Il Fatto Quotidiano

La Raggi ritorna in Procura e spera di evitare il processo

“Dichiarazi­oni spontanee”

- » VALERIA PACELLI

Virginia Raggi è certa di aver convinto i magistrati della procura di Roma. Almeno sulla legittimit­à della nomina a suo capo segreteria di Salvatore Romeo, il dipendente comunale finito nella bufera per la vicenda – rivelata dal Fatto e dall’Espresso – delle due polizze-vita “intestate” alla sindaca a sua insaputa. La Raggi è accusata in questo caso di abuso d’ufficio e la Procura, qualora la sindaca l’av e ss e davvero convinta, potrebbe chiedere la sua archiviazi­one già a settembre.

E COSÌ IERI per oltre tre ore Raggi si è fatta interrogar­e per la seconda volta dal procurator­e aggiunto Paolo Ielo e dal sostituto Francesco Dall’Olio. Sul caso di Romeo ha depositato anche un parere del professore di diritto amministra­tivo Federico Tedeschini. A luglio del 2016 il dipendente comunale poteva essere chiamato in via diretta in quanto già funzionari­o interno, quando guadagnava intorno ai 40 mila euro l’anno. Invece, prima della nomina, c’è stato un periodo di aspettativ­a.

E con il nuovo incarico, la sua retribuzio­ne è salita a 120 mila euro lordi l’anno ( mai percepiti, vista la successiva riduzione). Su questo aspetto si è già espressa l’Anac, l’Autorità anticorruz­ione presieduta da Raffaele Cantone, alla quale si era rivolta la stessa sin- daca. Secondo l’Anac, l’articolo 90 del Tuel (Testo unico per gli enti locali) applicato per il contratto di Romeo era adatto, ma l’Anticorruz­ione aveva ravvisato “la possibilit­à, e non l’obbligo, di definire, con criteri di ragionevol­ezza e buon andamento, la retribuzio­ne”. Come poi avvenuto. Alla fine lo stipendio del funzionari­o è stato abbassato a 93 mila euro. Romeo si è poi dimesso e ora è tornato in Campidogli­o come dipendente del dipartimen­to del Turismo. Adesso al parere dell’Anac che definisce la legittimit­à della nomina si è aggiunto anche quello del professor Tedeschini. Durante le spontanee dichiarazi­oni di ieri, la sindaca ha dovuto affrontare anche la seconda grana giudiziari­a che riguarda l’ac- cusa di falso nell’a mb it o d el l’inchiesta sulla nomina (poi revocata) di Renato Marra, fratello del più noto Raffaele (ora ai domiciliar­i con l’accusa di corruzione), a capo del Dipartimen­to turismo.

Carta a difesa Consegnata la chat in cui l’assessore Meloni le suggeriva di mettere Marra jr al Turismo

PER LA PROCURAdie­tro la nomina di Marra junior ci sarebbe stato proprio il fratello Raffaele. Invece ieri la sindaca ha sostenuto che per lei il dirigente comunale aveva solo un ruolo di mero esecutore, in quanto in quel momento ricopriva il ruolo di capo del personale. Inoltre Raggi ha ribadito che a suggerirle Renato Marra per il dipartimen­to Turismo era stato l’assessore al Commercio Adriano Meloni. Versione che lo stesso Meloni ha confermato. “È vero che Renato Marra a capo del Dipartimen­to Turi- smo l’ho voluto io, perché poteva fare un buon lavoro”, ha detto tre giorni fa a margine di una seduta dell’assemblea capitolina.

A prova di ciò la sindaca ha anche depositato alcune chat (che la procura non aveva) in cui si parlava proprio con Meloni dell’incarico a Renato Marra. All’uscita dal tribunale, la sindaca ha parlato di “colloquio molto cordiale” e si è detta “fiduciosa”.

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Ansa “Colloquio cordiale” Virginia Raggi ieri all’uscita dal tribunale dopo le quasi 4 ore davanti ai pm
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