle navi, transponder sempre accesi, intercettazioni oltre le acque territoriali, sbarchi anche in altri paesi del Mediterraneo, controlli sui bilanci e i finanziatori delle Ong), e fu sommerso da uno tsunami di insulti, attacchi e critiche, insieme ai pochi che osavano difenderlo. Il vicepresidente del Csm Giovanni Legnini, che passa la vita a perdere occasioni per tacere, anziché difenderlo (come dovrebbe fare il Csm), minacciò iniziative per deferirlo alla prima commissione, quella che trasferisce i magistrati “incompatibili”. Il premier Paolo Gentiloni disse le solite ovvietà sulle Ong che “salvano vite e vanno ringraziate”, cosa che nessuno aveva messo in dubbio (il problema erano gli sconfinamenti nelle acque libiche, lo spegnimento dei transponder, gli sbarchi solo in Italia e i contatti diretti tra alcune navi di soccorso e gli scafisti). Il presidente del Senato Piero Grasso disse che le frasi di Zuccaro erano “fuori dall’ord inamento”.
Anzi, di più: “calunnie gratuite” alle “Ong che salvano vite di migranti” e blabla. La presidenta della Camera Laura Boldrini parlò di “Ong infangate da speculazioni politiche”. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando lo accusò di “generalizzare”, di spacciare “la menzogna delle Ong colluse con i trafficanti” e gli intimò di parlare solo con “atti concreti e indagini” (quelle che Zuccaro aveva appena spiegato di non poter più fare). Matteo Renzi si posizionò nell’abituale modalità- supercazzola: “Vanno combattuti gli scafisti, non i volontari. Se diamo la colpa ai volontari che salvano in acqua le mamme che rischiano di morire”. E, siccome M5S e Lega difendevano Zuccaro, tutti scrissero che era già pronto il governo fascista, lepenista, trumpista e xenofobo Di Maio- Salvini. Zuccaro capì la lezione e si tacque. Intanto però il Pd e il governo cominciarono a parlare (parlare, s’intende, mica a risolvere qualcosa) come lui, e improvvisamente quello che era fascismo, lepenismo, trumpismo, xenofobia e lesa Ong divenne Vangelo. Breve antologia dai giornali degli ultimi giorni.
“L’Italia dice basta: porti chiusi alle Ong. Emergenza migranti, il governo a Bruxelles: stop agli attracchi delle navi Ong straniere. La richiesta è portare i profughi negli scali dei soccorritori. Mattarella: situazione ingestibile” ( Il Messaggero, 29.6). “Migranti, Italia pronta a chiudere i porti: ‘Stop a Ong, navi europee portino migranti nei loro Paesi’. Minniti: servono subito atti concreti” ( la Repubblica, 29.6). “'Vietati i porti alle navi straniere con i migranti’. “Ultimatum italiano alla Ue”, “Fermezza inevitabile”( Corriere della sera, 29.6). “Migranti, l’Italia vuol chiudere i porti”( La Stampa, 29.6). “‘Ora basta parole’. Migranti, dall’Italia ultimatum alla Ue” ( Il Messaggero, 30.6). “Niente blocco dei porti, non sarebbe umano” (Graziano Delrio, ministro Pd delle Infrastrutture, 1.7). “Piano per sequestrare le navi. Linea dura dell’Italia sulle Ong. Proposto codice europeo (con sanzioni) per i soccorritori in mare” ( Corriere della sera, 1.7). “Il pressing di Gentiloni. Norme più dure per le Ong. Ipotesi sequestro per le navi. Palazzo Chigi: rivedere i criteri che definiscono lo status di rifugiato” ( Il Messaggero, 31.7). “‘Sbarchi anche negli altri Pa es i’. Il Viminale prepara la battaglia: sui porti chiusi non bluffiamo” ( la Repubblica, 1.7). “Minniti: ‘Fermiamo i migranti in Libia. Mi basterebbe anche che una nave attraccasse in un altro Paese’. Ipotesi sbarchi a Malta e militari al confine col Niger” ( Il Messaggero, 2.7).
