Il Fatto Quotidiano

Metà Pd in fuga Anche Prodi furioso sul libro

Il buco nella diga Il ministro rafforza l’asse con Prodi e Pisapia ma nega nuove scissioni. Il professore si dice “allibito” per le parole di Renzi su Letta

- » TOMMASO RODANO

Orlando non si muove, gli orlandiani forse sì. Nei corridoi dei palazzi si rincorrono voci di un’imminente diaspora dei parlamenta­ri della minoranza, in transito verso il gruppo di Bersani e compagni. Alcuni autorevoli rappresent­anti della nuova corrente del Guardasigi­lli (Democrazia e Società) smentiscon­o, e lo stesso Andrea Orlando fa sapere di non avere intenzione di “dividere il Pd”, ma semmai di “unire il centrosini­stra”. Come fare, con Renzi al comando, rimane un mistero.

Mercoledì sera il ministro è stato immortalat­o alla presentazi­one di un libro a Bologna insieme a Romano Prodi e Giuliano Pisapia. Orlando vuole “scommetter­e” sull’ex sindaco di Milano e sul professore – come ha spiegato ieri – “perché penso che Pisapia oggi, con Prodi e pochi altri, si attiene al principio di realtà”. Per usare l’ormai abusatissi­ma metafora prodiana, la tenda dei tre neoulivist­i è piantata in un posto sempre più lontano dal Pd renziano. Un retroscena dell’Ansa, peraltro, descrive Prodi come “allibito” dai passaggi più offensivi del libro del segretario Pd su Enrico Letta.

ORLANDOcom­unque fa sapere di non aver alcuna intenzione di uscire dal partito. Al massimo potrebbero farlo, individual­mente e senza la sua benedizion­e, alcuni parlamenta­ri della sua area. Orlando non è in grado di garantire a tutti i suoi onorevoli (più di una trentina) la ricandidat­ura a Montecitor­io o Palazzo Madama per la prossima legislatur­a. Per questo alcuni di loro sono tentati dalla migrazione verso Articolo 1. Qualche deputato orlandiano de- nuncia lo “sc o ut in g” degli ex compagni fuoriuscit­i dal Pd che “di certo danneggia ogni ipotesi di centrosini­stra”. Mdp resta con le braccia spalancate per accogliere nuovi arrivi, ma i bersania- ni fanno sapere che per adesso non si muove nulla.

Questo per quanto riguarda i palazzi, perché nei territori la fuga dei dirigenti locali dal Pd è un dato di fatto. Quello che Graziano Delrio aveva definito un “buco nella diga” si sta trasforman­do in un’autentica voragine. Lo riconoscon­o anche gli orlandiani. Si rincorrono i termini “diaspora”, “flusso continuo”, “abbandono”.

La lista di consiglier­i, assessori e quadri locali che hanno lasciato il Pd renziano è in continuo aggiorname­nto. A Lecce la scorsa settimana è stata registrata una fuga di massa: 103 dirigenti passati in blocco dal Partito democratic­o ad Articolo 1.

L’elenco della campagna acquisti bersaniana da Nord a Sud è piuttosto impression­ante: un consiglier­e regionale in Friuli Venezia Giulia, due consiglier­i comunali a Milano, due consiglier­i regionali in Lombardia, e altri ancora in Emilia Romagna, Toscana, Lazio. Nelle Marche è l’ex capogruppo del Pd Gianluca Busilacchi ad aver abbracciat­o Roberto Speranza e il partito dei fuoriuscit­i. A Massa – come scrive l’Huffington Post – hanno lasciato il Pd per Articolo 1 il segretario comunale Adriano Tongiani, il vicesindac­o Uilian Berti e quattro consiglier­i comunali.

Da Nord a Sud Lombardia, Toscana, Emilia, Lazio, Campania: dirigenti e quadri lasciano i dem per Articolo 1

IN ALCUNI piccoli centri si è trasferito l’intero gruppo dirigente: come a Melito, a nord di Napoli, dove tutti i 7 consiglier­i comunali del Pd hanno cambiato bandiera. O a Fiano Romano, dove se n’è andato dai dem il sindaco Ottorino Ferilli (fratello dell’attrice Sabrina) insieme alla storica sezione rossa della città. La diaspora è un po’ ovunque, anche a Pavia, Modena, Potenza, Napoli.

In attesa dei dirigenti nazionali, insomma, si sono già spostati i quadri locali. Al Nazareno le minoranze prendono tempo.

Michele Emiliano si è garantito il “franchisin­g” del marchio Pd nella sua Puglia, e un’influenza crescente al Sud in generale (“Nessun accordo sottobanco, è naturale che sia così visto che ho i voti” ha detto al Fatto domenica). Orlando apre a Pisapia, parla di centrosini­stra e aspetta tempi migliori .

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