“Migranti, un patto sul ruolo delle Ong tra Italia, Francia e Germania” ( La Stampa, 3.7). “‘Così fermeremo i migranti in Libia’. Patto tra Italia, Francia e Germania: ‘ Nuovi limiti alle Ong e frontiere europee in Libia’” ( la Repubblica, 3.7). “Agenti italiani sulle navi Ong. Il Viminale presenta il codice di condotta per i soccorsi: ‘ Viet ato prelevarli sulla costa libica’. Dietrofront di Francia e Spagna: da noi porti chiusi. L’ipotesi di sbarcare i profughi in Tunisia” ( Il Messaggero, 4.7). “Divieto di avvicinarsi alle coste libiche e polizia giudiziaria sulle navi delle Ong” ( La Stampa, 4.7). “La sfida di Minniti sui porti e sulle Ong. Il ministro soddisfatto: ‘ Ottenuto 6- 0 sulle nostre richieste’” ( Corriere della sera, 5.7). “Minniti scrive a Frontex: l’Europa apra i suoi porti” ( Il Messaggero, 5.7). “La stretta anti-sbarchi. ‘Navi Ong al setaccio’. Maggiori controlli a bordo per frenare gli arrivi dei clandestini. Verifiche sulle capacità dei privati di prestare soccorso: molti irregolari” ( Il Messaggero, 6.7). “Il governo: ‘Pronti a gesti eclatanti’. La mossa: via da Triton. L’uscita dalla missione aiuterebbe a piegare le resistenze degli altri Paesi. Più verifiche sulle navi Ong e l’ipotesi di tenerle bloccate nei porti” ( Il Messaggero, 7.7).
“Fu il governo italiano nel 2014 a chiedere all’Europa che il coordinatore fosse a Roma alla Guardia costiera che gli sbarchi avvenissero tutti quanti in Italia. L’accordo l’abbiamo fatto noi, violando peraltro Dublino, al passaggio da Mare Nostrum a Frontex”(Emma Bonino, ex ministro degli Esteri del governo Letta, Radio Radicale, 5.7). “Triton, Minniti vuole cambiare l’intesa che inchioda l’Italia” ( la Repubblica, 8.8). “Noi non abbiamo il dovere morale di accogliere i migranti. Ma abbiamo il dovere morale di aiutarli. E di aiutarli a casa loro... Ci deve essere il numero chiuso” (anticipazioni del libro Avanti di Matteo Renzi, lo stesso che nel 2015 definiva “una bestia” chi rifiutava l’accoglienza e il 19.9. 2016 dichiarava che il numero dei migranti era di “qualche migliaio di persone, non una vicenda emergenziale”, e ora dice cose che né Di Maio né Zuccaro si sono mai sognati di pensare). “Il piano del Viminale: blocco dei porti siciliani. L’obiettivo del governo: costringere le Ong a viaggi più lunghi e onerosi” ( Il Mes sagger o, 8.8). “Dobb iamo affrontare la questione africana con un piano di investimenti se non vogliamo essere destabilizzati” (Laura Boldrini, la stessa che l’11.3.2016 invocava “più immigrati in Italia, salveranno il Paese dall’invecchiamento” e il 10.7.2017 teme che ci destabilizzino).
Naturalmente, di tutti questi annunci, controannunci, ulti- matum, penultimatum, assi europei e planetari, vertici, summit, patti, tavoli, strapuntini e supercazzole, non c’è nulla, nada, nisba, nihil che si sia tradotto in un atto concreto, una legge, un regolamento, uno scontrino, un post-it. Zero. Sono trascorsi esattamente tre mesi da quando il procuratore Zuccaro chiese di fare qualcosa e gli dissero di starsi zitto. E tre settimane da quando il governo italiano, quello che “fa sul serio”, intimò all’Unione Europea: “Ora basta parole”.